Può dirsi quella toccata e meritata alle reazionarie autorità di Ispra. Domenica era annunciata una conferenza pubblica sulla organizzazione economica e politica, coll’intervento del prof. Francesco Pullè e dei rappresentanti della Camera del Lavoro di Luino.
Lo spettro di una lega dei contadini fece venire la pelle d’oca a quei signori, che indussero il buon marchese sindaco ad emettere un ukase col quale si proibiva la conferenza, per il motivo, ingenuamente formulato nel decreto, che intendendo i signori aprire accordi con i loro dipendenti, non ritenevano opportuna una pubblica conferenza,.
Tornata vana la formale protesta degli intervenuti, circolò la voce che la conferenza si sarebbe tenuta privata. In un momento tutta la popolazione d’Ispra, riversossi nell’ampia corte e nei vasti locali dell’osteria Del Grande; ma ecco accorrere anche le autorità al completo coi carabinieri e intimare all’oste 75 lire di multa e il ritiro della licenza, se la conferenza anche privata si faceva. E si accamparono sotto il portico per intimidire; a completare poi lo sfondo della scena, comparvero quattro reverendi sopra un carretto verde tirato da un superbo … mulo.
Passava intanto l’ora, fra le acclamazioni della popolazione accalcata ai conferenzieri e le poco lusinghiere grida alle autorità in agguato e al reverendo corteo. Intanto da una camera, regolarmente affittata dai conferenzieri, uomini a dieci a dieci entravano, uscivano, si davano il cambio. I quattro preti, più maliziosi, cercavano introdursi fra questi uomini; ma annusato da certi segni il vento infido tornarono al paziente quadrupede. Il giuoco durava dalle 4 alle 6; finalmente la portiera del poggiolo si apre e si annuncia: che invece della conferenza, la lega dei contadini e dei giornalieri d’Ispra con 135 firme era un fatto compiuto!
Apriti cielo …. Un applauso irrefrenabile scoppiò nella corte, nelle sale e nella vicina via. In un baleno autorità, tonache nere, mulo e carretta si erano squagliati!
La popolazione trattenne ad una bicchierata e poscia accompagnò con ovazioni fin fuori dal paese i conferenzieri, fortunatissimi questa volta della vietata conferenza.
Fin qui l’amenità del fatto, e il grottesco della minuscola reazione d’Ispra. Ma risalendo alle considerazioni che se ne possono trarre, avevamo noi ben ragione scrivendo nel nostro numero essere necessario che i rappresentanti popolari stieno in guardia contro i tentativi liberticidi e contro le nuove insidie dello spirito regio; contro la illimitata fiducia nelle liberalità del ministero. Il quale certo non si curerà nel caso d’Ispra, come in altri che si potranno ripetere, se la libertà e la legge sieno abbandonate al capriccio, alla ignoranza o all’interesse privato di chi si sente investito di un briciolo di potere.