Di Cerro, Ceresolo, Laveno, Porto, e Germignaga
Ora è ben ragione che ritorniamo dove ci partimo dietro la ripa del Lago, dico adunque che passato S.Caterina si trova Cerro, terra assai honesta, e popolata. Questa è moderna, fabricata da ducent`anni in qua la qual ha tirato a se quasi tutto Ceresolo, per la commodità de `negotij, et é passaggio di mercantia, e bestiami. E Ceresolo, vogliono che sia luogo dove nel passaggio si fermasse Giulio Cesare nell`andar in Francia. E però dicono che Ceresolo, è parola corrotta, e che voglia dire Cesarolo non Ceresolo. E non é da lasciar di dire che alcuni hanno detto, che il Lago che v’è per incontro, è la più nobil parte che ci sia, perchè essendo il pesce Truta, la Reina de tutti gli altri pesci di detto Lago, e quivi havendo lei il suo palazzo Reale, per conseguenza quella deve esser la più illustre ripa di tutto il Lago. Il che, ancor conoscessi che perpetuamente ci stanno i pescatori con i suoi reti tesi. Qui è ancora la casa di Polidoro, tanta nominata da gli habitatori di quel Lago.
Più oltre seguitando la ripa, trovasi Laveno, luogo antico, et vogliono che così sia detto, perchè Tito Labieno soggiornasse in questo luogo. Laveno adunque è luogo nobile, del qual molti scrittori ne fanno parlamento, e li Signori Romani li mantenevano una Legione de soldati, per ostare a tutte le nazioni ultramontane. Questo è porto antico del Lago, e quivi ci concorrano gran mercantie: e da questo luogo si va per Val Cuvia che conduce a Varese, e Milano. Del qual luogo Bonaventura Castiglione dice. Lavenum Verbani Portum ad Cuvie Vallis ingressum est. Questo luogo è fabricato a piedi d`una Montagna la maggior che sia sopra tutto il Lago. E dicendo Plinio che il Mare, et i Laghi, sono tanto profondi, quanto sono alti i monti vicini, per conseguenza seguirebbe che quivi il Lago fosse nella maggiore profondità di tutte le altre parti sue: si come a S. Caterina, per l`altezza del monte.
Passato Laveno, dopo poco trovasi la bocca d`un fiumicello, e vicino a miglia tre vedesi un Borgo chiamato Porto, posto sopra la riga del Lago. Luogo nominatissimo, per la gran Montagna dí sasso bianco, dove di quelli si fanno quivi molte Fornaci di Calcina, della quale non solo la gran Città di Milano se ne serve con grand`utile per le fabriche, ma ancora ne prende grandissimo commodo la Città di Pavia, Novara, Vigevano, e tutti quei luoghi contorni, e quei dell`istessa riviera; oltre che ancora ella apporta gran beneficio per ingrassare molti terreni; dove non hanno commodo di letame, perche la calcina ingrassa i campi per tre anni.
Questo luogo è habitato da Nobili, che stanzano civilmente. E quivi ha havuto origine Casa Porta, e Casa Buzzi, nobili di Milano. Et anco da quivi sono discesi molti huomini degni di lode. Egli si chiama Porto, per esser in quel luogo un porto sicuro per natura da conservar le navi. E vi sono diverse fontane, e Giardini e si cavano bonissimi vini, e suavi frutti, et è de fuochi ottanta. E quivi si mostra all`occhio Val Travaglia, assai dilettevole, con gran numero di Terre. Della qual ne favelleremo più oltre. E per la bontà dell`herbe si fanno formaggi bonissimi, e speciosi; e di già sopra il monte dove si cavano i sassi da far la calcina vi era una fortezza detta la Rocca, che fu distrutta da Svizzeri l`anno 1513, della quale ancora si veggono i suoi vestigi. Da Porto si cava computando un`anno per l`altro centenaia settanta mille di calcina.
Discosto da Porto circa miglia tre, si trova una Terra detta Germignaga, la qual è de fuochi ottanta nel declivo della ripa. Questa è Terra di passaggio, e mercantile, et quivi si conducono gran quantità di carbone et raccoglie buoni vini. E quivi passa un grosso fiume chiamato Tresa, il qual esce dal Lago di Lugano, e sbocca nel Lago Maggior con molta rapidezza, et abbonda di molto pesce, di Truta, Temoli, Anguille, Balbi, e Cavedini. La estare nel tempo delle freghe si prendono grandissima quantità di Agoni, e Seppie, che vengono dal Mare, li quali si salano, e danno grand`utile al paese.
Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603
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