Secondo il regolamento ammettevansi all’esposizione tutte le macchine agrarie nazionali; concorsero quindi fabbricatori d’attrezzi rurali d’altri paesi a completare questa classe; e fa bene, che per cura dei Fratelli Mure costruttori in Torino e di Sala Francesco di Voghera, si portassero sotto gli occhi dei nostri agricoltori diversi aratri di ghisa di modello perfezionato e di prezzo conveniente; quantunque la natura dei terreni non permetta che a pochi di usare l’aratro, è sperabile che in questi almeno sia nato il desiderio di cangiare i grossolani arnesi di cui ora si servono e che d’aratri non meritano l’appellativo.
Stante la grande suddivisione delle proprietà e la disposizione delle terre, sogliono qui i contadini stessi colle loro braccia svolger la gleba, mediante un istrumento che da una parte ha la forma di grosso zappone con punta tronca, dall`altra, è fornito di un piccone; a quest`istrumento molto appropriato pei terreni duri e sassosi si dà il poetico nome di Gaia. Nei terreni meno compatti e ghiaiosi, s`adopra una zappa larga ed acuta della forma di un triangolo isoscele.
Benché lodevoli, questi istrumenti non si son fatti vedere all`esposizione, è certo però che sono fabbricati nei magli del paese.
Per cura del Comizio Agrario di Novara, fu esposto un Erpice di nuovo modello, d`invenzione del signor Petrini di Poggio a Cajano (Toscana), destinato ad estirpare dalle praterie le erbe dannose, e richiamarle a più robusta vegetazione. A giudizio del Giurì, il nominato Erpice adempie perfettamente allo scopo per cui fu proposto di rinnovare la cotica dei prati specialmente asciutti.
Carelli Luigi di Voghera, presentò i modelli dei soffietti cilindrici solforatori per la cui invenzione gode la privativa; si adattano essi a qualunque sistema di viti-cultura, ed al risparmio di zolfo accoppiano leggerezza, comodità, e buon prezzo, non costando in media che L. 1.50.
Fra gli strumenti diretti alla manipolazione dei prodotti si notavano:
Lo sgranatoio per meliga, il tagliaforaggi metallica, ed il tritolatore per l`avena dei Fratelli Mure già citati.
Un torchio da vino di Guller e Greuter di Intra.
Un frantoio d`uva, una macchina per lavare le bottiglie, altra per turarle, una leva per sollevare le botti allorché si spillano della ditta Malberti e C. di Gattico.
Un pigiatojo da uva dell`Ing. Meccanico Giuseppe Magistrini.
Forbici da giardino di Bordoni Alberto arrotino in Gallarate ecc. ecc.
Nessuna luce, dalla nostra esposizione, venne a riflettersi sulla Coltura dei cereali e legumi della Zona, poiché mancarono affatto; così non ci è dato tratteggiarne i caratteri.
Soltanto alcuni saggi di patate, delle quali è larga produttrice la regione, ne comprovarono la bontà e bellezza.
Si videro magnifiche frutta autunnali, non che cedri ed aranci.
Tabacchi ben lavorati e gradevoli al gusto, inviava all`esposizione da Ascona (Canton Ticino) la fabbrica di Tabacchi detta del Verbano. Alimenta dessa circa 60 operai, per le cui mani passano non meno di 30 mila Kil. di foglia secca con cui sono annualmente confezionati più di due milioni di sigari diversi, o Kil. 10 mila di tabacco da fuma [sic].
La rinomata fabbrica di tabacchi di Brissago, ha pure presentato i suoi egregi prodotti, tra i quali apprezzabilissimi per fragranza e buona fabbricazione, i sigari di Virginia da L. 36 al mille.
Medaglia d`argento dorato
Al signor Petrini di Poggio a Cajano, per il suo Erpice di nuovo modello.
Medaglia d`argento
Boglietti Rosa di Pallanza, per la bella collezione di frutte autunnali e pel merito del suo orto sperimentale.
Olioli Dott. Antonio di Maggiora, per zolfo di qualità purissima e di perfetta macinazione.
Medaglia di bronzo
Mezzana Giovanni Battista di Oggebbio, per scelta frutta autunnale.
Fabbrica Tabacchi di Brissago, per la bontà de’ suoi sigari di Virginia.
Menzione Onorevole
Tinelli don Carlo di Laveno, per marna calcarea pura, considerata come utilissimo emendamento in molte terre.
Sala Francesco di Voghera, suoi aratri di robusta costruzione e moderato costo.
Tadini Martino di Lesa, per bellissime pesche.
Bazzi d. Pietro di Brissago di Brissago e Canetta d. Giuseppe di Oggebbio, per cedri.
Biaggini Luigi di Pugno, per un bel campione di bachi o bozzoli della quercia.
- A Cura di:
- [Carlo Alessandro Pisoni]
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