TENORE
ALESSANDRO VESSELOVSKI
1894 – 1964

Nel loculo a fianco, a sinistra, riposano le spoglie della moglie del tenore, Nina Valova ved. Vesselovski.
Accennò in modo episodico alla vicenda umana del Vesselovski (scrivendone con la “w” finale) Piero Chiara nella Rotonda del 1982: «Una mattina di settembre, forse nel 1938, ai margini della campagna [. . .] e sul limitare del bosco che strapiomba sulla strada di Colmegna, un signore sui sessant’anni dagli occhi azzurri e dall’aria disinvolta misurava con l’aiuto di un geometra una striscia di terreno che aveva appena comperato. Quello stesso mese, proprio sul ciglio del bosco, venne iniziata la costruzione di una casetta senza pretese, con l’orto di fianco. Era l’abitazione dove avrebbe vissuto il resto dei suoi giorni il tenore Alessandro Vesselowski, celebre artista russo un po’ in ribasso, che si applicava all’orto e al pollaio, ma sempre con l’orecchio a qualche occasione per tornare sui palcoscenici. Vesselowski stringeva amicizie a Luino, riceveva curiosi ai quali mostrava i suoi trofei, si familiarizzava con tutti. Amava darsi arie da contadino, al punto che finì col fare, del suo villino, un grande pollaio, con una tale produzione di uova da trovar conveniente metterle in commercio, provvedendovi direttamente, con la stessa disinvoltura che aveva sulle scene. Al mercoledì montava un banchetto al mercato di Luino, dietro il quale si teneva con un bel sorriso in attesa dei clienti. [. . .] Col tenore Vesselowski ebbi occasione di parlare un paio di volte: veniva da mio padre a imparare la tecnica degli innesti per i suoi alberi da frutta [. . .] Diceva di aver cantato nei maggiori teatri e d’essere ancora attivo come artista lirico. Infatti andava spesso a Milano e in altre città d’Italia. Era un uomo gioviale, sano, allegro. Viveva con la moglie, anche lei russa e ex artista drammatica» (P. Chiara, Le uova di Vesselowski e il violino di Kollet, in «La Rotonda. Almanacco Luinese» per il 1982, p. 86-87, Luino 1981); considerando le date di nascita e morte del Vesselovski, sembrerebbe che Chiara si sia presa non poca libertà interpretativa circa il supposto “sbarco” luinese di Vesselovski nel 1938 (quando l’uomo avrebbe avuto solo 44 anni, e non “sui sessanta”): forse per rendere più piacevole la scena e il proprio pezzo rievocativo sull’almanacco luinese.

Scheda epigrafica pubblicata del Magazzeno Storico Verbanese nell`ambito del progetto di ricerca storica “MUSEO LAPIDARIO DEL LAGO MAGGIORE NELLA PROVINCIA DI VARESE – Prima fase. Cimiteri dei Comuni a Nord della Linea della Tresa” realizzato con il contributo della