In pressoché tutte le città e luoghi principali della Zona Verbanese sonovi fabbriche da mobili sì di lusso che d’uso ordinario, alcune delle quali considerevoli per l’mportanza dei prodotti in cui si accoppiano alla solidità, le qualità richieste dalle crescenti abitudini di domestica agiatezza ed eleganza. Molte cose conferiscono a favorire questo genere di produzione nella zona, come l’abbondanza dei suoi elementi costitutivi cioè legnami di varie specie, ed anche il più modico prezzo della mano d’opera in confronto di quanto sia nelle grandi città. Perciò ai negozii e magazzini stabiliti in queste provvedono le nostre fabbriche molti capi di mobilia, a cui non manca per essere completati, che la levigatura o imbottitura secondo i casi.
La xilotarsia, arte cotanto apprezzata dagli antichi, che ce n’hanno lasciati superbi modelli, ritorna ad invaghire il secolo e a rifiorire; pur fra noi artisti di vaglia s’adoprano intorno, e con assidua cura e ripetuti esperimenti, son quasi pervenuti ad ottenere sul legno lo stesso effetto, la stessa gradazione ed armonia di tinte, ch’esser parevano esclusivo privilegio dei mosaici in pietre dure.
I fratelli Mentasti-Belia di Varese nei due tavoli intarsiati, che inviarono all’Esposizione, hanno raggiunto un alto grado di merito artistico, per la bellezza e buon gusto del disegno e l’esattezza dell’esecuzione. Furono da tutti ammirati i mazzi e le ghirlande di fiori rappresentati su quei tavoli, composti con legni esotici e nazionali di svariati e vivaci colori, mediante glutine maestrevolmente connessi.
Artefici valenti ed ingegnosi da Intra, da Pallanza, da Arona, da Borgomanero, e da altre parti della Zona mandarono mobili d’ogni sorta, quali adorni d’intagli, quali con impiallacciature, specchi, cornici ecc. eseguiti con buon disegno, gusto artistico, esattezza ed eleganza.
Senza ricorrere ai negozii delle grandi città, ed incontrare maggiori dispendii, qualsiasi ricca e splendida famiglia, è in grado, come risultò dalla nostra Esposizione, di procurarsi in paese arredi d’appartamento
confortabili e sontuosi.
Avidi giustamente di celebrità e di smercio dei loro prodotti, altri artefici fuor della Zona, portarono, ad arricchire questa classe bellissimi lavori, fra i quali sarebbe ingiusto l’omettere di encomiare i bigliardi e candelabri di Luraschi Antonio di Milano, ed i mobili, le insegne, i tavolini vagamente dipinti e figurati o da tutti ammiratissimi di Soave Giuseppe di Torino.
Neppure s’ebbe scarsezza di lavori al tornio fatti con diligenza e maestria. Di quest’industria vivono moltissimi individui della Valle Strona, che l’hanno appresa dai padri e la trasmettono ai figli; molti di essi recano alle fabbriche cittadine le abili loro braccia, ed altri nella stessa valle natia tra il campicello e il tornio dividono il lavoro, e gli oggetti torniti o ai committenti o alle piazze confidano.
È accreditata ed importante la fabbrica d’oggetti al tornio fatti d’ossi e di corni, di Mazzetti Carlo in Gallarate; mille cosuccie vi si forniscono, come calamai d’osso d’ingegnoso congegno, pipe e bocchini, piccoli arnesi da lavoro per donne, guarnizioni per carrozze e via dicendo: sono più di 20 gli operai o da 36 a 40 mila dozzine gli articoli posti in commercio.
La più elegante, piacevole ed igienica pavimentazione delle case, sopratutto al pianterreno, è senza contrasto quella a piancito di commesso di legno; legnami a tal uopo appropriati, malgrado la ria smania d’ atterramento poco frenata da savii ordinamenti, ancor si trovano sparsi pei nostri monti e colli, un giorno di tal dote ricchissimi. Cotesti elementi costituiscono una manifattura non rara fra noi, e de’ bei modelli ne furono prodotti dalla Ditta Temistocle Pedotti di Laveno, da cui vengono apprestati annualmente circa 4000 metri quadrati superficiali di piancito, non meno vago e solido, ma a prezzi assai più discreti, di quelli di Svizzera e di Germania.
Sono ricercati per decorazione di giardini ed appartamenti, utili al servizio, gradevoli alla vista, quei tavoli e sedili di diverse foggie, quei portavasi ecc. formati con piccoli pezzi di legno del diametro di pochi centimetri, sempre coperti della natia corteccia, incurvati o ritorti o spirali e bizzarramente connessi a costituire un mobile ideato, dove l’arte e la natura stanno unite e confuse con bell’armonia: or bene, la fattura di questi mobili è uno degl’ingegnosi frutti dell’industria di questi paesi e se ne scorsero all’esposizione graziosi esemplari, dati da Bolla Giacomo di Olivone.
Mobili, che hanno la loro parte di esigenze, sono i mantici da fucina e più ancora i soffietti da sala; e i modelli messine in mostra da Paolo Chiesa fabbricante in questo genere a Trobaso provarono, ch’egli sa innestare l’arte al buon gusto, ne’ suoi lavori.
Decorazioni ed addobbi d’ogni maniera per appartamenti, abbondavano in questa classe, come mobili antichi, modelli di verniciature, vasi, mazzi di fiori artificiali, tende, coperte, gabbie da uccelli ecc. ecc.
Destavano meraviglia e commiserazione nel punto stesso, due grandi gabbie l`una in figura di tempio, l`altra di campanile assai bene conteste da De Albertis Pietro di Intra, e parecchi gentili lavori in piccole margaritine a colori diversi eseguiti del Sac. D. Pietro De-Stefanis di Carpugnino, ora residente a Varallo. Entrambi queste persone van consolando con tai geniali trastulli meccanici, le lunghe ore dell`infelice loro cecità.
Medaglia d`argento dorato
Fratelli Mentasti Belia di Varese, per tavoli intarsiati e campionari di cornici a macchina.
Medaglia d`argento
Orsenigo Alessandro d`Intra, per mobili elegantissimi da sala da pranzo.
Riva Celso di Pallanza, per mobilio completo d`una sala.
Soave Giuseppe di Torino (fuori concorso), per mobili ed insegne di ferro e legno verniciate.
Luraschi Antonio di Milano (fuori concorso), per due bigliardi con accessorii e due candelabri.
Medaglia di bronzo
Zanetti Antonio di Novara (fuori concorso), per mobili da sala.
Cassina Carlo di Borgomanero, per armadio.
Pedotti Temistocle di Laveno, per palchetti di commesso di legno.
Righini Fratelli di Magognino, per ombrelle e bastoni.
Menzione Onorevole
Nolli e Ronchi di Casale Corte Cerro, por mobili fatti al tornio.
Pucini Pietro di Pallanza, per saggi di verniciature.
Pirola Pietro di Arona, per una libreria.
Guglielmetti teologo d`Intra, per cornici di cartoncino ed un mobile a fac simile di tartaruga.
Spozio Giovanni di Bedero, per un bastone intagliato.
Cardone Giovanni Battista di Laveno, per un letto elastico.
Prina Carlo di Gallarate, per gabbia di uccelli.
Potestà G.M. di Genova, per turaccioli.
- A Cura di:
- [Gioacchino Civelli]
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