Il ventidue settembre, nella sala consigliare del Municipio ebbe luogo l’annunciata seduta per discutere sul problema della pesca nel Lago Maggiore.
Erano presenti: il Sottoprefetto
cav. Fanzago, il Sindaco di Pallanza
avv. Cav. E. Pirola, i Consiglieri Provinciali
prof. Chiovenda,
avv. De Antonis, ed
avv. Cav. Uff. L. De Lorenzi, gli Assessori di Pallanza
cav. Menozzi e
prof. E. Zampironi, il R.° Commissario di Intra
Geom. Coda, il Sindaco di Chignolo Verbano, Corciago, Castello Valtravaglia, Bée, Germignaga, Ghiffa, Laveno, Meina, Nebbiuno, Oggebbio, Pisano, Premeno e Zoverallo rappresentanti altri Comuni; i Presidenti delle Società Operai ed Artigiani di Pallanza, signori
Franzosini e
Geom. Rag. Rossi.
Avevano aderito, scusando l’assenza dovuta a difficoltà od a mancanza di comunicazione, i Sindaci di Arona, Cannobio, Cavaglio S. Donnino, Falmenta, Gignese, Ispra e Luino.
Intervenne pure il sig.
Pietro Croppi in qualità di Membro del Consiglio di Amministrazione del Comitato di Azione Civile.
Il
Sindaco di Pallanza premesso un ringraziamento agli intervenuti ed agli aderenti, espone il motivo dell’adunanza. Fa una rapida rassegna dei precendenti della questione e del modo con cui si sono stabiliti gli attuali diritti di pesca spettanti a privati su acque pubbliche, accennando alle leggi che abolirono tale diritto di origine prettamente feudale.
Aggiunge dati precisi sulla situazione attuale in ordine al reddito in pesce del Lago Maggiore, sproporzionato e di molto inferiore a ciò che potrebbe dare in relazione al volume delle sue acque, appunto perché, essendo il diritto di pesca in mano a pochi che a loro volta lo subaffittano, manca una razionale sfruttamento che dovrebbe essere fatto con capitali e mezzi adeguati.
Propone che dall’Assemblea parta un voto al Governo di risolvere la questione con un Decreto Luogotenenziale avocando allo Stato, che ne è il legittimo proprietario, ogni diritto di pesca su acque pubbliche e quindi anche quello sulle acque del Lago Maggiore. In via subordinata il Governo proceda al riscatto versando ai concessionari attuali quanto per avventura avessero sborsato per godere del loro privilegio.
Dopo una breve osservazione del
signor Croppi sopra i diritti dei F.lli Lamberti sulle acque antistanti a Pallanza, il rappresentante di Chignolo Verbano,
signor Zanetti, dichiara di non essere d’accordo col Sindaco di Pallanza inquantoché una statizzazione del diritto di pesca rappresenta un danno e non un vantaggio. […]
Il
prof. Chiovenda non nasconde la sua meraviglia per la prima parte delle dichiarazioni del Rappresentante di Chignolo Verbano. Per quanto vero che molte volte il diritto dato ad un solo sia meglio esercitato che non dalla collettività, tale principio non può applicarsi al diritto di pesca su acque pubbliche se non sovvertendo ogni concetto di modernità e ritornando indietro di parecchi secoli. […]
Seguono interventi del Sindaco di Germignaga, dell’avv. Deantonis, replica del prof. Chiovenda e parere favorevole del Cav. Uff. Avv. De Lorenzi alle ragioni del prof. Chiovenda.
Con un Ordine del Giorno approvato all’unanimità (astenuto Zanetti, rappresentante di Chignolo Verbano) viene chiesto...
... che il Regio Governo intervenga con disposizione precisa a riconfermare la demanialità del diritto di pesca sulle acque pubbliche o ad immediatamente esercitarla o comunque ad affermare che sono o si intendono aboliti tutti i diritti di pesca sulle acque pubbliche d’origine feudale, dichiarando in ambo i casi risolti i contratti d’affitti in corso, e salvo sempre l’eventuale indennizzo agli odierni detentori.
- A Cura di:
- [Fabio Copiatti]
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