Giberto Borromeo, patriarca di Antiochia e dal gennaio 1714 vescovo di Novara, venne creato cardinale il 15 marzo 1717. Fu amato pastore, di gran cuore e di gioviale liberalità.
Morì il 22 gennaio 1740. Dispose molti legati in aiuto dei poveri.
Domenico Bozzolo, canonico curato di Intra, in un’ampia relazione stampata nel giugno del 1718, narra della gioia comune per l’alto onore accordato dal pontefice Clemente undecimo al Borromeo.
Il giubilo trasmodò, perché quelli in Intra esclamarono: «È poco lo vogliamo papa!...».
In un cartellone sospeso ai muri della chiesa principale vi era scritto: «Intrum gaudea: cane honori, juri nec satis habet: pastor orbis erit» (Esulta Intra, inneggia all’onore. I suoi diritti sono però più alti: egli sarà pastore dell’Orbe).
«Il giorno 22 marzo 1717 venne il corriere da Roma, inviato dalla eccellentissima casa (Borromeo) a tutto il lago Maggiore ed ebbe i maggiori attestati d’aggradimento nelle copiose mancie che riportò».
I signori della magnifica comunità si raccolsero col venerando Capitolo e studiarono, uniti, come dare forma al sentimento del cuore. Fissarono feste solenni.
«Cominciando da questo insigne tempio collegiata, descrive il Bozzolo, tutto vedevasi apparato e dentro e fuori di fini arazzi e pitture preziose, inscrizioni e trofei».
«Alli sontuosi apparati della chiesa corrispondeva la magnificenza di quelli del borgo, ove ad ogni passo trattenevano gran copia di spettatori varie comparse di trofei ed inscrizioni poste e dal pubblico e da privati».
Sorgevano nella Piazza grande di qua e di là di questo Magnifico Pretorio due grandi archi trionfali d`altezza superiore alli tetti e d`ingegnosa invenzione, anche per le pitture che in essi miravansi.
Nell`Arco destro rappresentavasi in ampia tela il Lago Maggiore in figura d`un canuto vecchione assiso sovra d`un arcellone (?) d`acqua tirato in atto di rimirar in alto l’Humilitas: motto del Borromeo) portata da tre puttini, quali con tre corone d`oro in mano miravano a formare d`una mitria un Triregno.
Su l`arco sinistro eravi altra i pittura in ampia tela con sopra espressivi li due fiumi che scorrono a lato di questo Borgo in figura di due uomini asisi sopra due urne versanti acqua, che davansi I`un l`altro la mano in atto di l`innovare l’Umilitas portato in trionfo con l`insegne cardinalizie ed altre allusive al dominio temporale.
Disposte in questa guisa le cose, alzate varie macchine di fuochi, distribuiti in diversi siti di questa tanto in terra ferma quanto sovra l`acque, diedesi principio la sera del giorno sette (maggio 1717), alle pubbliche illuminazioni col suono di tutte le campane per lo spazio d`un`ora. ardendo in tanta copia li fanali e lumi sovra le Torri e tetti e finestre, che in seno alla notte aprivano un chiaro meriggio. Formavano un vago spettacolo Ie accennate macchine di fuochi e più quello che galleggiavano fin mezzo al Lago, non lasciando distinguere con una bella confusione de contrarj elementi, se più ondeggiassero le fiamme, o fiammeggiassero l`onde.
Messasi poi insieme questa milizia forense sotto li suoi Ufficiali, divisa in due corpi, parte in terra, parte in navi tutto freggiate a trofei dell’eccellentissinta Casa, con replicati sbari (spari) della loro moschetteria, andava risalutandosi a reciproci inviti di trombe ed altri allegri strumenti.
S`udivano vario sinfonie dalle ringhiere d`alcuni particolari, facendo eco certi garruli fuochi che di tempo in tempo uscivano inaspettati dalle case e dalle finestre.