STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Articolisti:
[Anonimo],
Titolo Articolo:
Solenne Inaugurazione della lapide in memoria del Senatore Gaspare Cavallini [Lesa 1910]
SottoTitolo Articolo:
Testata ospitante l'articolo:
L`Eco del Verbano. Giornale del Lago Maggiore e dintorni
Data:
1910 set 04
Progressivo di Edizione:
1910 set 4
Luoghi di residenza del Giornale:
Arona
Riferimento a Biblioteche:
Novara, Biblioteca Civica Negroni
Note Generali:
Solenne Inaugurazione della lapide in memoria del Senatore Gaspare Cavallini
Il Comune di Lesa, sciogliendo il voto di riconoscenza verso il suo grande concittadino Senatore Gaspare Cavallini, che l’opera sua benefica ed illuminata aveva speso a beneficio del Comune stesso e di tutta la popolazione, decretava di collocare una lapide, a ricordo perenne dell’illustre parlamentare estinto. La lapide venne collocata nella Villa Cavallini a Solcio, e la cerimonia rivestì carattere di grande solennità, per il concorso spontaneo e numeroso di popoli, d’autorità e di amici.
Il Corteo
Il Municipio di Lesa, con a capo il Sindaco Cav. Baffico, la Società operaia, le scuole e l’Asilo Infantile, preceduti dalla musica, giunsero a Solcio verso le ore 14,30.
Al ponte di Solcio erano ad attenderli, la popolazione, il Comitato della «Pro Solcio», la Musica di Arona e parecchi villeggianti.
Giungeva intanto il piroscafo che recava le autorità di Pallanza, di Stresa e di altri comuni del Lago.
Il corteo giunse alla Villa Cavallini, poco dopo le ore 15 e subito ebbe luogo la cerimonia.

I Presenti
Notiamo fra i presenti, oltre al figlio cav. Avv. Emilio Cavallini, alla figlia, signora Adelaide Lucca-Cavallini ed al genero on. Senatore ing. Piero Lucca, il prefetto di Novara, comm. Ferrari, il deputato Calvi, l’on. Cuzzi, il sotto prefetto di Pallanza, cav. Girio, il sindaco di Lesa, cav. Baffico, il segretario di prefettura, Visconti, il sindaco di Stresa, cav. Uff. avv. nottolini, il pretore di Lesa, il cav. Cova, presidente della pro Solcio, il rag. Locatelli, il capitano contabile Verazzi, il senatore Faraggiana, il geom. Belassi, l’avv. Diego Tadini, l’avv. Ramaioli, l’avv. cav. Bedoni e figlio, il cav. Canti, i membri del consiglio comunale di Lesa, l’avv. Ferrari, il sig. Lambertenghi, not. Ferrari, Società Sport di Solcio, i membri della pro Lesa, quelli della pro Solcio, il dott. Piceni, il prof. Massara, il sig. Diana, le scuole elementari e l’asilo, e moltissimi altri che sarebbe troppo lungo ed anche impossibile ricordare. Erano anche i rappresentanti dei giornali:
Tribuna, Gazzetta del Popolo, Corriere della Sera, Verbania, Eco dl Verbano. Prestavano servizio le musiche di Lesa e di Arona.
Fermatosi il corteo ai piedi della villa Cavallini, il sindaco di Lesa, cav. Baffico comunica

Le adesioni
S.E. Bergamasco, Sotto Segretario di Stato per la Mrina, on. Podestà, on. Falcioni, on. Feltrami, on. Pizzetti, conte Giberto e conte Guido Borromeo, procuratore del Re di Pallanza cav. Valeriani, comm. Ing. Silvio Viglino, sindaco di Intra, avv. Emilio Braccio, avv. Giovanni Venco, dott. Cav. Rattaggi, cav. Cap. Piazzi, dirigente l’Impresa di Navigazione sul Lago Maggiore, cav. Tagini, on. senatore Ricci, scultore Pietro Canonica, Municipio di Pallanza, rappresentato dall’assessore Carlo Giuseppe Meriggia, Muncipio di Vigevano, maggiore cav. Brunero, comandante la Divisione dei RR. Carabinieri di Novara, maggiore comandante il Presidio di Pallanza.

I Discorsi
Primo oratore è il Sindaco di Lesa, cav. Baffico, di cui diamo il discorso:
Egregi Signori,
«A nome del Consiglio comunale di Lesa, ho avuto l’onore di invitarvi alla inaugurazione della lapide collocata, in memoria del compianto senatore Gaspare Cavallini, in questa splendida villa, a lui tanto cara, dove dimorò lunghi anni e dove si spense la nobile sua esistenza. Vi ringrazio sentitamente di essere accorsi così numerosi anche da città e paesi lontani, ad associarvi a queste onoranze e a rendere più solenne questa cerimonia. Era giusto, era doveroso che il nome di così illustre cittadino che appartiene alla storica generazione che ha fatto l’Italia, che, eletto nel 1848 al primo parlamento subalpino, fece parte da allora in poi ininterrottamente, della Camera e del Senato, del Regno d’Italia, consacrando cinquant’anni della sua vita operosa nei corpi legislativi ed amministrativi, dapprima per unificare la patria, dippoi per elevarla politicamente; che per quattro anni fu segretario generale del ministro Lanza, precisamente nell’epoca della breccia di Porta Pia: era giusto, era doveroso, ripeto, che il suo nome avesse pubblico omaggio di estimazione, di gratitudine, di reverenza; come ebbe onoranze quella triade di illustri italiani, principi nella poesia, letteratura, filosofia, insigni nelle opere patriottiche e politiche, voglio dire Alessandro Manzoni, Giulio Carcano e Cesare Correnti, i quali pure ebbero loro dimora prediletta nel comune di Lesa, ed i cui nomi l’amministrazione comunale ha ricordato perennemente ai posteri.
Ma un dovere speciale di gratitudine aveva il Comune di Lesa, verso il compianto senatore Cavallini per questi motivi: per la sua cooperazione attiva intelligente e proficua, spiegata nell’amministrazione comunale, della quale fu membro autorevole per circa trent’anni; per l’ausilio suo utilissimo nella direzione dell’Opera Pia Borroni in Solcio; per i consigli e gli aiuti che a tutti elargiva, ed infine per le sue azioni di beneficenza. Nel modesto consiglio comunale di Lesa, il senatore Cavallini prestava l’opera sua con amore e con zelo, propugnando opere di civiltà e di progresso, l concordia degli animi, e tutelando con equità gli interessi ed i bisogni de’ suoi amministrati. Gaspare Cavallini ebbe uno spiccato interessamento per l’Opera Pia Borroni; ne tutelò l’autonomia all’epoca della nuova legge sulle Opere Pie; ne curò l’incremento col favorire le fonti di beneficenza; trasformando una cappellania, eresse un Asilo Infantile; accrebbe e migliorò le scuole elementari di Solcio.
Cavallini era largo di consigli, di appoggio, di aiuto a chiunque si fosse rivolto a lui, senza distinzione di ceto. Sono numerosissimi i poveretti che a lui ricorsero per ingiustizie di cui erano o si credevano vittime; e per tutti si prestava il Cavallini colla profonda capacità giuridica, di un intelletto superiore, e colla grande meritata autorità che circondava il suo nome. Tanto che a titolo di lode, di lui si può dire che fu l’avvocato dei poveri del nostro paese. Altra sua dote va ricordata: fu uomo benefico e caritatevole. Infatti, trascurando il rimanente lo può testimoniare il fatto di quei suoi coloni e famiglie resi inabili dagli anni e dagli acciacchi, che li volle considerare quali suoi pensionati sino al loro decesso. Il Comune di Lesa e la Società Operaia conservano vivo il ricordo del senatore Cavallini per lo splendido discorso da lui pronunziato nell’agosto 1903 in occasione del collocamento di una lapide ad Alessandro Manzoni nel palazzo Stampa a Lesa: discorso ricco di concetti e di erudizione, smagliante di forma, pronunciato con viva animazione ed energia, con voce sonora, meravigliosa in un vegliardo di circa ottantasette anni alla vigilia di quel crudele morbo che circa due mesi dopo doveva rapirlo all’ammirazione dei suoi contemporanei. Noi portiamo ancora impressa nell’animo la figura del povero senatore animata da virile vigore, che non si sottrae ad incarich anche gravosi; tutti ricordiamo vivamente quella bella testa coronata di veneranda canizie, quella fronte spaziosa che palesava l’uomo intelligente, il profondo pensatore. La vita integra e le opere meritevoli del senatore Gaspare Cavallini, l’affetto immenso che egli nutriva per il nostro splendido territorio, per questo incantevole bacino del Lago Maggiore, siano di esempio agli italiani in genere, ai Lesiani ed ai Solcesi in particolare, a rivolgere vieppiù le loro forze alla grandezza della patria, al benessere ed al progresso del nostro comune.
Tributiamo onore e riconoscenza imperitura al senatore Gaspare Cavallini.
Un saluto affettuoso sincero e riverente sia accolto dal buono e generoso avv. Emilio.
Alla esimia signora Adelaide ed all’illustre senatore Piero Lucca presento l’omaggio dei nostri ossequi in nome di tutta la popolazione del Comune di Lesa.»
(Vivi e unanimi applausi)
Si scopre intanto la lapide che porta la seguente iscrizione:

Al senatore Gaspare Cavallini
Dall’anno 1848 al 1903
Del patrio risorgimento cooperatore insigne
Nel Parlamento e al Governo
IL COMUNE DI LESA DECRETAVA 1910

Lo scoprimento della lapide con l’effigie somigliantissima dell’illustre Senatore è accolto dal suono della marcia reale.
Prende quindi la parola l’oratore ufficiale, avv. Albertario, presidente del Consiglio provinciale di Pavia,
Signori,
«La ricorrenza cinquantenaria dei fasti gloriosi che condussero all’indipendenza ed al risorgimento nazionale ha rinnovato nel cuore della generazione presente sensi di ammirazione e di gratitudine per gli illustri uomini che cooperarono alla costituzione del Regno d’Italia, e ne ha reso più fulgida la figura, e più cara la memoria.
A quella falange di patrioti, il cui nome è scritto nel libro d’oro della storia, appartenne Gaspare Cavallini, membro del Parlamento per 55 anni ininterrotti dal 1848 al 1903, egli fu tra i più operaosi deputati della Camera Subalpina; amico di Cavour, di Gioberti, di Ratazzi e di Sella, compagno e collaboratore di Vigliani, di Farini e di Lanza, partecipò in momenti difficili al Governo, e fu appunto Segretario Generale del Ministero dell’Interno dal 1869 al 1873, dividendo con i nostri maggiori uomini di Stato le ansie e le responsabilità di quella politica, prudente ed audace ad un tempo, che ricongiunse all’Italia la Capitale, predestinata nelle secolari aspirazioni dei pensatori e dei poeti.
Non consideriamo e contempliamo oggi con vero stupore e con sentita riverenza la vita austera e virtuosa di quei grandi, che, come Gaspare Cavallini e come un altro Vegliardo, suo coetaneo, spentosi proprio in questi giorni, dettero tutto sé stessi al bene comune, nella mai chiesero, ed ebbero in ogni loro atto per costante divisa il trinomio:
Dio, Patria e Re.
L’azione di Gaspare Cavallini non cessò col compimento dell’unità nazionale; fino agli ultimi anni di sua vita dedicò l’opera sua ai lavori del Senato ed a quelli del Consiglio della sua Provincia, del quale fu per molto tempo ben amato Presidente.
La memoria di lui è viva ed imperitura nella Provincia di Pavia, e la sua effigie sorride, con una espressione d’incoraggiamento al bene, ai vecchi ed ai nuovi amministratori da un artistico rilievo, opera mirabile dello scultore Canonica, collocata nel Palazzo dell’Amministrazione Provinciale.
In questa ridente riviera del magnifico lago che sentì i fremiti generosi del forte Piemonte, che vide le rosse schiere Garibaldine, che udì dall’opposta riva lombarda il pianto dei fratelli anelanti alla libertà; in questa riviera Gaspare Cavallini trascorse gran parte della sua vita, e però l’opera ed il nome di lui sono ancora qui ricordati con affetto e venerazione.
Fu meritamente amato da queste buone popolazioni, che egli molto riamò, onorandosi di rappresentarle in Parlamento, come delegato del collegio di Pallanza. Da queste aure balsamiche negli ultimi suoi anni, trasse l’illustre Vegliardo vigore fisico e serenità di mente, ed in questi luoghi a lui carissimi aleggia tuttora il suo spirito buono, permane la sua simpatica figura.
Ottimo e lodevole pensiero quindi è stato quello del Municipio di Lesa d’incidere nel marmo per ricordanza alle generazioni venture quel vincolo d’affetto e di devozione che lega il suo popolo alla memoria dell’illustre patriota.
Con questi sentimenti io mi associo, a nome ed in rappresentanza della Provincia di Pavia, al nuovo tributo d’onore che oggi si rende al Senatore Gaspare Cavallini.»
L’oratore è vivamente applaudito e complimentato.
Segue il comm. Ambrosiani il quale con eleganti parole dice della vita parlamentare del senatore Cavallini e della grande bontà sua e della venerazione di cui era circondato.
Anhe il comm. Ambrosiani è vivamente applaudito.
Il cav. Cova, presidente della
Pro Solcio, porta il suo saluto
[omissis]
Le parole del cav. Cova sono accolte da applausi.
Un alunno delle scuole elementari parla a nome dei suoi compagni e ricordando i meriti civile e patriottici del venerando che si commemora, eccita i giovani a seguirne le orme.
Da ultimo alcune bambine dell’asilo coronano col loro infantile saluto, la memoria di Gaspare Cavallini.
Il figlio avv. Emilio Cvallini, commosso da tanta spontanea e solenne attestazione di stima tributata alla memoria del compianto padre suo, ringrazia sentitamente gli oratori, le autorità, le rappresentanze, il popolo ed ha parole così belle, nella loro semplicità, che commuovono il pubblico.
La bella e commovente cerimonia è terminata, e le autorità ed i numerosi amici sono invitati alla Villa Cavallini ove ha luogo un suntuoso e cordiale ricevimento.
Intanto sulla larga prateria si intrecciano gioconde le danze popolari, seguito del programma di festeggiamenti organizzati dalla pro Solcio.
Alla sera, a villa Cavallini, fantasticamente illuminata, ha luogo un banchetto di oltre 40 coperti.
Allo
champagne parlarono ancora il comm. Ambrosiani, il prof. Massara, il cav. Cova, il parroco di Tortorello e il parroco di Cerreto Lomellina i quali tutti rievocando la gentilezza e la signorilità di Gaspare Cavallini erano lieti di constatare che tali sentimenti squisiti continuavano nella gentile sua figlia signora Adelaide Lucca, e nell’egregio figlio avv. Emilio, ben degno del nome e delle tradizioni paterne.
A Cura di:
   [Sergio Monferrini]

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