Delle sorti de Pesci che produce questo Lago, e che si prendono in esso, col peso della loro maggior grossezza
Gli è cosa ragionevole c’hor diciamo alcuna cosa delle sorti de` pesci che si pigliano in questo Re de` Laghi, e della loro maggior grossezza, e peso.
Primieramente pigliasi il pesce Trutta, et in grande abbondanza, il qual senza controversia alcuna fra tutti gli altri pesci egli ottienne la gloria, e la corona. Questo da Columella è chiamato Lupo vario; et anco a Roma si dimanda Lupo. Da Ausonio Gallo è detto Salar, e da Toscani Trotta. E nel vero è cosa mirabile, e piena d`ammiratione il vedere quivi pigliarsi trute talvolta di smisurata grandezza, che saranno di peso di libra grossa d`onze vent`otto, fino a libre dieciotto, venti, et anco se ne prese di peso di libre trenta alla grossa: che sono di peso alla libre commune d`onze dodeci, di libre settanta. Il che è cosa di stupore. E senza dubio maggiore sono le Trutte de` Laghi, che quelle de` fiumi, oltre che sono migliori, e più saporose d`ogni altra sorte di pesce Marino, e massimamente queste Trutte che si prendono il mese di Maggio. Ma questo pesce bisogna mangiarlo fresco, perche come è morto in pochissime hore perde questa sua somma gratia di sapore, come questo che per la sua grassa, e tenerezza, puzza molto tosto.
Del pesce Carpano, e sua grossezza
Pigliasi oltre la Trutta il pesce Carpano, il qual de consentimento de gli scrittori senza dubbio è quel pesce, che a Venetia, Ferrara, e Bologna è chiamato Raina, e per Lombardia Carpina, et da Mantovani Burboro. I Latini usando il vocabolo Greco lo dimandano Ciprino, et Alberto lo chiama Carperen. Cresce questo pesce fino ad una smisurata grossezza, e se ne veggono l`estate alle radici de` sassi alcuni grandi come un porco . E secondo Aristotele nel Sesto de gli Animali al 14. egli partorisce cinque, e sei volte l`anno, et è molto astuto a schifar le reti de`pescatori. E come scrive Alberto, alcuna volta scorre via, alle volte si caccia in fondo, tal volta con la bocca s`attacca all`herba, e quivi si ritiene per non lasciarsi pigliare. E tal volta da alto si va ficando con la testa nel fondo, accioche la rete non li toccando altro che la coda possa scorrere via senza prenderlo, et a questo modo si salva, oltre che per lo duro ordine delle scaglie non può esser offeso dalle balestre.
Del pesce Temolo, nobilissimo
Il Temolo è reputato pesce nobilissimo, e delicato, e però egli è tenuto in gran pregio, e pigliasi in questo Lago, nel Tecino, di sopra, e di sotto, e nelli Fiumi della Maggia, della Tressa, e della Tosa, et in altri fiumi che sboccano nel Lago. E se ne prendono di questi delicati pesci di peso fino de libre cinque da onze dodici. Et l`olio della sua grassezza è ottimo il porlo nell`orecchi per riavere l`udito.
Del pesce Persico
Produce ancora questo nostro Imperator de Laghi, grandissima abbondanza del parimente nobile pesce Persico. Chiamato da` Scrittori Perca di fiume. Questo suol crescere fino al peso de libre nove da onze dodeci della sua maggior grandezza. E come vuole Aristotele partorisce le sue vouve una volta l`anno. Egli è pesce nobile, delicato di polpa tenera, facile a cuocersi, e di buon sugo. E per tal fu lodato in alcuni versi d`Ausonio Gallo. E condito in qual si voglia modo sempre è saporoso, e grato al gusto.
Del pesce Luccio, Tenconi, et Anguille.
Questo Lago produce ancora Lucci bonissimi, de` quali se ne prendono di tal grandezza, che sono di peso di libre dicciotto, e venti alla grossa, da onze vent`otto per libre. Che constituiscono il peso di libre quarantasei e più alle libre de onze dodici.
E ci sono ancora gran copia de Tenconi d`eccellente bontà, et di questa sorte di pesce, se ne pescano di peso de libre dodeci commune. Si come si prendono ancora Anguille di grossezza, di peso alla sottile di nove libre l`una, grasse, e delicate.
Del pesce Agone
Ora volendo scrivere del pesce Agone, dico che ragionevolmente è connumerato tra li pesci nobili. E rare volte se ne trova alcuno maggior d`una spanna di lunghezza, e di peso di libre tre, e mezzo alla sottile. Et questo Lago ne produce in grandissima quantità. Le femine di questi pesci pregne d`ova, seguitate da maschi pieni di seme, nuotano il mese di Maggio a liti sassosi: dove le femine generan l`ova, e li maschi le spargono del seme loro. Di questi poi nascono Agoncelli piccioli, che in pochi giorni crescono quant`un dito, e sono chiamati Antesiti, et ancora ... vengono detti, che poi a poco a poco crescono fino alla loro natural grandezza. L`Agone è` pesce timido, però si spaventa per ogni leggieri, e tremolante ombra, e fugge.
Egli è semplice, e senza astutia, onde agevolmente dà nelle reti. Vive con gli altri in schiesa, e non nuota se non in compagnia, pensandosi forsi così d`esser più sicuro dall`ingiurie, e violenza de` pesci maggiori: poichè, i Burbori, i Lucci, e piú d`ogni altro le Trutte sempre lo perseguitano: di modo che si vedranno tal volta molte migliaia d`Agoni cacciati dalla Trutta, non senza gran guadagno de` pescatori; che spesso pigliano quelli, e questa. Questo pesce muore subito che è fuori dell`acqua. Et è buono d`ogni tempo, ma è miglior il Luglio, l`Agosto il Settembre, e l`Ottobre: nel qual tempo fatto più teneroso, e più grasso suole esser più delicato.
Del pesce detto Bottrise, et anco chiamasi Triseo e Strinzo
Nel numero de` pesci nobili, è cosa giusta il porne la Bottatrise, così detta volgarmente, essendo pesce delicato, e grato al gusto, acconcia in qual si voglia modo. Di questo pesce se ne prende di grandezza di peso de libre sette alla sottíle, dico de libre da onze dodeci, Et ben che tutto l`anno se ne piglia così all`hamo, come alla rete, et che sia bono, e saporoso, tuttavia quel che si piglia il verno, e sopra tutti connumerato fra i pesci nobili: atteso che all`hora, egli è grasso, più tenero e molto più delicato. E come che tutto sia (come habbiamo detto) delicato, e saporoso, nondimeno il suo fegato, è maravigliosamente saporoso, e delicato, il qual più delle volte cresce alla grandezza di quel d`un Capretto. Oltre che anco il suo latte è soavissimo. Di questa sorte di pesce io presente autore affermo di non haverne mai veduto in niuna Città d`Italia, ne so dove si pigliano, salvo in questo Lago, et in quel di Como. Nè appresso a Greci, o Latini s`ha altra cognitione di questo pesce, nè del suo nome.
Del pesce Balbo, e Cavezzali, detti Cavedeni
In questo Lago si prendono ancora gran numero de pesci Balbi, e Cavezzalli, i quali nella loro specie riescano delicati, e saporosi, come sono tutte le sorti di pesci che produce questo Lago, rispetto che i pesci si nodriscono nella sabbia e ne` scogli che tengono le vene d`oro, et argento. Di queste due sorti di pesci se ne piglia di grandezza, che pesano fino a libre dodeci l`uno, dico de libre da onze dodeci.
Del pesce Pigo, detto anco Encobeo
Faremo adesso ragionamento del pesce Pigo detto anco Encobeo. Il qual solamente in questo Lago, e quel di Como si piglia. Nè trovo che alcuni autori antichi l`habbino nominato. Salvo che Plinio ne fece mentione nel libro 9. al cap.18 senza fargli nome. Dicendo, che due Laghi d`Italia alle radici dell`Alpi, quel Maggior, e quel di Como producon pesci, che al nascere delle virgilie sono belli a vedere, per alcune spesse, et aguzze scaglie a modo di brocchette da calzolai, e non le hanno che in quel mese. Ha il capo tondo, il muso serrato, non molto in fora, e la bocca mediocre, e senza denti, et è coperto di gran scaglie, nel mezzo delle quali sorgono alcune punte bianche in forma di piramide, che non si veggono se non il mese di Maggio, e di Giugno, e poi mancano. Partorisce il mese di Maggio intorno a` liti del Lago. Et cresce fino al peso di libre sette, da onze dodeci.
D`alcune altre sorti di pesci.
In questo Lago si pigliano molte altre sorti di pesci, come scavori, i quali crescono fino al peso di libre cinque, da onze dodici.
Troij da onze due.
Arborelle da onze una.
Scazzoni da onze una.
Inselle da onze una.
Lamprede da onze una.
Letti de libre due, e mezza.
Oltre a i Gambari, che vengono grossi, e delicati. Et altri pesci che non li so il nome. Senza ch`io dichi dell`abbondanza de` pesci nobili, e delicati che producono i fiumi, e rivi delle acque chiarissime che sboccano nel Lago, che sono numero trentacinque. Onde li pesci di questo Lago, e fiumi sono tanto esquisiti, e delicati. Che se havesse habitato quivi vicino quel Tirano, che dava gli huomini smembrati da mangiare a pesci, perché diventassero più grati al gusto, saria cessato in lui questo crudele, et inhumano desio, per essere i pesci del Lago tanto delicati, che da humana ingordigia non vi può esser desiderata soavità maggiore.
Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603
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