STRUMENTI CULTURALI
del Magazzeno Storico Verbanese
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- Articolisti:
- , [X.X.]
- Titolo Articolo:
- Il Tredicino di Arona [1882]
- SottoTitolo Articolo:
- Testata ospitante l'articolo:
- Il Bescapè
- Data:
- 1883 mar 16
- Progressivo di Edizione:
- a. 02 (II), n. 11
- Editore:
- Tipografia Vescovile dei Fratelli Miglio
- Luoghi di residenza del Giornale:
- Novara
- Riferimento a Biblioteche:
- Novara, Biblioteca Civica Negroni
- Note Generali:
- Il Tredicino di Arona
Novara 14 marzo 1883
Illustrissimo Sig. Direttore
La neve e il vento non mi hanno impedito di recarmi anche quest’anno in Arona a godere la festa dei Martiri, detta il Tredicino. La prima cosa, di cui mi sono informato, è stta – naturalmente – la musica del giorno. Un cortese mi disse che cantavano i Seminaristi di S. Carlo. Erano le 9 ½; e faceva intanto una passeggiata al sole verso Meina, quando giunto alla Rampa mi si offre un curioso spettacolo. Discendevano i Seminaristi. Essendo la strada tutta coperta di neve, e sopravi uno strettissimo sentierozzo, sul quale uno solo poteva camminar, io vdeva di lontano muoversi una lunga riga di vivaci garzoncelli, e quella allungarsi, distendersi, spiegarsi, come nastro al vento, con un grazioso contrasto del nero dell’abito e del bianco della neve, che faceva risovvenire il testo Virgiliano:
Adspice bissenos laetantes agmine cycnos,
cambiato solo il bissenos in centenos (non però il cycnos in corvos). E cento di fatto ne contai, quando mi passarono davanti. Arrivati al piano, si disposero le file; e squadra per squadra, in bell’ordine, s’avviarono in città.
Siamo nella bellissima Chiesa dei Santi. Il Maestro Macchi, il cui valor musicale è già ben conosciuto, traeva dal magnifico organo le più care armonie. Mi volgo all’orchestra; e la veggo coronata d’una trentina di testoline, che appena avanzavano su; e avvicinatomi più al Presbiterio, li ho veduti meglio in candide cotte, colla loro brava carta in mano, e presti al canto. Che devo dirle, Sig. Direttore? Da imberbi ragazzetti io non mi aspettavo proprio tanto. Oh quanto ben eseguito quel Kirie? Quanto toccante! Come allegro il Gloria! Come dignitoso e vivo il Credo! Quella Messa non mi era nuova; ma nuove quelle delicate e insieme robuste vocine , che mi ricercarono tutte le fibre del cuore. Dicasi quel che si vuole; ma il canto dei fanciulli è qualche cosa, che ti fa pensare alle melodie degli Angeli. E la Messa della S. Infanzia del Sac. Cagliero è proprio bella, melodiosa e gradita al popolo.
IL mottetto Sanctorum meritis del Maestro Macchi è stato eseguito ottimamente, come ottimamente il Nunc dimittis, la sera, dello stesso Maestro; e il ben Tantum ergo, del nostro Generali. Ho notato un Signore, che nella Messa accompagnava all’organo il violino; e dopo il Sanctus sonò due bei pezzi con una delicatezza veramente singolare. Mi fu detto essere il Cav. Bilia, ottimo Signore, dilettante di violino e musico abilissimo. Sia lode a quel valente.
Direttore all’orchestra, e istruttore di quei bravi giovanetti, mi fu detto essere il giovane Sac. Lapidari d’Omegna, bravo istitutore in quel Seminario. Ed egli può essere ben contento di aver veduto coronate le sue fatiche di sì felice successo.
Uscendo, dopo Messa, di chiesa i chierichetti, tutti li guardavano soddisfatti, e ho udito da molti belle parole di lode. Ho voluto seguirli anch’io con occhio di compiacenza; e li ho veduti accolti dall’egregio Sig. Arciprete a lieto banchetto insieme coi loro buoni Superiori, che mi parevano tanti papà in mezzo ai loro figlioletti.
Ma allo scorgere Organo, Coro e Presbitero pieno di tanta vispa gioventù, veniva bene spontanea la dimanda: Chi ha dato tanta anima, tanta vita ai Novaresi Seminarii? E spontanea veniva pure la risposta: Mons. Vescovo Eula. Chi ha riunito sì bel numero di chierichetti, e riempiti, come il Seminario d’Arona, quelli di S. Giulio, Gozzano e Miasino? Mons. Vescovo Eula, il quale non perdona fatiche, non guarda a spese, e profuse e profonde di proprio grosse somme, che solo sa trovare la sua carità, grande come il suo cuore.
Oh! Viva a lungo così caro, così benefico Pastore; e possa vedere cogli occhi suoi cresciute e fatte alberi le tenere pianticelle, da Lui poste con tanata cura e con tanta diligenza coltivate, a gloria di Dio, a bene della Diocesi, a edificazione di tutti.
X.X.- A Cura di:
- [Sergio Monferrini]
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