Post victoriam de Arrianis relatam circa an. 387. D. Ambrosius, Mediolanen. Antistes, ut gratias Deo, eiusque SS. Matri redderet , erexit Altare in quodam colle, ad cujus radices Vicus erat, quem Varonis dicebant, in Ditione Mediolan. situs apud Helvetios , atque in eo imaginem Deiparae a S. Luca exculptam collocavit, erga quam aucta veneratione Fidelium, Templum fuit extructum, quod deinde Exteri visitabant, ut gratias a Dei Genitrice impetrarent. Prope illud mansionem elegerunt aliquot piae foeminae et austeram vitam traducebant in specubus, quas natura in monte reliquerat, eamque elemosinis sponte oblatis alebant. Illis sese addidit circa an. 1452. nobiliss. virgo Catharina ex familia Morigia, quam sequuta est cum aliis tribus Juliana Purricella, qua omnes suadente Catharina, post aliquot annos cumn decrevissent aliquod Religiosum Institutum amplecti, illud elegerunt, quod eo tempore apud Mediolanum florebat a S. Ambrosio erectum, appellabatur S. Ambrosii ad Nemus, de quo ita D. Augustinus: erat Monasterium plenum bonis Fratribus extra Urbis moenia, sub Ambrosio nutritore; quod tamen post aliquot annos justis de causis Pontificum jussu omnino defecit. Annuit illis Pont. Sixtus IV jussitque ann. 1474 Guidoni Castilioneo, Mediolanensi Archipresbytero, ut cenobium Sanctimonialium erigeret, in quo solemnia Religiosorum vota Virgines illae profiterentur, quibus deinde 1476 clausura leges praescriptae fuerunt, cum facultate gestandi velamen nigrum. Sub Regula S. Augustini militantes, Constitutiones S. Ambrosii servant, et ritu Ambrosiano Divina Officia peragunt. Earum vestis colorem castaneum obscurum ostendit, qui vulgo dicitur “tanè”; et agnomen Eremitarum retinent. Anno demum 1478 earum Fundatrix Catharina pie deceffit e vita, qua duobus annis in Coenobio, et viginti duobus in solitudine traduxerat. Ejus cadaver illesum a putredine adhuc servatur, et Beata dicitur ex Summorum Pontificum concessione.
Haec omnia exposuit Dominicus Bigiogerus in narratione historica impressa.
XX.
MONACA ROMITA di Varese.
Dopo la vittoria ottenuta contro gli Arriani circa l`anno 387 nel tempo di S. Ambrogio, eresse questi un Altare, in cui pose una statua della Beatiss. Vergine scolpita da S. Luca, in segno di rendimento di grazie nel monte presso la Terra di Varese nelli confini di Milano, e delli Svizzeri; cresciuta poi la venerazione vi fu fabricato un magnifico Tempio, concorrendovi i Popoli per ottenere grazie dalla gran Madre di Dio. Dimoravano presso la Chiesa alcune pie donne, che come romite viveano di elemosine date dalle persone, che visitavano quel Santuario. Ad esse si unì l`anno 1452 una nobile fanciulla di casa Morigia, detta Caterina, imitata da un`altra di nome Giuliana Purricelli, con altre tre , le quali vissero con essercizii di asprissima penitenza, ma poi risolverono di abbracciare qualche religioso instituto; e perché fioriva l`Ordine, detto di S. Ambrogio dal santo instituito , del quali parlando S. Agostino lib. 8. delle Confessioni, cap. 6. Era, disse, un Monastero pieno di buoni fratelli fuori della Città, e si diceva di S. Ambrogio ad Nemus. quale poi da` Decreti Pontificii per giuste raggioni fu estinto, elessero questo instituto, e ottennero da Sisto IV l`approvazione nel 1474 e il Pontefice ordinò a Guido Castiglione, Arciprete di Milano, che eleggesse in Monastero il Romitorio, con dare l`abito alle Romite, dalla quali si professano voti religiosi; e nell`anno 1476 concedè loro il velo nero, e li privilegi della clausura. Vivono sotto la Regola di S. Agostino, osservando le Constituzioni di S. Ambrogio, vestono abito di colore Tanè, nome francese, che significa cervino, o castagnino. Recitano l’offizio con rito Ambrosiano. Nel 1478 morì Catarina, fondatrice e prima Abbadessa, doppo essere vissuta due anni Monaca, e 25 romita; onde ritengono il nome di Romite. Si conserva il di lei Corpo ancora intiero e gode il nome di Beata per concessione de` Sommi Pontefici.
Vedi il Racconto Istorico stampato di Domenico Bigiogero.
- Note Bibliografiche:
- Incisione dedotta da: FILIPPO BONANNI (o BUONANNI), La gerarchia ecclesiastica considerata nelle vesti sagre, e civili usate da quelli, li quali la compongono, espresse, e spiegate con le imagini di ciascun grado della medesima; offerta alla maesta di Giovanni Quinto re di Portogallo e dell’Algarve etc. dal p. Filippo Bonanni della Compagnia di Gesù. In Roma, nella stamperia di Giorgio Placho intagliatore e gettatore di caratteri presso S. Marco, 1720
- A Cura di:
- [Gioacchino Civelli]
- Allegati:
- Bonanno 1720, Varese, monache romite agostiniane
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