Il Lago Maggiore riunisce tutto ciò che la natura può offrire di più imponente e di più grazioso. Le Alpi, che si sviluppano maestosamente dall`una parte e le scene ridenti, che si scorgono dall`altra formano uno dei quadri più sublimi, reso ancora più vaga dal contrasto dei diversi oggetti, che vi si ammirano. Le rive d`ogni parte adorne di popolose borgate, seminate di eleganti villeggiature e di graziosi giardini, vi producono vini squisiti e frutta delicate. La prospettiva si presenta magnifica su tutti i punti e varia all`infinito.1 Le acque del Lago dal suo incominciamento a Magadino sino a Pino, bagnano le falde della regione chiamata la Riviera di Gambarogno. Presso Cannobio la montagna s`inoltra sì fattamente nel lago da formare coll`altro monte detto il Pino all`opposta sponda un promontorio, che sembra voglia chiudere il Lago; di qua l`appellazione di Lago di Locarno data alcuna fiata a questa parte superiore di esso. Dopo Cannobio e Luino il Lago si allarga, e il suo bacino diviene di forma ovale di due o tre leghe di larghezza. Nel bacino più grande e precisamente tra Pallanza, Stresa e Baveno sono situate le tre Isole maggiori, chiamate Isola Madre, Isola Superiore e Isola Inferiore: quest`ultima oggidì più comunemente Isola Bella. La prima e l`ultima di queste, unitamente ad una terza più piccola, presso Pallanza, a circa 40 metri di distanza dal continente, chiamata l`isolino di S. Giovanni, sono dette anche Isole Borromee, perché sono proprietà di questa nobilissima famiglia. La medesima possiede anche i così detti Castelli di Canero, che sono due scogli a poca distanza dal paese, dal quale trassero il nome, e sui quali si eressero due castelli, un tempo famosi, oggidì abbandonati e in rovina.
Altre due isole inoltre esistono nel nostro Lago alquanto più grandi di quella di S. Giovanni, quasi rimpetto al Ronco di Ascona e tra questa e Brissago. Erano anticamente chiamate Isole de Conigli dalla copia grande di questi animali ivi annidati. Sono state descritte dal Merula (lib. II, cap. 15), come narra il Macagno. Ora l`una di esse è chiamata Isola di S. Pancrazio ed è la maggiore, e l`altra Isola di S. Apollinare. Queste isole furono altra volta abitate dai Frati Umiliati, che vi officiavano le Chiese, dalle quali ebbero il loro nome particolare, e vi coltivarono il terreno assai fertile, ma soggetto alle inondazioni. Soppressi questi, le Isole rimasero abbandonate e le chiese e case ivi esistenti vennero sempre più deperendo: oggidì sono pressoché diroccate. Esse appartengono di presente alla parrocchia di Brissago, e danno il nome ad uno dei circoli del Locarnese, del quale Ascona è il capoluogo. Finalmente presso Angera vi ha un`altra Isoletta di circa 350 metri di circonferenza, e non ha altro ornamento fuorchè una marmorea lapide a forma di tempietto tra bei filari di pioppi fattivi erigere dal co. Crivelli.
1 Una descrizione pittoresca di questo Lago o de`suoi dintorni, tra le molte, che qui si potrebbero ricordare, può vedersi nell`opera, che ha per titolo: Voyage pictoresque aux lacs Majeur et de Lugano, Zurich, 1823 in foglio. Le vedute che spettano al nostro Lago sono quelle di Locarno, di Luino, di Laveno, d’Intra, dell`Isolino, delle Isole Borromee, di Baveno, di Stresa e del Colosso di S. Carlo Borromeo. È degno altresì di memoria l`Album Storico-artistico del Lago Maggiore di 22 fotografie inalterabili con carta corografica e con relativi cenni per cura di Pasquale Bossi, pittore fotografo di Novara, pubblicato in Milano l`anno 1870 in 4°.