La copia in possesso alla biblioteca dell`Orto Botanico di Padova fu data in dono dal prefetto Giuseppe Gola.
Autore dell`opuscolo (forse con l`aiuto del conte Giberto VII Borromeo) fu quasi sicuramente Alessandro Pirotta, all`epoca capogiardiniere per i Borromeo all`Isola Bella e responsabile degli Orti di Acclimatazione Borromei delle Isole. Assieme al conte Emilio e al di lui figlio conte Giberto VII, il Pirotta è l`unico che possa aver tenuto traccia e memoria delle attività di rimboschimento, volute dal conte Giberto VI, e condotte però (a dar fede alla documentazione ritrovata negli archivi della casata) proprio dal conte Giberto VI, che coordinò il Pirotta e l`altro capogiardiniere delle Isole, Camillo Galbiati, fornitore dal vivaio dell`Isola Madre nel 1879 delle giovani piantine di larice usate per piantumare la ”mezza pertica” di terreno messa a disposizione all`Alpe Giardino per far crescere le piante.
Il Galbiati morì dopo il 1886 e prima del 1895; il conte Giberto VI nel 1885. Gli altri a mantenere memoria storica della piantumazione erano appunto il conte Emilio e il conte Giberto VII; si conoscono però altre pubblicazioni a firma del Pirotta, che consentono quindi di attribuirgli ragionevolmente pure questa.
Ulteriore motivo di complicazione nella vicenda sta nel sicuro accavallamento di interesse che due Giberto (VI e VII) ebbero in coincidenza di tempi per la botanica. Infatti, durante le indagini condotte negli ultimi mesi del 2004, è stato ritrovato un giornale botanico steso tra 1881 e 1890 dal conte Giberto VII Borromeo, in cui si fa esplicita menzione ad altri acquisti di larici (a Pallanza, dai vivai di Federico Della Valle di Casanova) per lavori di rimboschimento sul Mergozzolo. Ma a quell`epoca il conte Giberto VII aveva solo 21 anni, essendo nato nel 1859; si ritiene quindi che le decisioni economiche di cui resta traccia nelle carte amministrative conservate nell`archivio Borromeo, e in particolare nelle lettere indirizzate dall`amministratore Giuseppe Mira ”all`illustrissimo signor conte” a Milano fossero prese dal nonno, Giberto VI, piuttosto che dal nipote, Giberto VII. Piace pensare che questi plaudisse, a propria volta, all`iniziativa del Pirotta di stampare nel 1901 un foglietto che ricordasse quell`esperienza oramai vecchia di ventidue anni.