Potendosi sotto questo titolo comprendere generi moltissimo interessanti in materia d`utilità pubblica e di consumo, determinava il Comitato Direttivo di farne una classe distinta, confidando, che tra le molte individualità di questa zona, che si conoscono attendere ad analoghe industrie, un sufficiente numero sarebbesi messo a presentare apparecchi, o modelli, o disegni di caloriferi e d’apparati d’illuminazione.
Ma l`assenza dal paese di buona parte dei suaccennati industriali, nel breve intervallo tra la promulgazione e il fatto stesso dell`esposizione, fu anche la causa dell’assenza da questa delle opere loro.
Non valse la mancanza della gara, a celare il merito distinto degli apparecchi inventati e costrutti da Antonietti Giuseppe in Intra. D`una sua cucina economica e d`una stufa, ebbe il Giurì a lodare altamente la semplicità della costruzione unita al raggiungimento dello scopo principale del loro uso, cioè risparmio considerevole di combustibile, conservazione facile degli apparecchi e suscettibilità loro ad essere adattati ai grandi stabilimenti.
La stufa a giuoco d`aria, coperta di vernice nero-lucida incombustibile, d`invenzione del Canonico Cavaliere Giuseppe Bayllet d`Arona e tutta fatta colle sue mani, è un vero monumento del suo talento meccanico. Il Giuri ne trovò ingegnosissimo il congegno; vero è, che apparve quella stufa d`una assai complicata struttura, nullameno fu dichiarata utilissima per l`uso domestico, sia a motivo dell`innocuità dello sue emanazioni calorifiche, come per l`economia del combustibile.
L`Enotermo, ossia apparecchio per riscaldare i vini, presentato dal Cavaliere Gaudenzio Magistrini d`Arona ci pare meriti singolare menzione ed un cenno descrittivo sulla sua costruzione; poiché trattasi di tal procedimento che è in istretta relazione, con un principale prodotto agricolo della Zona, del quale è interessante curare, non solo la produzione, ma pur anche la conservazione: tanto più che questa vien resa ognor più difficile dalle malattie cui va soggetta non meno l`uva, che il vino istesso.
Il chimico Pasteur impensierito dall`enorme quantità di vino che va sciupata in Francia, in seguito alle alterazioni organiche, da cui viene affetto, o sollecitato dai più periti enologi e dalle più alte autorità, studiò attentamente le cause di siffatte malattie e queste descrisse e classificò nella sua opera Etudes sur les vins pubblicata a Parigi nel 1866. Dietro accurati e ripetuti esami microscopici ed analitici, giunse a scoprire speciali rudimenti organici, da lui appellati micodermi del vino, la cui presenza e riproduzione nello stesso, danno origine alle malattie, che lo rendono acido, amaro, filante ecc. Sulle traccie dell’italiano Fabroni, ritenuto come il promotore delle idee moderne sulla natura dei fermenti, istituiva e rinnovava Pasteur molti esperimenti, da cui acquistò la convinzione potersi preservare il vino dalle alterazioni, col sottoporlo un istante ad un determinato grado di calore, mercè del quali si uccidono i germi dei micodermi e se ne arresta la rigenerazione. Ma questa operazione richiedendo particolari avvertenze, come il minor possibile contatto dell`aria atmosferica col vino scaldato, ed una limitazione prefissata del grado di calorico, ne avvenne che molti enologi si accingessero alla ricerca e costruzione di apparecchi riscaldatori, rispondenti a codeste esigenze.
Nell`enotermo del Cav. Magistrini si è cercato di imitare e riunire quanto fu trovato di buono negli apparecchi dei Francesi, dai quali però si discosta non poco, sostanzialmente, e per le disposizioni date alla fornacella, che apportano grande economia di combustibile, insieme ad un`azione più pronta e più potente del fuoco. Lo scaldamento del vino si fa a bagno-maria, facendolo passare per un lungo tubo spirale di purissimo stagno, il quale sta immerso nell`acqua d` una caldaia mantenuta alla dovuta temperatura da una fornacella sottoposta e formante corpo colla caldaia stessa. Le due estremità del tubo spirale, attraversano l`una in alto, l`altra in basso, la parete della caldaia e sono munite ciascuna di un rubinetto, al quale si allaccia un tubo di gutta percha per condurre dall`una botte il vino freddo e ricondurlo scaldato nell`altra, senza contatto dell`aria atmosferica.
Con questo apparecchio si ponno scaldare a gradi centigradi da 50 a 60, circa 100 ettolitri di vino in una giornata, colla tenue spesa di centesimi 3 per ettolitro.
Il proprietario Cav. Magistrini ne ha già fatta l`esperienza in grande misura, con ottimo successo.
Medaglia d`argento dorato
Antonietti Giuseppe d`Intra, pel merito delle sue stufe e cucine economiche.
Bayllet Cav. Canonico Giuseppe, per la sua stufa a giuoco d’aria con vernice incombustibile, l’una e l’altra di sua invenzione e fattura.
Magistrini ing. Giuseppe di Maggiora, per l’Enotermo considerato come apparato riscaldatore, eseguito sotto suo disegno e direzione.
- A Cura di:
- [Nicola Menepento]
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