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Tradition, Vision, Innovation

Autori:

Pisoni, Carlo Alessandro

Titolo volume in cui l'articolo è ospitato:

Tradition, Vision, Innovation

SottoTitolo volume in cui l'articolo è ospitato:

Hommage zum 400. Geburtstag von Kaspar Stockalper. Vortrage des Zehnten Internationalen Symposiums zur Geschichte des Alpenraums Brig 2009

Anni Pubblicazione:

2013 ÷ 2013

Titolo Articolo:

Vino e sale per i ”buoni vicini” vallesani

SottoTitolo Articolo:

Una relazione sul Vallese nell`agosto del 1630

Editori:

Note Generali:

Atti del convegno di Studi su Kaspar Stockhalper (Zehnten Internationalen Symposiums zur Geschichte des Alpenraums Brig 2009) per il 400 della nascita.

Dall`inizio della relazione:

Nel Nord Italia del 1630 si registra una situazione politico-militare europea abbastanza marginale. Nel centro Europa si succedevano le fasi della Guerra dei Trent’anni conosciute come fase danese e fase svedese (1625-1630 e 1630-1635). Il 1630 fu però anno particolarmente cruciale; dopo che nel 1627 era morto Vincenzo II Gonzaga, l’Italia e Mantova in particolare si era ritrovata nel gioco internazionale, visto che si apriva la questione del controllo del territorio di Mantova e del Monferrato, a seguito dell`estinzione della linea diretta della famiglia Gonzaga. La successione era stata risolta precariamente a favore della casata francese dei Gonzaga-Nevers. Si contrappose la Spagna, che appoggiando la candidatura al ducato del ramo dei Gonzaga di Guastalla, filo-spagnolo, apriva una crisi internazionale, e una inevitabile guerra. Tra 1629 e 1630 la Guerra di successione di Mantova e del Monferrato i cui termini temporali vengono fissati tra 1627 e 1631, vide l’invasione della pianura padana da parte di 36.000 lanzichenecchi, che assaltarono e devastarono Mantova; con il loro ingresso in Italia giunse ospite sgradita la peste. Il resto è noto, almeno agli italiani e agli appassionati lettori di Alessandro Manzoni, che stese le descrizioni di quell’annus horribilis nelle pagine dei Promessi Sposi.
Se questa era la situazione politica generale del Nord Italia, non meno “vivace“ era la situazione tra Lago Maggiore, Ossola e Vallese, punto di snodo abbastanza importante nello scenario geografico alpino. Da un punto di vista politico-militare, i “deseni” vallesani erano sotto pressione perché al pari di quanto succedeva per i passi valsesiani, veniva richiesto dalle truppe francesi il passaggio tra il Vallese e l’Alta Ossola, e in particolare verso la Valle Anzasca. Il delicato momento non poteva non avere ripercussioni anche dal punto di vista dei commerci. In una congiuntura sfavorevole, con la peste e una carestia serpeggiante, si cercava di mantenere attivi gli accordi commerciali, di buon vicinato e di proibizione di passo per armate, che erano già stati firmati sin dal 1625 tra il governo vallesano e il marchese della Hinoiosa governatore militare; ruolo fondamentale ebbe, nel 1630, il conte Carlo III Borromeo. Egli fece da tramite con il marchese Spinola, all’epoca impegnato nella difesa di Casale Monferrato. Il Borromeo chiedeva allo Spinola che venissero confermati accordi e lettere di commercio per il trasporto verso il Vallese di sale e vini, e che fossero concesse agevolazioni doganali per l’avvio delle merci verso il Vallese. Di tali azioni ed eventi restano documenti, tra cui un’importante carta descrittiva del Vallese tracciata nell’agosto del 1630 con il corredo di una “relatione”, due corpose pagine di commenti sulla situazione politica, storica, geografica, commerciale e religiosa del Basso e Alto Vallese del tempo; esse sono pubblicate negli atti al Simposio Internazionale di Briga per le celebrazioni dei quattrocento anni dalla nascita di Kaspar J. Stockalper. Si vuole così confermare come le manovre politiche e commerciali sviluppate ad arte dal conte Carlo III Borromeo tra Arona, Domodossola, Briga e Sion nell’estate del 1630 furono per Kaspar Stockalper presupposti necessari e sufficienti per costruire la propria fortuna personale. Non a caso nel pieno Seicento sulla scia delle necessità di commercio tra Ossola, Verbano e Vallese Stockalper si inserì nella partita internazionale come appaltatore dei trasporti, monopolista del sale e dei diritti di imposta dei magazzini, imprenditore della via del Sempione divenendo in breve facoltoso cittadino di Briga, edificatore del nuovo ospizio al Sempione e della torre di Gondo, cavaliere del Sacro Romano Impero e per tre anni balivo della repubblica del Vallese, enormemente ricco, da scatenare invidie e da portarlo all’esilio: a Domodossola, non a caso proprio nel feudo dei Borromeo.

A Cura di:

   [Giuseppe Passera]

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