STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

Museo scientifico, letterario ed artistico, ovvero, Scelta raccolta di utili e svariate nozioni

Autori:
Cicconi, Luigi
Fiorentino, Pier Angelo
Titolo:
Museo scientifico, letterario ed artistico, ovvero, Scelta raccolta di utili e svariate nozioni
Anni Pubblicazione:
1847 ÷ 1847
Editori:
Stabilimento tipografico Alessandro Fontana
Luoghi Editoriali:
Torino
Note Generali:
Alle pagine 58-62 si legge:

[...]
Recatomi dunque sul grazioso piroscafo che fa giornalmente la traversata del lago, superai in poco d`ora la breve distanza che separa Arona dall`isole, e mi vi feci discendere. Non farò già una descrizione di esse. Tutte le guide, tutti i giornali ne sono pieni, e mi contento di rimetterti a quelli, ove tu stesso non sia del parer mio, che le bellezze naturali vogliono esser vedute là dove sono, non sui libri de` viaggiatori, e dei piacevoli peregrinaci. Non è così delle bellezze dell`arie, e di queste vorrei poterli dir qualche cosa.
Le isole Borromee devono la loro rinomanza ai tesori della natura, a quelli dell`arte, allo splendore e alla liberale ospitalità della famiglia che le possiede, la quale lascia aperto l`adito a tutti quelli che vi concorrono da tulle le parti del mondo. Lo crederesti ch`io trovai meco alla visita, un abitante del`America meridionale? Quello che v`è di più notabile, si è che l`opinione dei due emisferi si trovò essere perfettamente la stessa. Il palazzo dei conti che sorge nel mezzo ha lo splendore di una reggia: potresti ammirarvi una galleria di quadri e altre opere d`arte antiche e moderne da disgradarne le più copiose delle primarie città; potresti ammirarvi appartamenti addobbati con magnificenza quasi regale: ma che fa questo coll`isola? Quello che mi parve veramente bello e opportuno è l`appartamento a terreno, degno di offrire albergo alle naiadi e alle ondine del lago. Pavimento, pareti e soffitto sono tutti coperti da una specie di musaico incrostalo nel tufo: lapilli e pietruzze di vari colori disposti a disegno in que` freschi anditi, in quelle camere, in quelle sale a volta, in ciascuna delle quali regna una stallia di candido marmo, opera dei più insigni scultori contemporanei.
Dopo aver percorso questi magici luoghi, e veneralo le varie divinità marmoree che vi soggiornano, esci ed ammira la ricca e varia vegetazione che li circonda ed ombreggia. Anche questa è in gran parte favorita dall`arte: perché quei boschetti d`agrumi e d`altre piante tropicali sorgono sopra larghe gallerie sotterranee praticate a quest`uopo. Queste fanno si che il rigore delle stagioni non noccia quasi mai a quelle esotiche vegetali ricchezze: tu vedi le liane dell`America, e l`edera nostrale intrecciarsi ed ornar bellamente i maestosi piloui de`sotterranei, vedi l`agave gigantesca ornare le radici dell`isola, e di anno in anno sprigionare, come per incanto, il suo flore lungo parecchi piedi, e attonito di vedere le stelle del nostro emisfero, a cui la natura non l`aveva chiamato.
Non li parlerò delle camellie, delle magnolie, delle fuchsie, delle azalee che qui sono tanto comuni quanto la rosa e le dalie ne`nostri giardini. Più di queste piante eleganti, sono da ammirarsi gli alberi d`ogni clima raccolti qui in breve spazio, tanto vegeti e maestosi da disgradarne ogni al ira collezione a me unta. Si mostra qui un alloro gigantesco, anzi due che s`innalzano paralleli ed uniti a quasi cento piedi di altezza, sul cui tronco Napoleone scolpiva la parola battaglia. Ma la pianta bicipite fu poco fedele custode dell`iscrizione, della quale poche tracce oggi restano. Forse l`eroe fu mosso dalla singolarità del fenomeno a incidervi quella parola: forse pensava al doppio alloro che l`avvenire gli avrebbe serbato come a grande guerriero, e grande ristauratore dello stato: forse alla doppia corona d`Italia e di Francia. Ma il tempo gl`invidie l`adempimento del primo volo: il secondo era impossibile, perché ingiusto. La nazionalità e l`indipendenza dei popoli è cosa sacra e terribile. Guai chi la tocca.
Questa si chiama, come dissi, l`Isola Bella, l`altra lontana circa un`ora da questa, l`Isola Madre. Ed è infatti, più vasta, ma più negletta, perché i signori non vi soggiornano. Di qui però furono forse trasportate nell`altra le piante più nobili e belle. S`io l`avessi saputo avrei visitata la madre, prima di tributare alla figlia tutti gli omaggi che usurpa.
Sul punto di lasciare quest`isole, strinsi la mano allo sconosciuto compagno che probabilmente non dovrò più rivedere. Benché poche parole e poche idee avessimo cambialo fra noi in un idioma straniero ad entrambi, non puoi credere con qua! senso d`amarezza io vedevo prendere un altro cammino. Quest`isole, io pensai, potrò rivederle sempre che il voglia, ma questo giovane che ha fatto vibrare una corda ancora non tocca dell`anima mia, e m`ha lasciato la sua immagine impressa nella memoria, questi sarà fra poco diviso da me per lungo intervallo di terra e di mare.
Tu riderai a quest`osservazione, non sembrandoti cotanto insolito questo accidente: ma clic vuoi che io ti dica? Sarà stata insolita la simpatia che ci prese al primo vederci: fallo sia che questo sentimento d`ineffabile malinconia mi accompagnò per più ore fino che io posi piede all`albergo.
L`indomani il tempo era fosco e piovoso. Appena , appena ci potevo discernere da lontano l`Isola Bella, e il veloce piroscafo che la rade prima di approdare sotto le mie finestre. Se mai vieni qui, sovvengali di alloggiare all`Italia: un nuovo albergo che certo non l`aspetteresti in quest`angolo del Piemonte. Magnifiche stanze, buon trattamento, bagni, verdura, niuna cosa ci manca; e poi quel bel lago rimpello, quei monti, quell`isole. T`assicuro che una simile prospettiva non s`è mai veduto alla nostra Esposizione, ch`è pur tanto ricca di paesaggi, di laghi e di monti. S`io ne vedessi uno di questi quadri che mi figurasse il Lago Maggiore co`suoi contorni, forse sarei tentalo a farne l`acquisto — ove non mi risolvessi invece a fare un`altra gita fin qui per vedere in natura queste scene mirabili che l`arte non può riprodurre

Arona, 20 ottobre 1846.
DALL`ONGARO
A Cura di:
   [Anna Elena Galli]

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