Un’idea nobile e generosa, quando è lanciata in mezzo a uomini sensibili alla gloria, intelligenti ed appassionati nell’amore del proprio paese di repente si diffonde, accende gli animi, ingigantisce, e si tramuta in fatti onorevoli e degni di memoria. Ciò si avverò nell’avvenimento dell’Esposizione Verbanese in Pallanza; concepita in embrione e proposta per le stampe da egregio personaggio, noto pel vivo attaccamento a questa plaga,
1 sorta vivace, Patrona ed auspice l’Augusta DUCHESSA DI GENOVA, cullata fra timori e speranze, tra frivoli disdegni e caldi favori, ebbe la ventura di trovar accoglienza favorevole e saldo appoggio nelle popolazioni delle città e villaggi, chiamate ad alimentarla e sostenerla, e fu.
Fu, malgrado la funesta guerra che, al suo nascere, travolse in orribile lotta due grandi popoli d’Europa, ed assorbì i pensieri e le aspirazioni ansiose dei vicini, e fu, malgrado il brevissimo intervallo di tempo corso fra il concetto e l’attuazione.
L’esperienza economica, che tentar si volle sulla Regione Verbanese, benché in condizioni poco favorevoli, e nel primo suo saggio, superò le previsioni e riescì appieno. Con gara e sollecitudine vi concorsero quattrocento e sessantacinque espositori, che misero in mostra una copia rilevantissima di prodotti, molti dei quali d’un’importanza e d’un merito incontrastabile e argomento di legittimo orgoglio al paese.
Si rivelò la moltiplicità, la varietà, e l’attività delle nostre industrie, in un’epoca non scevra certamente di ardue difficoltà per le poco floride condizioni finanziare del regno, per le tasse onerose e crescenti, pel corso forzoso, e per l’imminenza e l’incertezza dell’esito di gravissimi sconvolgimenti politici.
Apparvero le molte sorgenti naturali di ricchezza, che il nostro suolo nasconde, o gli elementi di prosperità, che attendono condizioni più felici, a dare sviluppo ai copiosi loro germi.
Si potè intravvedere qual felice avvenire economico sia riservato a questa regione, se lo spirito di associazione sviluppandosi, susciterà a non dubbie imprese i capitali d’ingegno e di danaro, che o sfiduciati od increduli, se ne stanno inoperosi.
L’industria manifatturiera fece comparsa splendida, singolarmente nell’arti sericola e cotoniera dimostratesi estesissime, fornite di eccellenti mezzi meccanici, ed apprestanti filati e tessuti egregi.
La fabbricazione della carta raggiunse un’imponente cifra di produzione e un grado di qualità da emulare la forestiera.
L’industria estrattiva, per quanto riguarda materiali diversi di costruzione, d’arti belle, ceramica, combustibili fossili, minerali d’oro, di piombo, di rame, di nikelio ecc. può aspirare al vanto di non essere a molte seconda in Italia.
I meccanici, gli stipettai, i fabbricatori di mobili, i costruttori di barche, dimostrarono ingegno e valentia.
Nella produzione di sostanze alimentari manipolate, s’ebbe a manifestare e segnalare un’abilità inaspettata.
La floricoltura non tradì le belle speranze ed appagò, riscuotendone le lodi, gli avidi sguardi degli amatori o dei conoscitori.
L’agricoltura timida e vergognosa, forse a ragione in molti dei suoi rami, tenne chiusi i suoi magazzini e le sue stalle, ma spalancò le sue cantine e presentò copia di vini ottimi e delicati per natura di suolo e coltivazione di viti: si vide però come resti a desiderarsi in generale, che si abbiano minori esigenze verso la provvida ed affaticata terra, e migliori metodi nella vinificazione.
In complesso la Regione ha di che andar lieta e confortata, e se da qualche lato, buon tratto di via le rimane a percorrere per equilibrarsi in tutti i suoi prodotti, nella sua Esposizione ha potuto apprenderlo, ritemprarsi ed assumere coraggio e lena.
Poggiando sull’indole laboriosa o trafficante de’ suoi abitatori, sulla regnante sobrietà dei loro costumi, su un’istaurata amministrazione generale, sopra savie leggi commerciali o sullo svolgimento dell’istruzione, si può con ragione presumere, che questa nobile ed amena parte d’Italia, si eleverà in breve ad invidiabil grandezza e prosperità.
1 Il Signor Cavaliere Professore Scipione Giordano.
- A Cura di:
- [Nicola Menepento]
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