Baillou (de), Giovanni - Da Sarzana a Venezia : Monografie Verbanesi, Volumi & Opuscoli

Autori:: Baillou (de), Giovanni

Titolo Articolo:: Da Sarzana a Venezia

SottoTitolo Articolo:: Note di viaggio del Cav. Giovanni de Baillou (1810)

Titolo volume in cui l'articolo è ospitato:: Rivista europea

Anno Pubblicazione:: 1878

Annata, volume, serie, fascicolo:: vol VIII

Luoghi Editoriali:: Firenze

Note Generali:: Alle pagine 516-518 si leggono queste note di viaggio inerenti il lago Maggiore che l`autore indirizza all`editore della rivista.

Da Somma attraverso della Brughiera, che vuol dire terra incolta, si cala nel torrente Strona, che ho tragittato sopra un bel ponte di granito; poi, dopo una leggera salita, sono disceso sulle rive del Ticino nel punto in cui questo fiume sorte dal lago Maggiore.
Qui ho passato il fiume appunto rimpetto al luogo chiamato Sesto Calende, che è un borgo situato sull’imboccatura del lago nel Ticino. Alle ore 5 dopo mezzogiorno son pervenuto in Arona, piccola città, feudo una volta dei Borromei, con un porto sul lago. In una magnifica locanda che non si crede trovare sulle rive del Lago Maggiore ho pranzato, perché non avevo altro in corpo che una tazza di latte bevuto a San Lorenzo, luogo situato sulla via prima di arrivare a Elio. È vero che il pranzo era di magro, ma era così ricco di pesce del Lago che ho dovuto gridare Pax vobis ecc.
Dopo il pranzo sono salito a vedere il Colosso, ossia la smisurata statua di bronzo di S. Carlo Borromeo, situata sopra una eminenza che domina Arona ed il Lago. Essa è di tale grandezza che un uomo siede comodamente nell`interno del naso del Santo. Da quest`altura si ha una magnifica veduta del Lago Maggiore, d`Arona, di Angera situata sulla riva opposta, di Belgirate, della punta del Ranco e di molti altri loghetti che adornano le amene sponde del Lago. Calato alla strada magnifica del Sempione, aperta nuovamente, ho seguitato il cammino per Belgirate. Per un tratto di ben sei miglia la strada costeggia il Lago a traverso di pergolati e vigne molto meglio tenute che nelle pianure di Lombardia.
È difficile formarsi una idea adeguata della bellezza e della varietà delle scene pittoresche che si presentano ad ogni istante camminando sulle rive del Lago. Dopo un seguito di quadri sorprendenti e deliziosi, che mai mi saziavo di riguardare, alle ore otto sono arrivato a Belgirate dove passo la nottata.
Appena arrivato ho ordinato pappo e memme, e mi son messo frattanto a scriverti e a darti ragguaglio della giornata. Ad ogni tanto interrompo la lettera per affacciarmi alla finestra della locanda, e considerare il magnifico quadro che spiega la superficie del Lago, e delle colline che lo circondano. Le nevose ed elevate Alpi formano il fondo del quadro. La luna che risplende in una bellissima serata, e che riflette i suoi raggi d`argento nell`onde increspate del Lago, aggiunge alle bellezze del quadro che ho sotto gli occhi, e lo rende veramente magico.

Arona sulla sponda destra del Lago Maggiore
11 agosto 1810 alle ore 8 di sera.
Dopo aver veduto levare il sole ed indorare tutti i monti che formano il bel bacino del Lago, sono partito verso le ore 6 da Belgirate ed alle 7 sono arrivato a Stresa per la gran strada del Sempione, che costeggia sempre la sponda del Lago Maggiore fino a Feriolo, punto in cui lascia il Lago e si dirige lungo la Tosa al passo del Sempione.
A Stresa ho lasciato la carrozza e presa la barca per visitare le cave dei graniti e le Isole Borromee. Per serbare le cose più piacevoli all`ultimo, ho diretto la prora a Baveno e Feriolo, luoghi dove sono le cave di granito rosa, indi a Mont`Orfano per vedere quelle del granito bianco. Mi sono arrampicato sui monti granitosi, ma sono stato pagato della mia pena, avendo trovato delle superbe cristallizzazioni di cristallo di rocca e di feldspato carneo e bianco, che si trovano nelle viscere dei massi del granito. Da Feriolo la barca mi ha trasportato all`Isola Bella, dove ho preso terra verso le 11. Ho subito ordinato pappo e memme alla locanda; poi sono andato a vedere le maraviglie di quell’isola. Con gran ragione è stata chiamata Isola Bella, ma mi è parso che anche questa denominazione non basti ad esprimere le delizie che racchiude. Io la chiamerei l`Isola incantata.
Una gradinata di dieci giardini pensili sostenuti da archi e da volte e tappezzati di spalliere di limoni, di aranci e di cedrati, forma una superba piramide ornata e coronata di obelischi e statue colossali. Cipressi, lecci, allori, lauri ed altri alberi smisurati crescono e vegetano in poca terra contenuta nei terrazzi sopra le volte. Boschetti sempre verdeggianti, raccolta di piante esotiche, superbi fiori, cascate, giochi d`acqua, viali superbi e sentieri tortuosi ed ameni adornano l`Isola, e ne formano la più vaga solitudine dell`universo. Un palazzo veramente regio è la dimora dei fortunati Borromei, e figurerebbe in Roma; quando poi si pensa che egli sorge in un` Isola segregata nel seno di un Lago sotto le Alpi, si resta attoniti dallo stupore, e si è portati a credere ai prodigj dell`Ariosto, agli incanti di Alcina e di Armida, ed alle meraviglie delle novelle arabe. I giardini delle Isole Borromee rammentano gli orti pensili eretti da Semiramide in Babilonia, e dopo avergli veduti, non si accusa più Erodoto di esagerazione. Dopo avere ammirata e percorsa l`Isola incantata, ho fatto pappo e memme; le Ninfe del Lago mi hanno fatto trovare un buon pranzo composto di prodotti del loro dominio, cioè un luccio smisurato, delle trote, delle anguille ed altri pesci di un sapore prelibato. Terminato il pranzo mi sono imbarcato, volgendo la prora a Pallanza ed Intra, due grossi borghi, o più tosto città commercianti e ricche situate sulla riva del Lago. A Intra ho visitate le seghe dei legnami da costruzione, che vanno a forza d`acqua, le manifatture di seta, qualche iscrizione antica ecc. Dì a Sarchiani che questi abitanti di Pallanza dicono che la loro città è stata fondata da Pallante « Schò ben che la me burla. »
Io gli ho detto che mi pareva più verosimile che la fondatrice fosse la Dea Pallade, il che è da essi stato accettato senza disputa. Da Pallanza sono abbordato all’ Isola Madre, altra delizia dei Borromei, che sarebbe una meraviglia se non avesse rimpetto l`Isola Bella. Dall`Isola Madre son tornato a Stresa, dove ho approdato alle 6. Qui ho ripreso la vettura, e ripassando per Lesa, Solcio e Meina sono ritornato ad Arona, dove son giunto alle 8, e mi son messo a ragguagliarti di quel che mi è accaduto. Che deliziosa giornata ho passato!

A Cura di:: [Anna Elena Galli]

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