STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Denominazione:
Verbania, loc. Pallanza, Chiesa di S. Caterina
Breve Abstract:
1617 nov 18, Visita pastorale del cardinale Taverna, vescovo di Novara, alla chiesa di S. Caterina di Pallanza e Confraternita del Nome di Gesù
Abstract:

Visitò l’oratorio di S. Caterina nella terra di Pallanza disposto ad oriente abbastanza ampio e pavimentato.
Si crede consacrato come appare dai segni in esso dipinti sebbene di questo non sia abbia alcuna certezza, né si conosce il giorno della consacrazione.
È ben pavimentato e ben intavolato.
Le pareti sufficientemente imbiancate.
Ha cinque finestre con grate ferree e munite di vetri.
In fondo alla navata vi è l’altare di S. Caterina al quale si sale per due gradini compresa la predella, che è fatta di un gradino, è al prescritto sufficientemente provvisto e separato da cancelli di legno.
La mensa dell’altare non è ricoperta da tavole di legno, e la pietra scara sporge, ed è malamente inserita nella mensa.
L’icona lignea fabbricata in forma fittile, ed elegantemente lavorata, è ornata d’oro e pittura con figure del S. Presepio in quello, S. Caterina, S. Marta, S. Leonardo e S. Domenico ai lati
Si celebra in questo la seconda messa ogni giorno festivo, e ogni quindici giorni per legato del sacerdote Pomerio Cribelli fatto l’anno 1539 il giorno 9 novembre ricevuto da Giovanni Giacomo Barbavaria notaio di Pallanza, il quale legato era prima all’altare della Concezione ed ora demolito ed a questo traslato.
Detto onere viene soddisfatto dai canonici della Collegiata di S. Leonardo poiché i beni di detti legati con gli oneri sono uniti alla loro residenza.
In fondo all’altra navata vi è l’altare sotto il titolo di S. Antonio in un grande emiciclo, alla forma, rivestito di un pallio di seta di colore bianco, di tre drappi, senza croce e senza candelabri.
Nessuna pietra sacra.
Non è separato da cancelli.
Si celebra in quello nel giorno della festa di S. Antonio per devozione.
Dietro all’altare di S. Caterina vi è un emiciclo che serve come sacrestia.
Ivi si conservano le sacre suppellettili ed il calice similmente in una scatola senza borsa.
Si desidera un armadio con cassetti al prescritto per i calici.
Suppellettile di ogni colore di seta adatta e riconosciuta come da note da consegnare.
Si desidera un messale.
In fondo alla navata dove è posto l’altare di S. Caterina vi è il campanile con due campane che si credono benedette, ed ivi vi è anche l’oratorio dove si riuniscono i Confratelli del Nome di Gesù a recitare le ore della B.V.
In quello vi è una scala per la quale si sale ad altro locale nel quale i confratelli sono soliti talvolta riunirsi soprattutto d’inverno per recitare l’officio.
Detto luogo ha tre finestre per le quali si vede nella chiesa.
Sotto quello vi è un altro locale pieno di tavole ed immondizie.
La stessa chiesa non ha porte in facciata poiché ivi è costruito l’oratorio dei detti confratelli del S. Nome di Gesù, ne ha due laterali che si chiudono con porte robuste, chiave e catenaccio.
Vasi per l’acqua benedetta due al prescritto.
Un confessionale alla forma senza tabelle prescritte e sacre immagini.

In detta chiesa è eretta la Confraternita dei disciplinati del Nome di Gesù e confermata l’anno 1616 il giorno 14 del mese di giugno.
Veste abito di canapa di colore rosso.
I confratelli iscritti in detta società sono in numero di cento circa, e quasi tutti sanno leggere.
L’abito dei novizi viene dato dal sacerdote Cesare Pizzolo canonico della Collegiata di S. Leonardo eletto dagli stessi confratelli per loro protettore.
Si osserva la regola a loro prescritta dai frati di S. Domenico.
Tutti i giorni festivi si recitano le ore della B.M. Vergine, specialmente quando sono d’impedimento alla scuola della dottrina cristiana allora recitano al vespro.
Nominano gli ufficiali ogni anno alla presenza del soprascritto canonico Pizzolo.
Non frequentano i sacramenti alla forma della regola, ed alcuni trascurano di frequentare l’officio nei giorni festivi.
Partecipano ad ogni processione.
Reddito di circa 00 lire l’anno, che spendono ad uso della chiesa.
Il tesoriere è Giovanni Batista Ridono, che tiene un libro del dato e ricevuto, e da ragione ogni anno ai confratelli, presente il soprascritto canonico Pizzolo, e chiamato fece vedere il libro, e fatti con lui i conti, fu ritrovato rimanere presso di lui 50 lire 15 denari e 6 soldi.
Da certi particolari sono da esigersi 36 lire.

Traduzione dal latino


Fonti Archivistiche
Archivio Storico Diocesano di Novara (ASDNo), Visite Pastorali, Tomo 87.
A Cura di:
   [Sergio Monferrini]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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