STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

Vita e documenti letterari di Pier-Alessandro Paravia professore nel R. Ateneo di Torino

Autori:
Bernardi, Jacopo
Titolo:
Vita e documenti letterari di Pier-Alessandro Paravia professore nel R. Ateneo di Torino
Anni Pubblicazione:
1863 ÷ 1863
Editori:
Giacinto Marietti
Luoghi Editoriali:
Torino
Riferimento a Biblioteche:
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale
Argomenti:
Isola Bella
Isola Madre
Pallanza
Arona
Stresa
Note Generali:
Alle pagine 259-263 si legge:

Imprende egli, il Paravia, una giterella sul lago Maggiore, ed eccolo segnare nel suo memoriale: «Partito di Torino il 7 luglio alle 4 pomeridiane del 1846, giunsi a Novara con un bel raggio di luna verso le tre del mattino. Si partì alle 5 e si giunse ad Arona alle ore 10 del giorno (questa ricordanza delle ore consumate viaggiando prima delle strade di ferro, varrà a stabilire la differenza che passa tra il nuovo e l`antico ordine di fatti).
Ammirai nella Collegiata il bellissimo quadro di Gaudenzio Ferrari in nove comparti. Il tratto di mezzo rappresenta Maria Vergine in adorazione del bambino con s. Giuseppe e due angioletti, uno dei quali tocca un liuto. In uno dei quadri da lato v`ha due figure simboliche, nel l`altro due santi, uno de` quali è s. Domenico che presenta alla Vergine una donna in ginocchioni, l’ordinatrice forse del quadro. Ne` tre comparti superiori evvi il Padre Eterno fra due angeli con alcuni santi da lato; negl`inferiori altri santi cogli apostoli. L`opera è raffaellesca. Nell`altra cappella di fianco alla maggiore evvi pure un altro bel quadro: la nascita di N.S., dell`Appiani.
Partito col battello a vapore alle 1, giunsi alle 3 pomeridiane a Pallanza, ospitalmente accolto dal cav. Cadorna, riformatore degli studi.

9 Luglio. — Svegliatomi alle 4 si partì alle 6 col prof. Dalmazzo e co` professori Mortarotti e Coppino per vedere le isole Borromee. Si cominciò dall`isola Bella, vero palazzo incantato, vero soggiorno di Armida. Il palazzo è un museo di quadri, di mobili preziosi ed antichi, di marmi, di sontuosità ed eleganze, e rarità d`ogni genere.
Molto vi lavorò il Tempesta, fuggito da Roma per aver ucciso la moglie, e ricoverato da` Borromeo: evvi il suo ritratto e quello della sua amica. Molto gustai i quadri numerosi del Londonio, di maniera fiamminga. Si mostra la camera ove dormì Napoleone.
Ma ciò che più mi sorprese si fu un appartamento a terreno, tutto a mosaico, fatto di fini ciottoli a diversi colori, con marmi preziosi incastrati nelle pareti, e varie statue; quattro delle quali sono lavoro del Monti. Sono anche preziosi i tre monumenti antichi de` Borromeo, che sono ora nella nuova ed elegante chiesa del Palazzo, e che stavano un tempo nella distrutta chiesa di S. Francesco di Milano, sono lavori del Cinquecento, e uno forse più antico. Si passò quindi al giardino che si alza in dieci piani, ed è coronato da un magnifico terrazzo contornato di statue. Chi può dire quanto abbian costato le sostruzioni [sic, deliberatamente per costruzioni di sostegno] per sostenere questi dieci scaglioni di giardino? Boschetti di aranci, di ortensie, di lauri; fra` quali ultimi ve ne ha due sì grossi, che Napoleone v`incise sur uno una parola che pare bataille, e che gl`Inglesi in addietro spogliarono di corteccia.
Dopo aver girato per due ore e mezzo, si parti alle 10, non senza aver veduto prima la chiesa parocchiale dell`isola, piccola, ma bellina. Si afferrò [sic] all`isola dei Pescatori, dove si mangiò dell`eccellente pesce, e quindi fummo a visitare certo signor Zanetti, che dopo aver negoziato di stampe a Londra, e fattivi de`quattrini, ritornò, come Ulisse, alla petrosa sua Itaca. Ha una bella serie d`incisioni, massime di ritratti inglesi; ma ciò che formal`ammirazione di tutti è un quadro del Poussin, sul gusto di Raffaello fatto per Luigi XIV, che rappresenta il riposo in Egitto, venduto con altre preziosità dalla Malmaison. Il Zanetti ne divenne l`acquirente, e l`Anderloni ne fu poi l`incisore.
Si abbandonò l`isola de` Pescatori alle 12 e si sbarcò all`isola Madre. Il palazzo ha l`aspetto di una caserma abbandonata; ma il giardino che s`innalza in cinque ripiani è mirabile per la copia, varietà, rarità ed antichità del le piante esotiche, fra cui girano più di quattrocento fagiani. Mi colpirono due pini di Scozia di tale altezza, che l`occhio non ci arriva. Alle ore 1 1/2 eravamo di ritorno a Pallanza, dove pranzammo tutti in casa Cadorna.
Nel dopo pranzo si andò a vedere la chiesa di S. Maria di Campagna, bell`opera architettonica del Cinquecento guastata interiormente: con begli affreschi di Gaudenzio e della sua scuola; ma il cielo imbruniva e poco potei vedere.

10 Luglio 1846. — Giorno di dolorosa memoria per me [gli ricordava la morte della venerata madre sua - N.d.R.]. Dopo aver ascoltato la s. Messa nella Collegiata di Pallanza, montai sul vapore, e alle 9 1/2 giunsi a Stresa. Salii al convento dell`ab. Rosmini, mio vecchio amico, che mi accolse con la maggior effusione [pubblicavo la bellissima e graziosissima lettera che il Rosmini scriveva all`amico, rimproverandolo della mala strategia ch`egli usava, allorché passando a quella volta, non visitava l`antico suo condiscepolo, e non trattenevasi alcuni giorni sotto l`ospitale suo tetto: nobili affetti di nobilissimi amici - N.d.R.].
Egli sta fabbricando una nuova chiesa e ingrandendo la casa. Nella chiesa vecchia vidi due bei quadri: quello dell`altar maggiore che rappresenta Gesù Cristo in croce, con Maria Vergine, s. Giovanni e s. Carlo, è opera di uno scolare di Owerbeck, diretta dal suo maestro; l`altro mostra la sacra famiglia, ed è opera di Claudio Drint. Scesi verso mezzogiorno col caro Rosmini nel paese di Stresa, di cui vidi la bella chiesa parrocchiale, e dove pranzai in casa Bolongari. Tornai a Pallanza verso sera con acqua assai grossa.

11 Luglio. — Di buon mattino volli rivedere i begli affreschi di Gaudenzio e della sua scuola nella cappella maggiore di s. Maria di Campagna: sono opere egregie e di buona conservazione. Nella cappella della Madonna vidi pure alcuni bei quadri che diconsi del Procaccino. Partito di Pallanza alle 9 1/2, e congedatomi da quelle cordiali persone, montai col prof. Dalmazzo sul vapore, dove trovai l`avv. Brofferio. Essi sbarcarono ad Arona ed io continuai per Sesto Calende».
A Cura di:
   [Anna Elena Galli]

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