AVVERTIMENTO
PREMESSO ALLA PRIMA EDIZIONE
DELLE VITE DEI QUATTRO SANTI E BEATI PRINCIPALI
DEL LAGO MAGGIORE
(Casale, 1834)
Il compendio che qui siamo per dare, come in appendice elle notizie storiche di Stresa, della vita dei quattro Santi e Beati principali del Lago Maggiore, fu scritto coll’intendimento di rendere più note a comune edificazione le azioni di quegli eroi della Chiesa, che sugli occhi dei nostri maggiori e in questi luoghi medesimi diedero prova luminosissima di quelle virtù, che noi stessi dobbiamo professare, se vogliamo degnamente corrispondere all’altissima destinazione, alla quale siamo stati chiamati sino da quell’istante, che pel santo battesimo fummo arruolati nel novero de’ cristiani, cioè a dire dei seguaci di Gesù Cristo.
Ricordare poi a’ posteri la pietà dei loro antenati torna allo stesso che eccitarli a correre generosamente essi stessi su quelle tracce, senza lasciarsi tampoco arrestare dalla difficoltà dell’impresa. Se questi e queste, così animavasi pure sin Agostino considerando l’esempio che gli offerivano i zelanti cristiani de’ suoi giorni di ogni età e di ogni sesso, se questi o queste, perché non io? Ora chi è tra gli abitanti delle sponde di questo Lago, che non possa dire egualmente a se stesso: se questi e queste poterono in questi luoghi medesimi e tanti anni innanzi cooperando alla grazia che ricevettero, conseguire appieno il loro fine, la santificazione cioè della propria anima, perché non potrò io pur conseguirla chiamato allo stesso fine e degli stessi mezzi fornito? A questa interrogazione non ha a dare a se stesso che una sola risposta, ed è questa: Ciò dipende da me, unicamente da me: se io voglio, posso, perché posso tutto in Colui, che ciò volendo prima di me mi dona col poter volerlo anche i mezzi per conseguirlo.
Vero è, che non sono i Santi e i Beati. di cui scriviamo la vita, quanto alla forma esteriore della loro virtù e santità i soli esemplari, dietro i quali tutti devano e possano modellare le proprie azioni. Ma qualora si voglia riflettere, che per quanto sia diversa la forma, e diversa la via, per la quale siamo da Dio chiamali alla santità, tutte queste forme però, e tutte queste vie non riescono in ultimo, che a un solo termine, perché radicali, come siamo, in un solo spirito interiore, che è spirito di unità, ed animati da una sola carità, ch’è vincolo di perfezione, ci potremo facilmente persuadere; che anche seguendo in apparenza e all’esterno una via diversa, valendoci degli stessi mezzi, raggiungeremo egualmente lo stesso fine.
Noi qui abbiamo, secondo l’ordine dei tempi ne’ quali fiorirono, la vita di un Martire, di un Penitente, di una Vergine e di un Pontefice. Quanta differenza all’esterno! Ma quanta conformità seco loro nell’interiore dello spirito! Quella carità, che spinge un Arialdo al generoso sacrificio della sua vita per la causa di Gesù Cristo, è nella sostanza quella stessa, che anima un Alberto a crocifiggere con Gesù Cristo la propria carne, quella stessa che invita una Caterina a consacrarsi unicamente a’ casti amplessi di uno sposo celeste, quella stessa finalmente, che sprona un Carlo a farsi tutto per tutti, mine di guadagnar tutti a Cristo. E, ciò che si dice della carità, che è sempre in tutti la stessa, come base comune, henché diverse ne siano- le opere, dicasi il medesimo della fede e della speranza, il medesimo dell’annegazion di se stesso, e del generoso distacco dalle cose terrene, il medesimo di tutte le altre virtù, le quali per quanto siano tra loro distinte, tutte non di meno hanno uno stesso principio, la carità, tutte uno stesso fine, ancora la carità.
Chiunque pertanto vuole, e vuole unicamente e sinceramente il suo fine, troverà sempre in questi Santi, leggendo col lume di quello spirito ch’è uno, nelle loro azioni diverse, tutto ciò che può tornare in prò di se stesso, e può guidarlo alla santità, avvegnaché altra ne sia di ciascuno la condizione, altro il sesso o l’età, altre le circostanze peculiari della sua vita.
Questo mi parve bene avvertire prima di accingermi al racconto delle azioni principali di quei Santi e Beati, che illustrarono le sponde del nostro Verbano, acciocché lette con questo spirito possano tornare più profittevoli a ognuno, scorgendosi nella sostanza suscettibili tutte di venire imitate.
- A Cura di:
- [Carlo Alessandro Pisoni]
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