CAPO II
Descrizione del Lago Maggiore
Il Lago Maggiore è presentemente così chiamato, non già perciò sia il maggiore d’ Italia, ma si in comparazione de’molti altri minori, che gli fanno corona, e vi portano per mezzo dei loro emissarii il tributo delle proprie acque. Si estende dal Nord al Sud tra i 45° 37’ e 46° 3’ di latitudine boreale, e tra i 26° 4’ e 26° 28’ di longitudine orientale calcolata dal meridiano di Parigi. È collocato tra il Regno come pochi anni or sono chiamavasi, Lombardo-Veneto, gli Stati Sardi e la Svizzera, che ne possiede tuttora la parte più piccola, cioè un quarto, circa della sua superfice [sic], la quale si calcola di 30,000 ettari, o 215 mila chilometri quadrati.
Incomincia al Nord-Est presso i villaggi di Tenero e di Magadino e si prolunga verso Sud-Est per l`estensione di 66 chilometri, pari a circa 36 miglia geografiche sino a Sesto Calende, formando in tutta questa lunghezza parecchie sinuosità e diversi piccoli golfi. La sua larghezza maggiore in linea orizzontale è tra Laveno e Feriolo di 12 chilometri, pari a circa 7 miglia geografiche, la media è di circa due, la minore tra Angera ed Arona di circa un chilometro o poco più. La sua profondità è molto varia. La massima è di circa 800 metri tra Luino ed Intra e sotto Laveno e S. Caterina del Sasso, di metri 375 tra Barbé e Bedero, di 270 tra Cannobio e Macagno, di 248 tra Brisaggo [sic, per Brissago Svizzera] e Dirinella e di soli 63 tra Locarno e Magadino, ed altrove anche meno. Il suo fondo tra l`Isola Bella e Laveno è seminato di rocce e di piccoli monticelli. Secondo M. de Saussure. la temperatura delle sue acque è di 5° 1’ Réaumur alla profondità di 335 piedi.1 La sua elevatezza poi sul livello del mare è di 195 metri.
È circondato tutto all`intorno da alte montagne e in qualche parte da colli e costituisce il naturale bacino delle acque, che scorrono da quella vasta catena, che incominciando al Sud-Est del Monte Rosa si estende al Sempione, al Gries, al S. Gottardo, al Luckmanier, al Muschehorn, al S. Bernardino e al Ioerisberg fino alle rocce poste tra i Laghi di Lugano e di Como. Tra i monti che sono distinti da un nome particolare lungo le sponde del Lago ricorderò la Mensa al Nord-Ovest di Arona, S. Quirico, al settentrione di Angera, il Sasso del ferro, o Ferro di Cavallo, detto anche Scereda, che sovrasta a Laveno, quello di Fraggia a settentrione di Luino, il Monte Cenere sopra Magadino, la cima della Ceresa sopra Oggebbio, il Pizzo Marona, sopra Intra e il Limidario (o Monte Cridone, secondo altri) e lo Zeda o Monte della Zeda, sopra Cannobio. Il primo di questi due è così chiamato, perché serve di limite da quella parte tra il regno d`Italia e la Svizzera. Tutti e due questi monti sono oltre 2400 piedi sopra il livello del mare.
Molti poi sono i fiumi che hanno la loro sorgente tra i monti suddetti, e mettono foce nel nostro Lago. I principali sono il Ticino ed il Toce. Il primo ha le sue origini in tre luoghi diversi, cioè in Val Bedreto, a poca distanza da quelle del Rodano, di là dell`Ospizio sul Gottardo presso a quelle della Reuss, e in Val Blenio non lungi dalle sorgenti del Reno. Le scaturigini che si osservano presso il Gottardo sono le più rinomate: ivi da parecchi laghetti propinqui all`Ospizio e dominati da parecchie giogaie, ha cominciamento propriamente il Ticino e lunghesso tutta la Val Levantina s`ingrossa, ricevendo a manca e a diritta ruscelli e torrenti in buon numero. Dopo un tratto alpestre di circa 30 miglia tra Giornico e Bodio comincia ad esser atto al trasporto dei legnami legati in zattera. Entrato nel Lago Maggiore n`esce a Sesto Calende per gettarsi nel Po sotto Pavia. Questo è il solo emissario del nostro Lago. Tra i torrenti principali, ch`esso riceve, si annoverano il Ticínello, il Breuno o Ticino di Blenio, la Piumegna, il Fiume, ch`esce dalla Val Ambra e la Moesa.
Il Toce poi, o la Tosa, come anche è detto, nasce ai confini della Svizzera sopra la Valle Formazza da due principali sorgenti, la prima delle quali è quella in Vai Togia o Val Toce, da cui prende il nome. Ivi sono alcuni piccoli laghi: uno di questi; il più grande, della circonferenza di circa due miglia, è chiamato Kastelsee o Lago di Castello, dal monte di questo nome. Altro più piccolo di circa un miglio di circonferenza è detto Fischsee, o Lago del Pesce. Questi laghetti sono perennemente alimentati dai piccoli ghiacciai sovrastanti. L`altra sorgente è dal vasto ghiacciaio del Gries, dal quale esce un torrente (in tedesco Bach) che scendendo precipitoso nella sottoposta valle si unisce al Toce presso un luogo detto il Riale. Così ingrossato il Toce scende in altra valle, percorsa la quale, per la lunghezza di circa un chilometro si precipita con impeto dall`altezza di metri 114, in linea verticale, pari a circa 150 del piano inclinato, formando così una delle più imponenti e belle cascate d`Europa, conosciuta sotto il nome di caduta della Frua, a due ore poco più di cammino sopra Formazza. Percorsa poi la sottoposta valle Antigorio esce in quella dell`Ossola ricevendo quivi tutti gli altri rivi e torrenti che dalle valli limitrofe mettono in questa. Tali sono la Diveria, che ha le sue sorgenti alle radici del Sempione nella Valle di Vedro, Isorno, la Bogna, la Melezza, Ovesca, Anza e la Strona, che danno in parte il nom alle valli donde escono, oltre ad altri più piccoli. Arricchito di tante acque e fatto già navigabile per lo spazio di circa 25 chilometri, si scarica nel Lago Maggiore al di qua di Monte Orfano e sotto il Lago di Mergozzo.
Entrano inoltre nel nostro Lago direttamente il Verzasca ed il Maggia tra Locarno ed Ascona, e il Cannobio o Cannobino. i quali escono dalle valli dello stesso nome, il S. Giovanni ed il S. Bernardino, l`uno al Nord, e l`altro al Sud di Intra, i quali escono il primo dalla Valle d`Intragna, il secondo dalla Valle Intrasca. Questi due fiumi furono così chiamati dal nome dei Santi, ai quali erano dedicate due chiese, poste sulle loro sponde e che ora più non esistono. È notevole il S. Bernardino per essersi aperta la via tagliando a molta profondità lo schisto e i filoni di pirite, di trappo e di quarzo che lo attraversano. Tra i minori fiumi o torrenti, ch`entrano nel nostro Lago, ricorderò in secondo luogo il Fiume, l`Erno, il Tiasca ed il Vevera, che sboccano presso Baveno, Lesa Meina ed Arona: il Giona ch`esce dalla. Valle Vedasca e separa Macagno Superiore dall`Inferiore, e il Boesio, che si getta nel golfo di Laveno dopo di avere percorsa la Val Cuvia.2
Molti sono similmente i laghi che fanno corona al Maggiore, e che per mezzo dei proprii emissari si gettano in esso, come abbiamo accennato. I principali sono il Lago d`Orta, il Lago di Lugano e il Lago di Varese.
Il Lago d`Orta si estende in lunghezza per nove miglia, non avendone nella sua maggiore larghezza che poco più di uno. Secondo le operazioni barometriche eseguite nel 1851 dall`ingegnere Cav. Negretti, le acque di questo lago superano in altezza il livello del mare di metri 282, e di circa 80 quello del Lago Maggiore.3 Emissario di questo lago è la Negoglia ricordata di sopra, la quale mezzo miglio circa sotto Omegna si unisce alla Strona e con essa si getta nel Toce presso Gravelona.
Assai più grande di questo è il Lago di Lugano, alto metri 272 sul livello dei mare e 77 su quello del Lago Maggiore. La sua lunghezza da Porlezza ad Agno è di miglia 18: la sua massima larghezza tra Lugano e Caprino è dì due, ma il più delle volte è di un solo miglio o poc`oltre. La sua superficie poi è di circa quarantasette miglia.4 Il suo emissario è la Tresa, il quale esce propriamente da un braccio di quello di Lugano detto il laghetto, e mette nel Maggiore tra Luino e Germignaga più presso questa seconda.5 «Il Lago di Lugano poi, scrive il Bertolotti,6 ha risvolte così capricciose, ramificazioni sì lunghe, seni sì inaspettati, che la fantasia non trova immagini, che possano rappresentarne la struttura e la forma con qualche apparenza di vero. Inferiore a questi due per ampiezza ed amenità è il Lago di Varese, talora, e più propriamente, chiamato anche Lago di Gavirate dal nome di una grossa borgata che giace alla sponda superiore del medesimo, mentre dista da Varese 6 chilometri o poco più. Ha una superficie di circa 16 mila metri quadrati, e si estende in lunghezza per metri 8800 da nord a sud, in larghezza media per metri 1818, e nella maggiore per metri 4500, con una profondità massima di metri 26. Suo emissario è il Bardello, così chiamato dal villaggio presso cui si forma, il quale dopo di avere bagnato Besozzo, Bogno e Brebbia si getta nel Lago Maggiore.7
Oltre a questi più altri piccoli laghi circondano il nostro, che meritano un breve cenno. Tre di essi sono al di qua del Lago di Varese, cioè quello dì Biandronno che comunica con questo mercè una lista di terra, e quelli di Monate e di Comabbio. La superficie di quest`ultimo è di quattro chilometri. Tutti e tre hanno il loro ne dalle terre che stanno loro dappresso. L`emissario del Lago di Monate è l` Acquanera, che si getta nel Lago Maggiore sopra Ispra. Un altro lago in comunicazione col nostro, ma un tempo ad esso congiunto, come a suo luogo diremo, è quello di Mergozzo sopra Feriolo di circa un chilometro di larghezza e due di lunghezza. Anche questo è chiamato dal borgo che si specchia nelle sue onde. Il diritto di pesca di esso Lago spetta al comune.
Poco discosto da quello di Lugano è il piccolo lago, dalla valle entro la quale è rinchiuso, detto di Gana, che per un emissario va ad unirsi a quello alquanto più grande di Ghirla. Questo secondo per mezzo di una profonda cascata getta le sue acque nella Morgarobbia, la quale sbocca nella Tresa poco prima che questa entri nel Lago Maggiore.8 Un piccolo lago è pure a mano diritta dalla via, che da Lugano mette ad Agno, il quale comunica per un ruscello col Laghetto summentovato e per esso si scarica nella Tresa: dal paesello che gli sta sopra chiamato Lago di Muzzano. Finalmente altro lago esiste in mezzo alle montagne che prospettano Cannobio sull`altra sponda, a 200 metri circa di altezza sul Maggiore, fra Tronzano e Musignano lungo circa due chilometri e largo mezzo, chiamato dal Morigia (Stor. di Milano pag. 16) Lago d`Egra o Agra, da altri Delio, o meglio, dalla figura della lettera che rappresenta, De. Il suo emissario va a gettarsi nel Giona sunnominato.
1 Vedi la sua opera: Voyage dans les Alpes Neuchatel, 1796, T. 3.
2 Tutti questi fiumi e torrenti abbondano, persino nelle più alte montagne, di trote eccellenti e più saporite di quelle dei Laghi. Nell`Anza poi e nel Toce se ne prendono talora di venti libbre, e qualche rara volta anche di trenta.
3 Vedi il Can. Angelo Fara nel suo Trattenimento storico: La Riviera di S. Giulio, Orta e Gozzano, Novara, 1861 In 8.0 alla pag. 11.
Secondo il Franscini, l.c. vol. I, p. 113.
4 Secondo il Franscini, l.c. vol. I, p. 113.
Vedi il suo Viaggio ai tre laghi di Como, Lugano, Maggiore, ec. Como, 1825.
5 Un ponte sulla Tresa, poco lontano dal luogo d`onde esce, divide due paeselli chiamati egualmente Ponte Tresa, l`uno de`quali spetta alla Svizzera e l`altro alla Lombardia: e segnano cosi il limite dei due stati.
6 Vedi il suo Viaggio ai tre laghi di Como, Lugano, Maggiore, ec. Como, 1825.
7 Narra il Brambilla nella sua Opera: Varese e suo Circondario, Varese, 1874. Vol. 2. p. 28: che più volte si è tentato fino dall`anno I597 di rendere questo fiumicello navigabile per aprire un` utile comunicazione col Lago Maggiore e per asciugare la palude Brabbia dell`estensione di oltre nove mila pertiche milanesi tra Biandronno e Covirono. Soggiunge poi che questo disegno si spera di vedere effettuato tra non molto per opera di un consorzio costituitosi a tale scopo.
8 In tempi assai remoti v` era in quei dintorni un terzo Lago, il quale fu distrutto dal Morgarabbia coll’aprirsi che fece un passaggio sotterraneo tramezzo alle caverne formate dagli strati di roccia calcarea. Perciò al luogo detto il Ponte nativo (Pont Niv) il fiume scompare e cammina sotterra per circa 300 metri, indi si rende visibile formando un bell`orrido e poi di nuovo scompare per altri 130 metri. Così il Brambilla l. e. p. 113.
- A Cura di:
- [Carlo Alessandro Pisoni]
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