Lunghezza, e larghezza del Lago di Como.
È vero che quel di Como, e quel di Garda li fanno competenza. Nondimeno questo è più lungo di quel di Como, et anco più largo. Onde per quel che ne scrive Strabone, il lago di Como non è lungo più di miglia trentasette, e mezo. Intendendo io però, che non sia compreso nella misura quel canal stretto, che va da Sorgo, a Sommolago, il qual per la sua strettezza, più tosto par un fiume, che lago; onde quindi cominciando, più oltre non si può navigare, per la moltitudine de i gran sassi, che quivi si trovano: secondo che conferma il p. Leandro nella sua Descrittion d’Italia, et il diligente Tomaso Porcacchi da Castiglione Arretino nella sua Nobiltà di Como. Perloché si vede chiaramente, che quei autori c’hanno scritto, che il lago di Como è lungo sessanta miglia, che è stato Cassiodoro, et uno detto Angelo da Milano, hanno compreso nelle loro misure il detto canale; oltre, che facendo detto lago a sembianza d’un triangolo, et fa due braccia, de’ quali un passa a Como, e l’altro va a Lecco, e quella grande abbondanza d’acqua che esce dal lago di Como, seguitando Adda, è dimandata lago di Lecco, dal Castello di Lecco così chiamato; onde questi scrittori, sono a misurar d’un luogo all’altro, e misurando da luogo a luogo, secondo le rivolte del lago, insieme con quel ristretto innavigabile, lo descrivono sessanta miglia; il che lasciando come habbiamo detto da misurar da Sorgo a Sommolago, e tirando le misure per retta linea, che è commune a tutti i naviganti, e prattichi del lago, troverassi la misura uguale, a quella di Strabone di miglia trentasette e mezo, come detto habbiamo.
La sua larghezza dove è maggiore, dicono che è di cinque miglia; benché Strabone nel quarto libro dica miglia quattro. Et però il nostro lago di cui favelliamo, è maggior di lunghezza e larghezza.
È ben vero, che il lago di Como possiede molte dignissime qualità, e prerogative, che tutte lo fanno degne di lodi, et è sopra gli altri laghi fuori di questo nostro che scriviamo.
Se hora vorrò ragionare del lago di Garda, dirò, che secondo la descrittione di Giulio De’ Giulii da Cannobio giureconsulto et huomo ingenioso e curioso, e di Giorgio Giodoco Bergani, monaco di S. Zeno di Verona, huomo molto dotto, et elegante poeta, nella descrittione di detto lago in versi, et in pittura, misurandosi per linea diritta miglia trentacinque in lunghezza, cominciando da Peschiera dal mezo giorno, et a Riva dal Settentrione, la sua larghezza tirando la linea da Salò, che è dall’Occidente sino a Garda, over a Lagise, che sono dall’Oriente, si annoverano da quattordeci, in quindeci miglia, di modo che il nostro è più lungo, ma non così largo.
Et anco il dotto Bonaventura Castiglione afferma, che il Lago Maggiore è più lungo, e più largo di quel di Como, nel libro De Gallorum insubrum antiquae sedes.
Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603
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