STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Denominazione:
Breve Abstract:
V. De Vit, Il Lago Maggiore..., Prefazione
Abstract:

PREFAZIONE





L’origine dei due primi volumi della presente Collezione è dovuta interamente alla venerata memoria di Antonio Rosmini. Questi aveva ordinato all’egregio artista Francesco Somaini Luganese di lavorare in istucco cinque statue da collocarsi nelle cinque nicchie della Chiesa da lui eretta sul colle prossimo a Stresa. Una di queste, quella di mezzo in faccia al pulpito, doveva rappresentare S. Pietro in atto di trarre a terra una rete piena di pesci, tema allusivo al Noviziato, ad uso del quale era allora destinata la contigua casa religiosa, ivi stesso da lui edificata : le altre quattro dovevano essere dei Santi e Beati principali del Lago Maggiore, cioè di S. Arialdo Diacono, di S. Carlo Borromeo, del B. Alberto Besozzi e della B. Caterina da Pallanza. Bramoso in pari tempo, che anche la popolazione di Stresa, che frequenta questa Chiesa, potesse trarre, alla vista di queste statue, un qualche pascolo alla propria devozione, mi manifestò, correva l’anno 1833, il desiderio, che alcuno de’ suoi scrivesse all’ edificazione de’ fedeli un breve sunto della Vita dei detti Santi e Beati. Accortomi che avrebbe avuto piacere che imprendessi io quel lavoro, non tardai a proferirmivi, permettendomi al tempo stesso di fargli osservare che sarebbe stato anche utile di premettere a quelle Vite un qualche cenno storico intorno al borgo di Stresa. Onesto pensiero gli piacque e senz’altro mi confortò ad eseguirlo. Mi sono quindi posto a raccogliere i materiali opportuni, e nel giro dì pochi mesi ho potuto così compilare e dare alla luce quel primo saggio col titolo: Notizie storiche di Stresa colle Vite dei Santi e Beati principali del Lago Maggiore, Casale, 1851 pel Casuccio, in 8.°
Alla lettura di questo libro alcuni di quelli, ch’erano stati poc’anzi da me interrogati per avere notizie, e che per poco non si erano maravigliati come io sprecassi il mio tempo su cosa (volevano alludere a Stresa), che secondo essi non valeva la pena di spendervi sopra il più piccolo studio, furono i primi a manifestarmi la loro soddisfazione e a farmi notare ad un tempo quel molto più che si sarebbe potuto dire in relazione al già detto, e a desiderare che simigliante lavoro venisse alquanto più esteso sui luoghi circonvicini, esibendosi allora prontissimi ad indicarmi, ed anco a somministrarmi, quante notizie e documenti si avevano, o si potessero avere a compimento del mio lavoro.
Il desiderio dall’una parte di emendare il mio scritto, e dall’altra di aderire alle istanze che mi venivano fatte, mi fece accogliere di buon grado ogni notizia, che mi era porta e ad imprendere nuove ricerche non solo riguardo alle Vite dei Santi e Beati del Lago Maggiore e degli altri uomini illustri di esso, de’ quali aveva fatto pur cenno, ma eziandio riguardo alle notizie storiche di Stresa e dei luoghi circonvicini. Lessi quindi quanti libri antichi e recenti furono pubblicati su questo argomento, e quante pergamene, carte e memorie scritte potei avere, rovistando, non senza grave spendio di fatica e di tempo, intere biblioteche di manoscritti ed archivi sì pubblici che privati, visitando sulla faccia del luogo ogni cosa e interrogando quanti potessero somministrarmi al bisogno consiglio, aiuto e indirizzo: e lottando in pari tempo coi pregiudizii di alcuni, coll’ignoranza di altri, e colla indifferenza di molti, per non dir più, sono venuto a capo di riunire insieme un buon numero di memorie, da poterne compilare, separandone le materie, non uno ma due volumi.
Lasciando a parte per ora quello che riguarda gli uomini illustri del Lago, e attenendomi al primo che tratta delle Notizie storiche di esso Lago, di Stresa e delle isole Borromee, non devo anzi tutto dissimulare al mio discreto lettore la più grave delle difficoltà in che mi avvenni nella compilazione del presente volume, la quale versa non solo nella incertezza di molte notizie, ma e nella correzione eziandio di moltissimi errori in fatto di storia, di geografia e di cronologia, ne’ quali sono caduti più o meno quasi tutti gli scrittori che mi precedettero, cosi antichi come recenti. Di questi errori molti ne ho già notati, altri ho corretti senza avvertirli ed alcuni anche ho dovuto lasciare, perché solo sospetti, non avendo netta la verità da poter contrapporre.
Non pretendo tuttavia di vantarmi, così dicendo, di esserne io medesimo uscito illeso. So pur troppo, e per esperienza, che un simil vanto potrebbe di leggeri e quando meno si aspetta, trovarsi smentito alla prova. Solo intendo con ciò di avvertire i miei lettori della premura e diligenza che mi ebbi nel redigere questo lavoro e delle difficoltà superate, quasi con questo provocandoli a leggermi con attenzione, ché anche ciò reputo non leggero guadagno e per essi e per me.
Questo genere di lavori, se difetta di verità e di esattezza, ha perduto gran parte del suo valore. E siccome siamo inclinati a credere che quando una cosa è pubblicata, la presunzione stia in suo favore, così ne avviene ancor di frequente, che gli stessi errori, come vediam tutto giorno, si ripetono uno dall’altro accettandosi senza esame con discapito di tutti quelli che sono costretti di servirsi delle altrui testimonianze; perocché non può sempre chi attende alla compilazione di lavori di maggior mole esaminare il tutto da sé.
A questa generale avvertenza, altra ne soggiungo, ora speciale, anche per purgarmi da un’accusa fatta alla edizione delle Notizie di Stresa, e che taluno pur potrebbe ripetere sulla presente non senza apparenza di verità.
Mi accusarono cioè di aver caricate le Notizie Storiche di Stresa di troppe note. Non lo dissimulo; è vero. Prima però di farmene colpa prego i miei lettori di riflettere che la storia che mi proposi di scrivere, non si è potuta cavare dai luoghi stessi che ne sono il soggetto, o dalle viscere, come suol dirsi, dell’argomento, ma per averla si è dovuto all’incontro uscire il più delle volte di casa e cercarla tutto all’intorno per larga cerchia negli altri luoghi, dove per le relazioni che sono inseparabili tra luogo e luogo, tra paese e paese si giaceva appiattata e quasi direi nascosta, e costringerla a mutare abitazione e fare così ritorno al proprio albergo. Ora è chiaro, che in queste ricerche ho dovuto raccogliere di molte notizie che strettamente non appartengono al mio soggetto e correggere di molti errori che passati sotto silenzio, o non avvertiti a tempo, avrebbero potuto intrudersi, quando che fosse, nel mio, sebbene relativi ad altri luoghi, e quindi mi venne fatto di unire un buon numero di notizie, che forse indarno o certo a stento e con grande fatica si sarebbero potute, lasciate a parte, ripescare da poi. Che dovea farne? Mutare il titolo del mio lavoro per comprenderle anch’esse? Non avrei potuto far ciò senza rifarmi da capo e mutare per giunta il disegno già concepito a principio. Lasciarle? Non mi pareva che convenisse; specialmente che il frutto di tante indagini, sebbene non sia compiuto rispetto ad altri luoghi, potea nondimeno tornare di qualche utilità altrui. Ho preso quindi la deliberazione di riferire nel testo quanto può bastare alla dilucidazione dell’argomento, e di registrare nelle note non solo quello che può servire a dar loro un compimento qualsiasi, ma eziandio tutto quello che può riuscire di vantaggio agli altri per la storia de’ luoghi circonvicini. Così operando avvisai che il mio lavoro potea acquistare un interesse maggiore senza scapito dall’una parte e con profitto grande dall’altra, illustrandosi ad un medesimo tempo più altri paesi del nostro Lago. E ciò che dico di questo primo volume, che comprende le Notizie storiche di Stresa e delle Isole Borromee, s’intenda detto altresì del secondo, che conterrà le Vite degli uomini illustri per virtù, scienze, lettere ed arti del Lago Maggiore, le quali ci offriranno il destro d’inserire ben altre notizie intorno a più luoghi del medesimo, coi quali hanno quelle vite una particolare attinenza.
Ciò premesso vengo ora ad esporre il metodo da me seguito nella compilazione del presente volume, e a dare così ragione del titolo che gli ho posto in fronte.
Certamente i luoghi, de’ quali imprendo a trattare, furono le molte volte e in varie guise e in diversi tempi più o meno diffusamente e in tutto o in parte descritti. Essi però non ebbero mai, a parlare con precisione, una storia propria e né anco forse se la potevano avere, almeno secondo il concetto che si ha di essa comunemente; ond’è che le presenti anzi che storia, come fecero alcuni che mi precedettero, ho amato meglio d’ intitolare Notizie storiche. Tuttavia anche di queste era a cercare un filo conduttore, intorno al quale si potessero l’annodare per dar loro almeno quella specie di unità richiesta dalla natura di esse, e senza la quale, notizie staccate le une dalle altre, male si sarebbero potute cronologicamente insieme congiungere.
Ben compresero questa necessità parecchi scrittori delle nostre Rive; e per ovviare alla difficoltà che loro si presentava, si limitarono più tosto a dare una descrizione puramente corografica del Lago Maggiore, soggiungendo poi a ciascun luogo le notizie che stimarono più opportune a dilucidarne la storia particolare. Questo metodo ha i suoi vantaggi e può tornare giovevole allo scopo che si è prefisso un autore: ma non era acconcio pel mio; perocché in questo modo si ha bensì de’ singoli luoghi qualche notizia, ma non si ha intiera per veruno di essi. Se questo poteva e può appagare il curioso, che visita per pochi giorni il nostro Lago ed ha vaghezza di conoscerlo anche partitamente, ma in superfice [sic], non potrà certo soddisfare ai desiderii di quelli che abitano sulle sue sponde, o che vi fanno dimora, almeno per qualche parte dell’anno. Questi in luogo di una semplice perlustrazione delle sue rive e di notizie staccate le une dalle altre, sentono il bisogno di conoscerne più a fondo e più ampiamente la storia, quale può aversi, e le varie fasi di essa: amano di leggere le vicende, alle quali andarono soggette le sue popolazioni nelle diverse età che trascorsero e la condizione loro sotto le varie dominazioni, che si successero col processo de’ tempi, fatti per poco presenti essi stessi nella lunga serie de’ secoli alla lenta e laboriosa trasformazione, che si venne mano a mano operando ne’governi e ne’popoli fino ai dì nostri. Ora è per questi che ho di preferenza compilato il mio scritto, il quale riunendo in sé il vantaggio de’ primi, soddisfa ad un tempo ai desiderii di entrambi.
Ognuno da ciò comprende, come io dovessi per questo dividere i raccolti materiali in più libri o periodi secondo l’ordine cronologico.
Già è noto, che ne’ tempi più remoti non abbiamo memorie dei nostri luoghi che molto vaghe ed incerte. La vita civile politica e religiosa de’ popoli primitivi era tutta, si può dire, tradizionale: ma questa tradizione non fu mai scritta da essi, né ci venne tramandata da altri. Il popolo più fortunato che in tempi posteriori, che per noi furono per giunta assai tardi, pervenne coll’armi ad assoggettare questi paesi al proprio dominio, ci lasciò scritto bensì quanto ha saputo esso stesso operare in suo prò, ma nullamente si curò dell’altrui, e se pur qualche cenno n’è fatto, ché tacerne al tutto tal fiala non si poteva, questo non è che leggero, quasi sempre sconnesso e frequentemente interrotto da più o meno vaste lacune, che a noi ora è impossibile di riempiere. Si sarebbe potuto aspettare, che almeno sotto la signoria de’ Romani qualche scrittore si fosse dato pensiero delle prische memorie di questi luoghi e dei popoli, che gli abitarono; ma anche in questo ben lungo periodo, rarissima cosa è trovare qua e là qualche lume, che ci rischiari le tenebre, tra le quali sì lungamente rimasero avvolte le piaggie del nostro Lago. E lo stesso è a dire de’ tempi, ne’ quali queste regioni furono sotto il dominio de’ Goti e de’ Longobardi: dal che è manifesto che per tutto questo periodo di tempo, che corse dalle prime memorie di questi luoghi sino a Carlo Magno dobbiamo tenerci paghi di quei pochi e miseri cenni, che troviamo sparsi nei libri degli scrittori Greci e Latini e di qualche sasso scritto, risparmiatoci dalle ingiurie dei tempi: è manifesto di più, che volendo noi al nostro scopo trar profitto anche di questi miseri avanzi, ci era mestieri di estendere le nostre ricerche a lutto il Lago Maggiore ed a’ paesi contermini, non già limitarsi ad un luogo o ad una regione particolare di esso ; poiché dalla riunione di quelli in un solo corpo, si potevano ritrarre quelle notizie più generali, dalle quali poscia ne fosse dato argomentando discendere alle particolari che ci mancano, e che in quelle come in germe sono comprese. Di qua la ragione delle parole Lago Maggiore, che prime appaiono nel nostro titolo. II Lago Maggiore dunque in generale sarà l’argomento del primo libro, e insieme base e fondamento dei tre seguenti.
Colla caduta del Regno de’ Longobardi un nuovo ordine di cose incominciò per l’Italia. La sua storia fino a questo tempo, potea dirsi una: quinci innanzi divisa e suddivisa in più parti, ebbe sotto forme diverse di governo anche de’ principi particolari più o meno dipendenti gli uni dagli altri. Fu allora che pure i Vescovi di Novara e di Como, non meno che gli Arcivescovi di Milano divennero signori territoriali, quale di una parte del nostro Lago, quale di un’altra, finchè da ultimo i Visconti giunsero ad avere da soli il dominio di quasi tutta la Lombardia. In questo lungo periodo di tempo dalla fine dell’ottavo al decimo quinto secolo incominciano le memorie speciali di Stresa e delle Isole del nostro Lago: alle quali sole di conseguenza verrà restringendosi gradatamente il nostro lavoro, non trascurando però que’ luoghi, coi quali esse sono strettamente legate. Ecco pertanto l’argomento del secondo libro, il quale abbraccerà quasi intero quel periodo, che gli storici sogliono chiamare del medio evo.
Usciti di questo e venute frattanto Stresa e le Isole con buona parte delle terre del Verbano e delle regioni limitrofe in potere della famiglia Borromeo, il mio racconto procederà più spedito fino alla abolizione de’ feudi avvenuta alla fine dello scorso secolo. Tutto questo periodo sarà compreso nel terzo libro.
L’ultimo finalmente, dato un rapido cenno degli avvenimenti politici del presente secolo, tratterà più particolarmente ancora delle cose di Stresa e delle Isole nella nuova loro condizione, allargando in fine il discorso sugli incrementi ch’ebbero non solo i paesi del Vergante, ma e in generale quelli tutti del Lago Maggiore in questi ultimi anni.
Tale è l’ordine che mi sono proposto di seguire. Potrà il lettore scorgere agevolmente da esso, che mentre io offro le prime basi della storia del nostro Lago, comuni a tutti i singoli luoghi che giacciono sulle sue sponde, limitando poscia il mio racconto più particolarmente a Stresa e alle isole, lascio libero il campo ad ognuno di esporre su quelle stesse basi, ove si credano abbastanza sicure, le memorie storiche in particolare degli altri luoghi, da me se non del tutto neglette, certo né anco a sufficienza illustrate; come ho accennato fin da principio. Possa il mio esempio eccitare altri a fare per questi quel medesimo che ho fatto per quelle, persuaso come sono, che tali monografie moltiplicandosi sulle poste basi, non potranno che prestare un ottimo servigio alla storia, la quale d’altronde non è a sperare che possa mai aversi esatta e compiuta, senza il loro soccorso.




Accedere qui al quadro generale dei volumi dell`opera devitiana Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee..., Alberghetti, Prato 1875-1880



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