Descrittione dell’antico, e nobile Borgo d’Angera, che di già fu Città, e poi Contea de Duchi di Milano
Volendo hora far parlamento dell`antico, e nobil Borgo d`Angera, mi conviene esser di più lunga narratione di quanto ho fatto fino ad hora de gli altri luoghi. Dico adunque che Angera già fu antica città. Et perchè della sua origine, e fondatione sono i pareri de scrittori, però io seguiterò quel che ne scrive Filippo di Castel Seprio, Pietro Paccharino da Orca, il R. Giacopo Filippo da Bergamo, et il R. Bugati, nelle loro Croniche universali, oltre ad una Cronica antica scritta a mano.
Fu adunque questa Città fabricata di anni mille in circa, avanti il nascimento di nostro Signore, da un Troiano, nipote del grand`Enea, nominato Anglo, et perciò dal suo nome volse nominare Angleria, cioè Angera volgarmente. Ma è da sapere ch`ella fu fabricata un miglio discosta dal Lago, in una vaga, e bella pianura. E quando i Signori Romani acquistarono al loro Dominio Milano, e gli suoi contorni hebbero sempre in pregio la città d`Angera. E però ella fu riverita da essi sotto il nome della Dea del Silenzio, detta Angerona. E tanto celebravano le feste nominate Angeronalie in questo luogo, si come facevano in Roma, e ciò fu di ducento, e cinquant`anni in circa avanti la venuta del vero Salvator del mondo; e di questo, ne scrive Macrobio, e Quinto Fabio, et il P. Bugati nella sua Historia universale. Questa città fu poi rovinata da Gotti superbissimi, gli anni di Christo nostro Signore 460 in circa.
Da questo luogo è poi discesa l`antica, et eccelsa casa Visconte, dove sono usciti tanti huomini eroi, che furono poscia Duchi di Milano. Ma per non raccontare il tutto della successione di Anglo primo fondatore dal qual discesero alquanti Re; basterami di dire che anco da questo luogo uscì Uberto, detto d`Angera, che all`hora era Luogotenente del Vicario Imperiale, detto il Conte d`Italia: O detto ch`egli era Luogotenente del Conte, perchè il Conte attendeva alle cose della guerra di fuori, et alla generalità delle cose importanti dell`Imperio Romano: ma per la grandezza de` maneggi gli era assegnato un compagno che resedeva nella città, e questo era Togato, il qual attendeva alla conservatione delle Leggi, e della Giustitia, et interveniva in tutte le cose tuttelari de Cesari co’l Conte. E questo era domandato Viceconte, cioè Luogotenente del Conte. Il qual nome assoluto fu poi chiamato il Viceconte, e dopo il Visconte; Onde da questo Uberto ha poi havuto origine Casa Visconte.
Et al tempo di questo Uberto, in quella parte fuori della Città, dove è hora la Chiesa di San Dionigi, nacque un pestifero morbo, che cagionò la morte alle centenaie di persone, ne sapendosi ragione alcuna di tal accidente, finalmente si scoperse un Dragone che usciva a certe hore da una cava d`alcuni dirupi, il qual col suo mortifero fiato ammorbava l`aria, al qual non trovandosi partito espediente, come in tal instante caso bisognava. Mosso Uberto dal suo natural valore, e della pietà della patria, si espose al pericolo della vita per liberarla. Andò adunque il corraggioso Uberto contra del pestifero Dragone, tutto armato con fortezza d`animo, e destrezza, finalmente l’uccise, e liberò la patria, con sua eterna gloria.
Aglione Visconte d`Angera fu creato da Milanesi Conte d`Italia, che fu tenuto de più valorosi guerrieri della sua età, et portossi valorosamente contra la militia del Re Odoarco, et hebbe diverse, vittorie contra de` Gotti.
Un`altro Visconte d`Angera detto Obizzo fu creato Vicario generale della militia da Ottone primo Imperatore, et fece opere degne d`immortalità contra Romani.
Né degno di minor lodi deve essere tenuto Aliprando suo figliuolo, Generale della militia. Questo sostiene il potentissimo campo di Corrado Secondo Imperatore che haveva messo l`assedio intorno a Milano, onde furono ammazzati da Milanesi più di otto mila Tedeschi del campo nemico. Et una volta uscì Aliprando della Città, e domandò duello con Bavero, detto il Gigante, per essere di statura gigantea, questo era nipote dell`Imperatore, et accettato il combattimento vennero al menar de mani, et in breve spacio egli restò morto per le mani del nostro Aliprando, et tagliatogli la testa, e levogli le spoglie entrò con allegrezza universale trionfante nella Città, liberando la Città dall`assedio, e fu chiamato padre della patria.
Adesso, dirò cose honorate d`un altro Visconte d`Angera, figlio d`Aliprando nominato Otto. Questo essendo fatto Generale de sette mila Milanesi, per l`acquisto di terra Santa; Et essendo il nostro Otto all`assedio della santa Città di Gerusalemme, con il resto dell`essercito Christiano, che furono al numero di trecento mille pedoni, e cento mila cavalli; uscì il Prencipe Trasgiordano, nominato Volucer, di statura gigantea, e famosissimo guerriere, costui con parole superbe, et orgogliose domandò battaglia appartata con qual si volesse Capitano Christiano, ma non fu niuno c`hebbe ardire di combatter seco, salvo il nostro coraggioso Otto, che accettò battaglia. Onde venuto questi due al duello, et a ferri, dopo lungo menar de mani, il nostro Visconte segli aventò arditamente adosso, e diede una gran ferita a quel Prencipe, e poi l’uccise, e levogli le spoglie. Costui portava nel cimiero un serpe, over biscia, con un fanciullo scorticato in bocca con le braccia aperte. Onde Otto ha poi ornato tutti i suoi discendenti con l’arma della biscia, la qual è famosa in tutta Europa.
Ad Otto successe nella Signoria Andrea suo figliuolo, ch’ebbe diverse vittorie in molti fatti d’arme, rovinò Lodi vecchio, acquistò Casale Monferato, ruppe i Cremonesi, Bergamaschi e Pavesi.
Dopo la morte d’Andrea, entrò nella Signoria Galvagno suo figliuolo, che fu eletto Generale de Milanesi, e portossi coraggiosamente in molte scaramuccie. E fatti d’arme ch’ei ebbe contra lo scomunicato Federico Barbarossa e sostiene l’imperiale essercito di sessanta mila Tedeschi, diviso in tre campi, che tenevano la Città di Milano assediata, per lo spatio di nove mesi; et in più volte uscendo fuori, con suoi bravi Milanesi con molto ardire, ne furono morti dell’essercito nemico da nostri, più de quindeci mila. E de Visconti d’Angera sia da me hora detto a bastanza.
Hora è da dire, come Angera dopo ch’essa fu rovinata, come habbiamo detto, Ella fu poscia rifabricata, ma non in quel luogo deve ella giaceva prima, ne in quella grandezza, e magnificenza come già ella fu, ma la rifabricarono vicino alla ripa del Lago; e mi do a credere che ciò sia cagionato per lo commodo de gli habitatori.
Piacque poi a Rolando Visconte di fabbricarci una fortissima Rocca, con un profondissimo pozzo, che sino al presente ancor chiamasi il pozzo di Rolando.
L’anno poi 1276 havendo Otto Visconte Arcivescovo di Milano messo l’assedio ad Arona, et Angera, l’hebbe a suo dominio, et dopo che ne scacciò i Torriani e che fu Sign. di Milano in temporale, e spirituale, fece rifabricar la Rocca d’Angera che di nuovo era stata rovinata da Oltramontani, et anco da Torriani.
Non lascierò anco di dire, come Angera fino dalla sua antica fondatione sempre ella è stata tenuta in gran pregio per essere usciti da quella tanti personaggi, degni d’immortalità. Onde anco Vincislao Imperatore, havendo creato Giovanni Galeazzo Duca di Milano l’anno 1395. E volendo ancora favorirlo della dignità Comitale, lo creò Conte d`Angera, come appar per suo privilegio veduto, e letto da me, dato in Praga l`anno 1397 alli 25 di Gennaio, e l`anno del suo Imperio 21. Onde havendogli concesso in feudo Angera con titolo di Contea, non solo a esso, ma ancora a suoi descendenti, con questa conditione però che niuno potesse chiamarsi Conte d`Angera, se egli non era Duca di Milano. Et a questa Contea gli sottopose tutte le Terre del Lago Maggior dall`una, e l`altra ripa, con li fiumi, valli, e monti, nominati nel Priuilegio di luogo in luogo. E quinci è che i nostri Duchi dopo si arrecarono a gran nobiltà di nominarsi Conti di Angera, e farlo stampar nelle loro monete.
L`anno poi 1497, alli 7 d`Ottobre l`Imperator Massimíliano di casa d`Austria, e di questo nome il primo, havendo creato Duca di Milano Lodovico Sforza, detto il Moro, lo creò ancora Conte d`Angera: restituendo questo luogo ne` suoi primi honori, e dignitadi. Et la erresse di nuovo in Città, come appar nel privilegio concesso ad esso Duca, e veduto da me.
Parimente fu fatto un`altro privilegio a Francesco Sforza, il secondo, et ultimo Duca di quella casa, del medesimo tenore, volendo che Angera fosse erretta in Città. E ciò fu l`anno 1523, il 3 febraio.
Da questo Nobil Borgo si cava una sorte di sasso, che rassomiglia al marmo, ma tiene alquanto del gialo, della quale s’è fabricato la riguardevole Chiesa di S. Fidele di Milano, e la Città ne prende grandissimo commodo per le fabriche, et ornamenti, e capitelli, e base di colonne, figure, et altre cose. E se ne serve Pavia, Piacenza, Cremona, e Ferrara, et altri luoghi. Oltre che di questa pietra ancora se ne fa calcina, che rende grand’utile a Milano, et ad altri luoghi.
Hor è da dire come Angera è capo di Pieve, e nel spirituale ha sotto di se alquante Terre, le quali parti sono di quà dal Lago, e parte di là. Quelle che sono di quà sono le seguenti, cioè Sesto Calende, Lisanza, Capron, Barzola, e Ronco, questi ultimi sono membri della cura di Angera. Le Terre poi che sono di là dal Lago su la tenuta del Vergante, sono Mena, Dagnente, Hetiano, Cruzago, Pessano, e Tapiano. In Angera v`è un Monastero de Padri de` Servi. E quivi si fanno due Fiere bellissime ogni anno di cavalli, e bestie bovine, una a calende di Giugno, e l`altra a calende di Settembre. Questo Borgo è stato gran tempo Feudo de gl`Illustri Conti Borromei.
Dirò ancora come da questo Nobil Borgo sono usciti in ogni età huomini riguardevoli, in lettere, armi, in dignità Ecclesiastica, et in altre virtù. Tra quali ci fu un Christofaro Solari, detto il Gobbo, che fu de` primi Scultori et Architetti c`havesse la nostra Italia nella sua età, e l`opere lavorate dalla sua divina mano lo fanno degno d`immortalità. Onde ancora si veggono dí scoltura di marmo, un Adamo, una Santa Elena, un Christo alla Colonna, un Lazaro mendico, et altre sette statue, le quali per la loro eccellenza sono tenute divine. Vivono ancora di presente molti degni spiriti, tra` quali ci sono cinque fratelli di Marzagori tutti Dottori, cioè, li Signori Desiderio, Gio. Giacopo, e Camillo sono Dottori Leggisti, e Marco Antonio, e Gio.Battista sono Dottori Fisici, et il Sign. Desiderio è stato Podestà e Capitano di Giustitia in Milano, et altri gradi honorati, et è gran gloria a casa Marzagora il vedere cinque fratelli tutti Dottori Togati, e di gran valore. E non lascierò di dire, come io presente autore ho veduto scritture autentiche di 226 anni della descendenza loro, con la fondation d`un Ius patronato. Appresso ci fono stati alquanti Marzagori, Luoghotenenti, e Vice Podestà d`Angera. Et hora il Dottor Gio. Iacomo è creato Prevosto d`Angera.
Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603
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- [Luciano Besozzi]
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