STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Denominazione:
Verbania, loc. Pallanza
Breve Abstract:
Donna Teresa Caracciolo principessa Colonna: una pacifista ante litteram
Abstract:
IL PACIFISMO DELLA PRINCIPESSA COLONNA IN CONTRASTO CON LE ASPIRAZIONI ITALIANE
Nei circoli giornalistici romani si parlava, alcuni giorni fa, d’una lettera inviata da una principessa romana al Times e dal Times pubblicata: lettera nella quale la dama in questione dichiarava di dolersi d’essere italiana in seguito alle pretese atrocità commesse dai soldati nostri a Tripoli. I giornali romani non diedero peso alla cosa, che viene oggi rilevata da Guglielmo Marconi, La dama in parola è la principessa Colonna che nasce dalla famiglia legittimista dei Caracciolo di San Teodoro e che è moglie a don Marcantonio Colonna, principe assistente al soglio pontificio. Questa principessa che è la madre di donna Vittoria Caetani principessa di Teano, dama della Regina, vive continuamente all’estero, dove frequenta una società non sempre molto benevola per il nostro paese, separata dal marito da oltre vent’anni: La principessa Colonna, in seguito ad una terribile caduta da cavallo, riportò la commozione celebrale, la quale acuì maggiormente quella nervosità e quella eccitabilità che già si osservava nel suo carattere e che furono per di più continuamente aumentate da sventure di famiglia. Tutti quelli che la conoscono e la frequentano lodano il lei le grandi qualità di filantropia e di dolcezza, che compensano altamente le ineguaglianze del suo carattere. Premesso ciò, ecco la lettera che la principessa ha inviato al Times, e che il giornale londinese pubblico l’8 novembre

All’editore del Times.
Signore: io, italiana di nascita, sono piena di inesprimibile orrore per i massacri perpetrati dai miei connazionali nell’oasi presso Tripoli, contro gli indigeni innocenti che non hanno mai chiesto, né desiderato in questa guerra. Io ho fiducia che tutte le nazioni civili vorranno levare la voce contro questa ingiustificabile azione e vorranno arrestare i miei connazionali nella loro opera di follia e di sangue. Io ho la stessa opinione del signor Carnegie su questi orrori della guerra che, a mio parere, è un’onta per questo secolo.
Principessa Colonna. Villa Maria. Lago Maggiore.

UNA SECCA RISPOSTA DI GUGLIELMO MARCONI
In seguito alla pubblicazione di questa lettera, Guglielmo Marconi telegrafa da Viareggio al direttore de La Tribuna. Il Times nel giorno 8 corrente riporta una lettera firmata dalla principessa Colonna ed inviata da Villa Maria sul Lago Maggiore. In questa lettera la signora si dichiara inorridita dai massacri di indigeni innocenti perpetrati dai suoi connazionali a Tripoli e fa voti che tutte le nazioni civili alzino la voce per arrestare gli italiani nella loro furia guerresca e nella loro sete di sangue. Ho richiamato la sua attenzione, perché sono certo che la lettera di questa signora, indegna di chiamarsi italiana, produrrà grande impressione in Inghilterra, ove il nome dei Colonna è conosciuto e stimato.

La Tribuna nota al riguardo che è forse l’esercizio continuo della carità (che spinse la principessa a curare i malati negli ospedali, a visitare e ad aiutare i prigionieri, a soccorrere in ogni modo le infermità di ogni genere, assorbendo tutta la sua esistenza, in modo da tenerla separata da anni dai membri della sua famiglia) quello che consigliò la principessa Colonna a scrivere quella lettera inconsiderata.

La Vedetta, 14 novembre 1911

LA PAROLA DEL PRINCIPE MARCANTONIO COLONNA
Ha destato viva impressione ed ha sollevato numerosi commenti la nota disgraziata lettera della principessa Colonna, pubblicata nei fogli quotidiani e riprodotta ne La Vedetta. Per quante benemerenze si sia acquistate presso di noi, con le opere di carità, la nobile signora ciò non toglie che la lettera antipatriottica della gentildonna romana abbia provocate le più energiche proteste nel cuore d’ogni italiano. Venne quindi letto con soddisfazione quanto in proposito scrisse il principe Marcantonio Colonna, marito di Donna Teresa Caracciolo – autrice della deploratissima lettera – al Giornale d’Italia. Egli dice fra l’altro: «Al Times che pubblicò quella lettera, è bene ricordare che Marcantonio Colonna a Lepanto, per alte idealità, combatté da prode contro i turchi. Nel 1600 Prospero e Fabrizio Colonna a Barletta fecero trionfare il buon nome italiano. Uomini d’arme e d’azione i Colonna si distinsero sempre con coraggio, rettitudine e amore della Patria. Se la signora, autrice della lettera, è irresponsabile, vada biasimo e vergogna a chi si curò con zelo di far pubblicare il brutto scritto di una ammalata firmandolo con un cognome che equivale alla negazione assoluta dello scritto stesso».

La Vedetta, 18 novembre 1911
A Cura di:
   [Leonardo Parachini]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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