Aspetta spiegazioni dall`Alciato non essendo chiara la questione col Senato; non gli sembra bene temporeggiare con i ministri spagnoli.

Al Card. Alciato in lettera di 22 Xbre 1568
Ho visto quel che Vostra Signoria Illustrissima mi scrive nella seconda sua lettera nel fatto del negotio principale col Senato et, non havendo lei qui meco parlato di temperamento alcuno, non so che mezzi sien quelli ch`ella habbia proposti sopra i quali dice haver havuto commissione da Sua Santità di parlare privatamente con li ministri della Maestà Cattolica; onde aspettavò che me ne dia lume con quest`altre lettere sue. Parmi bene intanto di doverle dire che pigliandosi la cosa per questo verso, più si difficultarà il negotio, et s`allontanerà dalla conclusione essendo io del medemo senso che le dissi qui: che tanto più si amolerà alla parte di Sua Santità, tanto più questi s`induriranno nelle loro pretensioni; che se per gli accidenti che for corseno, non giudica ben fatto Sua Beatitudine di venire alla terminatione di questo negotio, haverei per male il temporeggiare et scorrere oltre, come s`è fatto fin`hora, che venire a conclusione preiudiciale alle raggioni di questa chiesa particolare, o` di tutta in universale.



Fonti Archivistiche:
Biblioteca Ambrosiana, Epistolario di San Carlo, Lettera 195 F 40 inf. 391.
http://epistolariosancarlo.ambrosiana.it



Fonti Bibliografiche:
M.L. Tranquillo, Carlo Borromeo-Francesco Alciati, carteggio inedito 1568-1560, tesi di laurea, Milano Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Lettere e Filosofia , A.A. 1986-1987, rel. N. Raponi