Dall`opera ”De` primi abitatori dell`Italia, opera postuma del padre Stanislao Bardetti della Compagnia di Gesù, teologo di S.A.S. il signor duca di Modena”, Montanari, in Modena, 1769, pp. 190 e 191 si traggono le righe relative ai leponzi.
Articolo VIII.
Resta l`ultima delle tre prime genti circompadane, ed è quella di certi Taurisci, che poco o nulla si sono considerati da chi ha scritto nel nostro argomento, e pure non possono ignorarsi senza danno grandissimo della nostra più antica Istoria. Stando a Plinio, dovremmo crederli popolo ristrettissimo in Italia, non attribuendo loro quello storico
1 oltre Noreja, alla quale dall`Adriatico si potea ascender per acqua
2 se non il poco di più, che nelle nostre Alpi fu Norico: ma senza fallo ebber paese molto più ampio, comeché il tenessero sotto i nomi di Reti, di Leponzi, e di Salassi. I Salassi, la cui capitale fu Avosta poco lontana da un luogo anc’oggi chiamato Sala
3, mi parvero già, attesa la simiglianza del nome, popolo Salio, o Salluvio, e però Ligustico, siccome dissi, una cui colonia scendesse dalle sponde dell’alta Dora, s’inoltrasse alla Sesia, dov’è Vercelli, e quindi passasse al Lambro: ma in materia d’origini non è per sì poco da lasciar Catone; e quest’uomo illuminatissimo insegna presso Plinio
4 che i Salassi furon Taurisci. La medesima origine nel medesimo luogo egli dà a’ Leponzii: e viene con ciò a riporre fra le favole, come fece poi anche Livio,
5, di cui Plinio qui non degnò di far menzione,
6, che Ercole fosse passato per quelle contrade tenendo la via dell’Alpi Graie; e che alquanti de’ suoi assiderati dal freddo, e impotenti a seguirlo, avesse qui lasciati, detti perciò Leponzii da
“lèipo”* relinquo. Primaria fede di cotal gente fu Oscela ricordata da Tolomeo, oggi Domo d’Ossula: ma arrivava sino alle fonti del Rodano; onde comprendea anche i Mesiati posti nella Tavola Peutinperiana [sic, per
Tabula Peutingeriana] sopra il lago Verbano, verso le sorgenti del Tesino [= fiume Ticino], e del Rodano stesso. I signori inglesi, autori della
Storia Universale nel tom. 8, lib. 3, capit. 1 sez. 1 ricordano fra’ più antichi popoli della Gallia Cisalpina i Canini: e come non furono, che si sappia, né Etrusci, né Galli Bellovesiani, così può parere che sieno stati antichissimo popolo del paese, e però da non ommettersi in questo luogo. Ma sia certo chiunque legge, che popolo detto Canini non fu mai o al piano, o al monte nelle terre circompadane. Sopra il lago Verbano, o Maggiore, dov’è Belinzona [= Bellinzona], fu un tratto di paese chiamato Campi Canini: e dobbiamo la notizia di questa precisa situazione a Gregorio Turonese
7, dove parla della morte di certo Olone: nomina questi Campi anche Ammian Marcellino
8, raccontando una spedizione dell’imperadore Costanzo contra alcuni popoli alamanni: che la gente abitante qui si chiamasse anch’essa Canini, né Ammiano, né Gregorio, né altro scrittore d’autorità ha detto giammai. E a torto pretenderebbesi, che il nome del luogo si debba, o si possa liberamente accomunare cogli abitatori. Nella cispadana, e forse nel Modenese, dove ora è Magreda sulla Secchia, furono i Campi Macri ricordati anche
9 da Columella, e da Strabone; nella Traspadana sulla Sesia furono i Campi Raudii, di cui Patercolo
10: niuno dirà senz’antico scrittore, che nella Gallia Cisalpina fosse un popolo chiamato Raudii, un’altro [sic] chiamato Magri. E se per sorte monumento autorevole si discoprisse, in cui i Belinzonesi, ed altri del contorno fosser chiamati Canini, dicasi con Cellario
11 che furon Leponzi, e sarà dire, che furon Taurisci.
1 Lib 3., capit. 19. «Interiere [...] Tauriscis Noreia». Capit. 20: «quondam Taurusci appellati, nunc Norici».
2 Strabo, lib 5, p. 214. «Dirimuntur flumine delabente ab Alpibus, quo adverso navigari potest et ad Norejam urbem per stadia MCC».
3 Vide Cantelli Geogr.,
Il Ducato di Avosta.
4 Lib. 3, capit. 2: «Lepontios et Salassos Tauriscae gentis Cato arbitratur».
5 Lib. 5, capit. 33: «Nisi de Hercule fabulis credere libet».
6 Lib. 3, capit. 20: «Caeteri fere Lepontios relictos ex comitatu Herculis, interpretatione Graeci nominis credunt, praeustis in transitu Alpium nive membris: eiusdemque exercitus et Graios fuisse Graiarum Alpium incolas, praestantesque genere Euganeos, inde tracto nomine».
* In greco nel testo della nota.
7 Lib. 10, capit. 3: «Ad mediolanensem urbem advenit: ibique eminus in campestria castra posuerunt. Olo autem dux ad Bilitionem huius urbis castrum, in Campis situm Caninis, importune accedens etc.».
8 Lib. 15, capit. 4: «In Rhaetias, Camposque venit Caninos».
9 Colum., Lib. 7, capit. 2: «Item quae circa Parmam, et Mutinam, Macris stabulantur Campis»; Strabo, lib. 5, pag. 216: «Rhegium Lepidum: Macri Campi».
10 Lib. 2, capit. 12: «In Campis, quibus nomen est Raudiis».
11 G.A., L. 2, cap. 9, sect. 1, n. 94.
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