STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Articolisti:
Monti, Pietro
Titolo Articolo:
I Licei verbanesi intitolati a Bonaventura Cavalieri
SottoTitolo Articolo:
L`illustre matematico del seicento era originario di Suna
Testata ospitante l'articolo:
Il Verbano. Settimanale di Verbania e zona
Data:
1999 ott 30
Progressivo di Edizione:
a. 44, n. 40
Editore:
Stampa Diocesana Novarese
Luoghi di residenza del Giornale:
Novara
Note Generali:
Il Ministero della Pubblica Istruzione ha concesso che i licei di Verbania vengano intitolati a Bonaventura Cavalieri (1598-1647) originario di Suna, illustre matematico e scienziato stimato, l`ultimo degli antichi e il primo dei moderni, purtroppo poco noto in Italia.
Chi era dunque costui? Bonaventura apparteneva ad una famiglia di Suna ma trascorse la sua gioventù a Milano. Là conobbe la congregazione dei Gesuati, affascinato dalla vita di quei religiosi dediti al servizio dei poveri e dei bisognosi di assistenza, scelse di entrare a far parte di quella congregazione. Gli studi teologici lo portano all`ordinazione sacerdotale, si dedicò quindi alla predicazione e alla cura delle anime. Ma la sua mente era attratta dalla matematica, tanto che il suo spirito era diviso tra l`amore per la teologia e quello per la scienza esatta. Dopo l`ordinazione ottenne dai suoi superiori di seguire la sua vocazione di matematico. Fu così che pàssò all`Università di Pisa alla scuola del Maestro Benedetto Castelli, poi a Firenze e a Roma come studente fino ad arrivare a Bologna dove fu professore di geometria. Si occupò di astronomia, diede lezioni sopra l`arte del navigare, approfondendo lo studio delle linee lossodromiche, calcolò con Torricelli le acque dei fiumi, scrisse trattati sui moto, diffuse la conoscenza dei logaritmi, studiò la trigonometria sferica... Ma soprattutto si dedicò alla geometria poiché considerava tutte le scienze come ”semplici corollari della geometria”.
Molto feconda fu la collaborazione con Galileo il quale lo teneva in grande considerazione come uomo e come scienziato tanto da definirlo ”Alter Archimedes”. E aggiungeva ”Da Archimede nessuno ha tanto approfondito la geometria; e siccome la geometria e la più difficile, egli deve essere abilissimo negli altri campi della matematica.
Nell`astronomia Cavalieri è emulo di Tolomeo, come lo è di Archimede nella geometria”.
Oggi Cavalieri è noto soprattutto per il principio che porta il suo nome, applicato al calcolo delle aree e dei volumi; principio che semplifica i procedimenti di esaustione della geometria antica e amplifica di molto il numero delle figure geometriche di cui si sanno calcolare con precisione area e volume.
È affascinante la lettura del suo capolavoro ”Geometria indivisibilus...”, qui, nelle altre sue opere e nella corrispondenza possiamo cogliere espressioni che ne rivelano lo spirito: ”la Geometria è contemplazione religiosa”, lo studio della geometria diventa ”assomigliarsi a Dio”, essa costituisce ”il pensiero e l`essenza della divinità” e rappresenta ”il punto di intersezione del pensiero umano e divino”. Altrove dice: ”la comprensione dell`universo richiede un substrato geometrico”, ancora: ”il mondo è costruito geometricamente”, ”la geometria deriva la propria validità dalla volontà di Dio Creatore e risulta, di conseguenza, il mezzo più adeguato ”che l`uomo possiede per comprendere l`opera del mondo e per arricchirlo”.
Questi pensieri lo portarono ad approfondire 1a scienza con l`intenzione di giungere, per sè e per gli altri, alla scoperta di Dio e alla proclamazione della sua gloria. Scriveva infatti: ”La natura, le leggi della natura sono segni della grandezza di Dio”; ”La sapienza divina geometrizza”; ”L`universo testimonia la sapienza di Dio”.
Dunque: matematico sì, ma per la gloria di Dio. L`attività dello scienziato gli apparve come completamento dell`opera divina, una specie di apostolato per svelare Dio e la opera agli altri uomini. Tuttavia il Nostro non ebbe vita facile nel campo delle scienze. Trovò opposizione e incomprensione da parte di altri studiosi di Geometria che consideravano ardite le sue intuizioni sugli ”indivisibili” tanto da contrastare con la geometria euclidea.
Tutta la vita di Cavalieri fu tormentata dal dolore fisico. C`è chi ha scritto che si dedicò a studi profondi per . dimenticare le sofferenze del corpo; ma è vero il contrario: il suo stato di salute limitò molto il suo impegno intellettuale. Ecco alcune espressioni colte nella corrispondenza: ”Sono fatto vecchio in gioventù e mezzo vivente nel miglior corso della mia vita”; ”a scrivere faccio pena e fatica”; ”son ridotto ormai a termine per la mia crudele infermità”; ”salute mala mi impedisce di capire cose da me trovate in passato, o di scoprirne di nuove”; ”per la mia infermità reso inabile a tali speculazioni e devo accontentarmi di cose dozzinali”.
A queste sofferenze fisiche sì aggiunsero molte sofferenze morali: dover a volte ricorrere ad altri per scrivere le sue lettere; tristezza nel prevedere il peggio, l`immobilità; l`incomprensione e lo scetticismo dei matematici contemporanei; incomprensione anche tra i confratelli del convento che giudicavano una perdita di tempo la sua applicazione alla matematica tanto da distoglierlo dall`apostolato religioso.
È indubbio che ci troviamo di fronte ad un genio. Egli ha intuito il senso della continuità e della discontinuità in matemanca, ha posto le basi alla mirabile teoria del calcolo differenziale ed integrale portata alla perfezione da Leibniz e da Newton. Lo stesso simbolo di integrale, una esse allungata è stato scelto da Leibniz in ricordo e ad onore della ”Summa” di Cavalieri.
E` questo il Bonaventura Cavalieri che Verbania vuole le far conoscere anche attraverso le sue scuoie.
A Cura di:
   [Fabio Copiatti]

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