STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Nominativo:
Scavini, Pietro
Descrizione Personaggio:
Sacerdote
Luogo e Data di Nascita:
Intra,  1790 ott 12
Luogo e Data di Morte:
Novara,  1869 nov 17
Testo completo:
SCAVINI PIETRO

Nacque in Intra il 22 ottobre del 1791.* Chiamato poscia da S.E. il cardinale Giuseppe Morozzo vescovo di Novara a suo uditore nel 1819, fu anche dal medesimo eletto l’anno appresso a Vicario Generale della diocesi, e da ultimo canonico prevosto della Cattedrale nell’anno 1822. Ma il buon nome che avea lasciato in Torino, in quei pochi anni, che colà stette per perfezionarsi negli studii, gli procacciò la cattedra di Canonica in quella regia università. Sostenne egli quell’insegnamento pel corso di cinque anni, in capo ai quali la rinunciò (1827) per dedicarsi più di proposito in servigio della sua diocesi, coadiuvando in modo particolare S.E. il Cardinale nella riordinazione dei Seminarii. Già fino dal novembre 1820 era stato aperto quello di Arona, e nel 1829 quello nuovo di Miasino.
Per le sue sollecitudini fu egualmente aperta nel 1831 la villeggiatura pel Seminario urbano di S. Carlo, e nel 1834 quella in Oleggio Maggiore pei chierici.
Morto il cardinale Morozzo nel 1842, fu dal successore di lui mons. Giacomo Filippo Gentile nominato nel 1843 rettore generale di tutti i Seminari della diocesi, e nel 1844 vicario pure generale della medesima, dalla quale carica, da lui sempre sostenuta con dignità e con profitto della diocesi, non si dimise, che quando per l’età già di molto inoltrata si avvide di non poterne più reggere il peso. Questo fu nel 1856.
In mezzo però a tutte queste cariche non dimenticò i suoi studii prediletti in pro degli alunni dei medesimi seminarii. Per questi aveva dettate e poscia anche pubblicate per le stampe in Novara nel 1832 le sue Iuris canonici Institutiones, e nel 1859 in Vercelli i suoi elementi di Etica (Ethicae seu Philosophiae moralis elementa) e in Milano nel 1865 il compendio di Gius Canonico (Manuale compendium Iuris canonici universi tum publici tum privati). Ma l’opera per la quale ebbe ad acquistarsi la maggior fama fu quella della Teologia morale, tratta dalle opere di S. Alfonso de’ Liguori, della quale furono fatte ben dodici edizioni, e che fu generalmente adottata in Italia e fuori di essa, quale testo delle scuole teologiche. La prima edizione è dell’anno 1841 in Novara pel Miglio. La terza fu dedicata alla santità di N.S. papa Pio IX, il quale ne accettò la dedica con suo Rescritto del 7 aprile 1847.
L’ultima fu intrapresa da lui in Milano in quattro grossi volumi, ma uscì postuma nel 1874 per cura dell’amico suo Giovanni Antonio Del Vecchio, canonico della Cattedrale di Novara, ed ora provicario generale della diocesi; il quale l’accrebbe di molte note e di appendici. Porta il titolo: Theologia Moralis universa ad mentem S. Alphonsi Mariae de Ligorio episcopi et doctoris Pio nono Pontifici Maximo dicata, etc.
Re Carlo Alberto ammirando nello Scavini tanti pregi di mente e di cuore, lo propose nel maggio del 1831 alla cattedra vescovile di Susa; ma il modesto teologo la ricusò prediligendo a tutte la sua diocesi di Novara, alla quale aveva consacrato tutto se stesso.1 E basterebbe a dimostrare questo suo affetto alla diocesi la cura grandissima ch’ebbe mai sempre pel migliore avviamento de’ seminarii, e pel progresso negli studii e nella pietà de’ loro alunni.
Ma due altre istituzioni ancora, intraprese da lui innanzi a quel tempo, del comprovano d’avvantaggio.
La prima fu la ripristinazione in Novara della congregazione di S. Filippo intorno all’anno 1824, coadiuvando però in questo alle sollecitudini del cardinale Morozzo. Fu poi lo Scavini nominato direttore e prefetto di questa congregazione, officio, nel quale fu obbligato di perseverare sino alla fine de’ suoi giorni per le vive istanze dei Padri dell’Oratorio, malgrado i replicati sforzi di lui per esserne esonerato. Ma l’opera che si può dire tutta di lui, fu il sodalizio detto di S. Luigi, allo scopo di raccogliere la gioventù cittadina, e d’intrattenerla con apposite istruzioni e con funzioni religiose, coll’allettamento altresì di premi: istituzione da lui fondata, provveduta di chiesa, e munita di savie leggi, e da lui stesso costantemente diretta, ed alla quale si devono copiosissimi frutti di pietà e di religione, oggidì pure non punto dimenticali. Il decreto vescovile che approva questa fondazione, porta la data dei 17 aprile 1826.
Morì lo Scavini in Novara il 17 novembre del 1869 nell’anno settuagesimo ottavo compiuto della sua età. Francesco Omodei Zorini ne fece il 2 dicembre l’elogio funebre in Arizzano sopra Intra, pubblicato l’anno stesso in Milano, in calce al quale si aggiunse il discorsetto fatto da monsignor Scavini il 28 agosto del 1861 per la solenne benedizione di cinque campane nuove da porsi sul campanile dell`Oratorio di Arizzano, e parrocchia di S. Martino sopra Intra.
Altro discorsetto di lui, recitato il 7 agosto 1842 in Intragna, fu fatto nell’occasione del solenne trasporto del miracoloso simulacro, che si venera in quella Chiesa arcipretale e pubblicato l’anno appresso in Pallanza pel Vercellini, coll’aggiunta di una notizia sul simulacro stesso, donato da circa due secoli alla detta chiesa dal sig. Giacomo Bola.
Oltre a questi altri due discorsi si hanno di lui alle stampe, il primo intitolato il Progresso, recitato nella Chiesa dei Carmine in Novara, e pubblicato ivi stesso nel 1840, e il secondo, recitato dalla Cattedrale di Novara o similmente ivi stesso stampato nel 1827. Portava per titolo il secolo dei lumi. Fu lo Scavini onorato da sua maestà il Re Carlo Alberto dei diploma di cavaliere de’ SS. Maurizio e Lazzaro l’anno 1835, e nel 1857 venne eletto deputato al Parlamento dal collegio dì Domodossola sotto il ministero Rattazzi. Inoltre fu ascritto a membro di più Istituti scientifici e letterari, come dell`Accademia di Filosofia e Belle lettere in Toscana (1820), di quella di Religione Cattolica in Roma (1844), o dell`Arcadia, ivi stesso (1850) e dell`Istituto Cattolico di Parigi (1849).
Finalmente è anche a dire che diversi altri lavori di lui, si conservano manoscritti dal suddetto suo nipote l’avv. Scavini, insieme colla sua estesa corrispondenza, dalla quale un giorno si potranno ricavare molti altri lumi e notizie per una più estesa biografia, che di lui ancora non si ha.



1 L’avvocato Paolo Scavini, nipote del nostro Monsignore, tra le altre notizie, ebbe la bontà di comunicarmi anche l’autografo di una lettera scritta dall’ab. Antonio Rosmini allo stesso nostro Monsignore in questa occasione. Stimo di fare cosa grata al lettore pubblicando quella parte di essa relativa alla rinuncia del detto vescovato fatta dallo Scavini. Porta la data dal Seminario di Trento il 1° luglio 1831.


Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore.

Mi viene scritta la notizia della sua rinunzia al vescovato di Susa, che sua Maestà di Sardegna le proponeva. Io ho ringraziato Iddio di cuore di questo suo passo; poiché quantunque io desideri ogni suo onore, io non avrei creduto (e parlo candidamente), che, considerate tutte le circostanze Le stesse bene di accettarlo. Se non ci fosse altro, il riflesso che il Signore si serve di Lei nella diocesi di Novara a fare cose di sua gloria e di grande servigio de’ prossimi, e che il bene ch’Ella andrebbe a fare sarebbe forse incerto o anche dove fosse certo, non sarebbe tuttavia così esteso, come quello che fa nella diocesi, che presentemente dirige, mi par sufficiente anche solo ad applaudire alla sua determinazione. No, un bene incominciato, un bene certo, un bene maggiore, non è da tralasciarsi per un bene ancora da incominciarsi, incerto e fors’anco minore, se pure non si vuole vendere il bene ad un vano onore. Ma io non dubito ancora che un sentimento più elevato di tutti questi avrà avuto gran parte nel suo divisamento, il sentimento dico de’ santi, che nel dispregio delle cose umane e nel dispregio di se stessi mettevano ogni lor bene e contento. Di questo io me ne congratulo sopra modo: qui non si è ingannato, ha preferito il bene migliore meliorem panem elegisti. Non può credere quanto mi abbia pur quest’ultima ragione massimamente, ch’è tanto conforme alla piccola società del Calvario, verso cui Ella mostra tanto affetto, mi abbia, dico, consolato il suo passo. Ma non voglio lodarla maggiormente di cosa, della quale avrà miglior lode da Dio. Vengo invece ecc…»



* Per la corretta data di nascita, da riferirsi al 12 ottobre del 1790, cfr l`articolo di don Claudio Mariani, Il teologo Pietro Scavini..., in particolare a p. 330, sotto citato, dove viene data precisa ed esaustiva ragione della discrepanza sulla data di nascita dello Scavini.



In allegato un articolo, scritto da monsignor Giovanni Cavigioli, sulla rinuncia dello Scavini all`episcopato di Susa.



Fonti Bibliografiche
V. De Vit, Il Lago Maggiore. Stresa e le Isole Borromee, vol. III, Prato 1876, p. 425-429.

C. Mariani, Il teologo Pietro Scavini (1790-1869), in ”Verbanus” 11/1990, pagg. 323-348.

C. Mariani, Il mio bel San Vittore, Alberti Libraio Editore, Verbania 2002.
Nelle tavole fuori testo il ritratto di mons. Scavini.

Autore:
[Vincenzo De Vit]
A Cura di:
   [Leonardo Parachini]
e con modifiche e integrazioni di:
   [Gioacchino Civelli]
Allegati:
Varie Varie

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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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