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Breve Abstract:
V. De Vit, Il Lago Maggiore..., Vol. 02 p. 1 - 02 - Vita di Arialdo. Nascita ed educazione.
Abstract:

CAPO I

Nascita ed educazione di Arialdo, e stato lacrimevole
del clero Milanese in que’ tempi

Arialdo trasse i suoi natali poc`oltre il principio del secolo XI dell` era nostra dalla nobile famiglia, secondo che scrisse l’Anonimo summentovato (1), degli Alciati, in Cucciago, piccola terra del ducato di Milano a cinque miglia circa da Como (2). Fu educato per tempo dai suoi genitori nella cristiana pietà e fatto adulto fu da essi mandato da prima a Milano per appararvi le belle lettere, e poscia altrove (l`Alciati, non so su qual fondamento, dice espressamente in Parigi) per esservi addottrinato nelle scienze teologiche. Reduce in patria diede tali prove di sè, che ben presto ottenne di essere arruolato nella clericale milizia, e sollevato alla dignità di Diacono della Chiesa, secondo alcuni, di S. Vittore di Varese, secondo altri, di quella di Milano, ovvero, come narra Landolfo il Vecchio, di Diacono della Cappella dell`Arcivescovo Guidone, di cui farò parola tra poco, il quale lo consacrò ed elesse maestro di Belle Lettere(3).
Ma correvano allora tempi infelicissimi per questa Chiesa, travagliata più che mai dalla eresia de` Simoniaci e dei Nicolaiti (come impropriamente si chiamavano), o meglio dall`abuso del matrimonio, ossia concubinato de’ Preti: eresia ed abuso che gettavano la discordia tra il clero e il popolo e funestavano non meno lo stato che le private famiglie. Prima di andare innanzi nel racconto delle geste di Arialdo, gioverà descrivere la misera condizione, nella quale trovavasi in quei tempi il clero Milanese, e rispettivamente anche quello delle limitrofi diocesi, colle parole stesse del B. Andrea (lib. 1, c. 3 e 4), fido seguace del nostro Santo, così tradotte dal Giulini (1. c. p. 8):
« Era allora l`Ordine Ecclesiastico sedotto da tanti errori, che appena alcuno di esso si trovava nel suo luogo proprio, cioè nella sua Chiesa: conciossiacchè altri con cani e sparvieri, girando qua e là, erano dati in preda alla caccia: altri erano tavernieri, e malvagi villani, o empi usurai. Quasi tutti con publiche mogli, o concubine passavano ignominiosamente la vita. Ognuno cercava quel ch`era suo, non quello ch` era di Gesù Cristo. E ciò che non può ascoltarsi senza lagrime, tutti erano infetti di Simonia: perocchè nessun Ordine, o Grado, dal minimo sino al massimo, poteva ottenersi, se non si comperava, come si comperano le pecore. A tanta perversità non compariva alcuno che si opponesse; anzi coloro che erano creduti veri pastori, erano i lupi più rapaci. »
Così il B. Andrea. Per colmo poi d`ogni sventura la Chiesa di Milano era venuta di que’dì (anno 1045) in mano di un uomo quanto di scarsa dottrina, altrettanto di dubbii costumi, e volpe finissima, la quale più che qualunque lupo, scrive il medesimo Giulini (P. III, p. 422) assassinò la misera greggia a lui commessa. Era questi Guidone da Velate(4), cancelliere di Arrigo III Imperatore, non nobile, né dell’ordine de Cardinali, come allora si chiamavano i canonici ordinarii della Chiesa Metropolitana. Avevano proposto i Nobili di Milano per tale elezione tra gli altri Anselmo da Baggio, ecclesiastico insigne, ordinario della Metropolitana, ma Guidone venne a preferenza di tutti eletto in bello studio da esso Imperatore per amicarsi i plebei ed abbassare i Nobili: la qual cosa fu cagione d`infiniti discidii nella città. Più tardi il medesimo Guidone, per togliersi da lato un così molesto censore, fece nominare Anselmo vescovo di Lucca. Tale era lo stato della Chiesa di Milano, allorquando Arialdo diede principio alla sua predicazione.


1 Arialdus in loco Cuzago prope Canturium, Mediolanensis dioecesis, ortus fuit nobilibus parentibus De Alzate (cap. I, presso il Giulini I c. p.11, il quale osserva, che sulla fine dell` undecimo secolo le famiglie avevano già stabiliti i loro cognomi). Di questo Anonimo così parla il celebre giureconsulto Andrea Alciati presso il Mommsen (Corp. Inscr. Lat. Vol. V, p. 622, al n. 13) Arialdi conciones, disputationes, necem, miracula Arnulphus (così lo chiama) historicus noster memoriae hominum commendavit, idque adeo diligenter, ut omnem mihi de eo scribendi ansam praeripuerit, quod alioquin facturus eram, utpote gentilitiam historiam aedituro (sic).Habeo enim auctores ex Alciata familia, oppido tamen Carimato [postea ins.: Vel, ut alii volunt, Cucciaco] oriundum esse. Da ciò si scorge che l`Alciati mutò poscia pensiero, giacchè si ha la vita del nostro Sano scritta anche da lui, la quale fu egualmente pubblicata colle altre dal sullodato Puricelli.

2 In Cutiaco quodam vico inter Mediolanum Comumque sito, scrive il B. Andrea. Cucciaco dunque, Cuzago e Cutiaco sono lo stesso nome scritto diversantente. Non si dee poi confondere questo Cucciago col Cucciago o Cuzzago dell`Ossola inferiore; spettante alla diocesi Novarese, come fece il Massa nel suo Diario dei Santi già citato, il quale fece Arialdo nativo di questo secondo luogo, e fu probabilmente occasione, che fosse tratto in errore anche l`avv. Francesco Scaciga della Silva, il quale ebbe ad annoverarlo tra gli Ossolani illustri nella Vita, che pubblicò di essi in Domodossola l`anno 1847, pei tipi Vercellini in 8°.

3 Forensem clericum Levitam tantum, scrive il detto Landolfo, quem ipse Guido sibi consecraverat, Arialdus nomine, ortus in loco Cuzago, prope Canturium, Artis liberae Magister.

4 Colgo questa occasione per correggere lo sbaglio, nel quale incorse, certo inavvertenteniente e per mera distrazione, uno de` benemeriti nostri storici, Cesare Balbo, nel suo Sommmario della Storia d`Italia già citato alla pag. 120 dell` edizione di Losanna, 1848, dove confuse questo arcivescovo col nostro Arialdo. Ecco le sue parole: « Disputatane la successione (di Ariberto, arcivescovo di Milano), rimase eletto, benchè ingrato al suo popolo, ARIALDO D`ALZATE, notaio di Arrigo III. » Si corregga quindi innanzi Guidone di Velate.




Accedere qui al quadro generale dei volumi dell`opera devitiana Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee..., Alberghetti, Prato 1875-1880



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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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