Mons. Bonomi porterà una lettera con le intenzioni del Borromeo circa i decreti tridentini; nega di aver mai raccomandato di pagare un certo Giovanni Martello e sospetta un imbroglio; allega una lettera relativa al card. Sforza e un memoriale a proposito di certi abitanti della Valsassina; chiede consiglio per un accordo orale che ora vorrebbe evitare di mantenere; è dubbioso per la raccomandazione al prete Caspano.
Al si.g. Card. Alciato, 22 Giugno 1569
Io esseguisco quanto Vostra Signoria Illustrissima mi scrive col signor card. Alessandro Simonetta per l`absolutione sua a finitibus male episcopio di qual canonicato conforme alla facultà concessami da Nostro Signore et quanto al rito siamo ristati in questo che egli faccia certi parimenti a quella chiesa di Cremona.
Mons. Buonhomo credo sarà già incaminato per Roma, havendoli io inviato li decreti del Concilio Provinciale, quali esso stava aspettando in Nonantola di ordine mio, porta lettera per Vostra Signoria Illustrissima et instruttione della intentione mia circa la restrincione de detti decreti, come vedrà.
Io non truovo d`haver scritto a Vostra Signoria Illustrissima in raccomaandatione alcun pagamento di questo nome Giovanni Martello, come lei mi avisa, et haverò caro vedere la lettera medema che egli ha presentato per domandarle il incarico di venir a Milano, perchè vi potrebbe esser sotto qualche tristitia.
Quanto al negotio con mons.ill. Sforza, ne scriverò a parte nella lettera qua alligata (a).
Sarà con questo un memoriale di certi huomini di Val Sasina per conto di gravezze riscosse da loro parti poichè, con prontezza et buuona dispositione, mi pareva che si potesse supplicare Nostro Signore a commettermi l`assolutione loro almeno in foro conscientiae, con farli anche libero dono di quello che hanno riscosso per il passato atteso massimamente il consenso d`essi preti precedenti et la promessa di detti huomini d`astenersi da simile esattione per l`avvenire. Vostra Signoria Illustrissima potrà chiedere questa gratia a Sua Beatitudine colla prima occasione.
Son rare le occasioni di mandare prigioni da queste mie carceri alla galere, et di questo fu fatto accordo l`anno passato di darli i Lomellini, de quali non havendo io alcuna mala satisfattione ho qualche consideratione di scansarli et mutarli in altri.
Tuttavia perchè di ciò non c`è obligo per instrumento se non conventione a` bocca, ch`essi Lomellini mandino a for li prigioni qui in Milano a loro episcopio, creticandomi di restituirli finito il tempo della condenatione, se a Vostra Signoria Illustrissima parerà che senza carico mio, io ne possa dare; anche il sig. Giorgio Grimaldo farà quel che lei mi consigliarà con le conditioni offerte dal mederno signor Giorgio.
Il signor Ludovico rlarenta presuppone innocentia in quel prete riichele Caspano che Vostra Signoria Illustrissima mi raccomandò ad instantia sua, ma se si verificasse l`imputatione brutta che ha, si come hora se gli sono date le difese, so che il sig. Ludovico sarà alienissimo da servirsene per maestro di suoi figli et molto più dal stimarlo degno della raccommandatione sua.
Che è quanto le ho da dire per questa; et humilmente me le raccomando.
(a) La lettera non è conservata.
Fonti Archivistiche:
Biblioteca Ambrosiana, Epistolario di San Carlo, Lettera 201 P 4 inf; 179.
http://epistolariosancarlo.ambrosiana.it
Fonti Bibliografiche:
M.L. Tranquillo,
Carlo Borromeo-Francesco Alciati, carteggio inedito 1568-1560, tesi di laurea, Milano Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Lettere e Filosofia , A.A. 1986-1987, rel. N. Raponi.
- A Cura di:
- [Maria Luisa Tranquillo]
- e con modifiche e integrazioni di:
- [Anna Elena Galli]
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