STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Nominativo:
Monteggia, Giovanni Battista
Descrizione Personaggio:
Medico
Luogo e Data di Nascita:
Laveno,  1762 ago 08
Luogo e Data di Morte:
Milano,  1815 gen 17
Testo completo:
Nacque in una piccola terricciuola sul pendio dello scosceso monte, che sovrasta a Laveno, della Maneggia, dalla quale appunto prese il suo nome la famiglia di lui, il giorno 8 agosto 1762 di Giovanni Antonio o di Marianna Vegezzi.
Fece i suoi primi studi di grammatica latina in Pallanza, dopo i quali fu collocato in Milano tra gli allievi di chirurgia nello Spedale Maggiore, dove ebbe gratuitamente e vitto e stanza.
Lo angustie della famiglia non gli permisero di avere mezzi sufficienti per progredire negli studi, come l’animo suo pure desiderava; ma la buona e costante volontà seppe supplire a tutto, così che potè frequentando anche le sole scuole, che si tenevano nel predetto ospitale e coll`indefesso studio private accompagnato dalla pratica, sostenere l’anno 1785 un esame di chirurgia e pochi anni appresso di medicine nell`Università di Pavia e conseguire il libero esercizio di queste due facoltà nel 1788.
Animato da questi primi successi si diede poscia a tutt`uomo ad addottrinarsi viemmeglio nella scienza d`Ippocrate, associandola pur sempre alle osservazioni dei fatti, senza le quali difficilmente potrà alcuno riuscire un qualche cosa in tutt`arto si malagevole. E primo frutto del suo ingegno furono appunto nell`anno vigesimo quinto della sua età le Osservazioni anatomicopatologiche da lui pubblicate in latino l’anno 1786 in Milano e poi tradotte in Italiano nel giornale per servire alla storia ragionata della Medicine, che si pubblicava allora in Venezia, mercè le quali crebbe nell`amore dei suoi illustri precettori il Palletta e il Moscati. Cosi belli principi gli valsero nel 1790 la carica di chirurgo aiutante in quello Spedale, e l’anno appresso quella d`incisore anatomico, come pure da padre dell`eccelso Governo quelle di medico e di chirurgo del detenuti nelle carceri di Milano, e del foro criminale. A quel primo saggio da lui pubblicale per le stampe tennero dietro bon presto altri importanti lavori sopra varii argomenti di medicine e di chirurgia pubblicati in diverse circostanze: ma la cura ch`egli intraprese con felice risultamento della grave malattia del duca Francesco Melzi, conte d`Eril, riputata incurabile da provetti e venerati professori entro e fuori d` Italia chiamati a consulto, valse soprattutto a farlo salire in fama di valente operatore. Grato quel duca al Monteggia per la ricuperata sanità gli assegno una vitalizia pensione.
Riconosciuti cosi più chiaramento i suoi meriti fu eletto l`anno 1795, il trigesimo terzo di sua età, professore di Istiluzioni di Chirurgia alla cattedra novellamente stabilita nel suddedo Ospilale Maggiore di Milano. Questa scuola però, in cause delle vicende politiche, non fu aperta che cinque anni appresso. la sostenne il Monteggia con uno zelo inslaocabile e col massimo profitto della studiosa gioventù, dettando per essa egli stesso e poscia pubblicando per le stampe le sue Istiltuzioni chirurgiche, opera che rivela non solo la profondità delle sue cognizioni e pratiche e speculative, ma altresì la rettitudine della sua mente e le belle doti, delle quali andava adorno il suo cuore .
Non Tardarono quindi le più illustri società scientifiche di annoverarlo tra i suoi soci. Tali furono le Accademie di Mantova, di Genova, di Venezia, di Livorno, di Firenze, di Lucca.
Lo stesso Istituto di Scienze, Lettere ed Arti di Milano lo volle tra i suoi membri pensionati, il quale si ebbe da lui parecchie importanti Memorie sopra vari argomenti. Se non che tali e tante fatiche e più to studio con intensità da lui coltivato, finirono col logorare la sua mal ferma salute, e la morte venne a troncare il fine de` suoi giorni, quando egli era tutto occupato nel rivedere e compire la sua grand`opera delle Istituzioni chirurgiche, rimasta per ciò stesso imperfetta con danno degli studiosi.
Morì il Monteggia il 17 gennaro del 1815 in Milano e il pianto sincere di tanti infelici, che si videro mancare in lui un ottimo padre, un amico verace, un benefaltore magnani mo, un esperto e dottissimo professore e il rammarico di studi i buoni, che conoscevano più da vicino to amabili qualità del suo cuore, onorarono il suo morire.
Di cinque figliuoli, che aveva avuti da Giovanna Cremona novarese, tre soli, due maschi ed una femmina, gli sopravvissero, i quali unitamente alla madre vollero che a perpetuarne la lama, fosse pubblicata per le stampe la Memoria, che no tesseva il dotto Acerbi (1), alla quale rimetto di buon grado i lettori, che amassero di conoscere più diffusamente un uomo così benemerito dell`arte salutare e di tanto lustre. alla patria sua, mentre un eletta schiera di cittadini concorsero a decorarne la tomba di elogio ben meritato. Questo fu dettato dal Ciceri, e si legge nel Camposanto di Milano fuori di Porta Romana:

IOANN BAPTISTAE ANTONI F
MONTEGGIAE
CHIRURGO E PRIMIS HUIUS VALETUDINARI
DOCTORI ARTIS SUAE
SCRIPTIS CLARO ET USU PERITISSIMO
SODALI C R INSTITUTI
XL VIRO ACADEMIAE ITALICAE
BENIGNITATE IN EGENOS RARISSIMA
PIUS VIXIT ANNOS LII
EREPTUS XVI KAL FEBR A MDCCCXV
CIVIUM SOCIETAS AERE COLLATO
OB MERITA POSUIT

IUVENES MEDICI
INTUEMINOR AEMULAMINOR

La vedova di lui poi ne fece scolpire l’effigie in marmo dal valente scalpello del Cav. Pacett, professore della R. Accademia di Brera, e la concedette generosamente alla società patriottica milanese, perchè ne decorasse le sue sale: e questa poscia ne fece dono alla patria Laveno, la quale nell`anno 1871 la collocava nella piazza, che guarda le scale, quale monumento, che ricordi perenne la memoria di un tanto sue illustre concilladino. Questo monumento fu solennemente inaugurato il giorno 8 di ottobre dell`anno suddetto (2) e porta scolpita la seguente iscrizione:

A
GIOVANNI BATTISTA, MONTEGGIA
INSIGNE CHIRURGO E SERITTORE
NELLA SUA TERRA NATIVA
GLI ABITANTI DI LAVENO
AUSPICE LA COMMUNALE RAPPRESENTANZA
QUESTO PERENNE BICORDO
AD ESEMPIO DEI POSTERI
INAUGURAVANO
ADDI 8 OTTOBRE 1871


Dei suoi due figli l’uno per nome Luigi fu distinto leggista e autore di alcuni inni patrii, e l’ altro, il Cav. Tito, dottore egualmente in legge, fu presidente del Tribunale commerciale di Milano. Suo cugino poi, Saverio Monleggia, fu distinto consigliere di appello in Milano.

(1) Col titolo: Della Vita e degli scritti di Giambattista Monteggia. ecc. Milano, 1816. in 8.
(2) Veggansi i Cenni biografici intorno al professors Giovanni Battista Monteggia da Laveno, raccolti per la inaugurazione del busto a lui dedicato da quel benemerito patrio municipio, per cura del doctor fisico Cav. Francesco Ferrario, Milano. 1871, in 8

Fonti Bibliografiche:
V. De Vit, Il Lago Maggiore. Stresa e le Isole Borromee, vol. III, Prato 1876, pp. 445-449.

Autore:
[C.A. Pisoni]
e con modifiche e integrazioni di:
   [Anna Elena Galli]
Allegati:
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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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