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Disponibile il nuovo racconto di Pietro Pisano ”Monte Pedum. La leggenda del Coda Rossa”

Il Magazzeno Storico Verbanese
con il Gruppo Escursionisti Val Grande

è lieto di comunicare che
dalla seconda settimana di settembre
sarà disponibile il racconto di
Pietro Pisano,

MONTE PEDUM
LA LEGGENDA DEL CODA ROSSA

Agile volumetto di 80 pagine, con numerose illustrazioni in b/n, che racconta - a metà strada tra vero e invenzione - la leggenda della vita e morte violenta di un bracconiere ottocentesco alle pendici del Monte Pedum.

Immaginar Montagne

Scriver di montagne è bello. Ma è forse ancor più bello immaginare, inventare storie a proposito di montagne.
Gli esempi non mancano; menzioni di penne illustri – locali e no – riempirebbero ben maggiori bibliografie che non quella ospitata alla fine di queste pagine. Ma inventare e immaginare – un’attività, una passione certo non semplice, anzi complicata, e lontana dall’essere facile e riduttivo parto di fantasia – conduce talvolta a risultati sorprendenti.
Dopo aver letto per anni le pagine eguamente percorse da vene d’antropologia, storia e poesia di non pochi scrittori di montagna, vera gente con ottima conoscenza delle nostre terre, ci auguriamo che con Pietro Pisano sia venuta allo scoperto una nuova penna la quale aggiungendosi a quelle già note (e benedette, per le idee e le storie umanissime che hanno saputo salvare) – sia capace di vergare man mano – anzi passo passo inerpicandosi per le giogaie del Pedum – le memorie dolci e ruvide delle cime nostre e di chi le ebbe a percorrere.
Questo lavoro di Pietro Pisano – prova iniziale, battesimo dell’inchiostro – è magari soggetto a quegli inevitabili “disturbi della crescita” in cui incorre talvolta un autore che muove i primi passi tra novella racconto o romanzo breve. Per Pietro questa Leggenda del Coda Rossa deve avere il senso che ha per un rocciatore una personale “nuova via” aperta in parete: prova magari rischiosa e nuova e dunque da aprire con qualche cima di sicurezza; ma con la convinzione che possa essere una via la quale, portata alla estrema coerenza, fa raggiungere la vetta del primo successo, e con esso dischiude la carriera di conquista.

Un dato è certo. Perlustrando in fortunata anteprima le pagine appena pubblicate da Pietro Pisano ci è sembrato che intorno a noi si muovessero – con discrezione e curiosità – quegli scrittori di cose montane che tanto amiamo rileggere e portarci dietro, quando scarpiniamo per le balme e in mezzo ai pascoli di alta quota, o ancora quando scaviamo nelle carte d’archivio che raccontano storie tanto lontane nel tempo e dalla mentalità nostra di uomini tecnologici.
Per un attimo ci è sembrato che fosse come se dietro la spalla sbirciassero il Nino e tanti altri, curiosi come noi di sapere in che modo il Cùa Rùsa aveva vissuto, o era stato immaginato da Pietro Pisano a bracconare per le sue amate montagne.
Allora anche il Cùa Rùsa, il Masnaghetti, la contessa, la gerente dell’osteria di Cossogno hanno preso vita e consistenza storica, esattamente come il Brizio, don Fighetti, il geometra Gagliardi, il Leonino, il Capelumét... e la lettura delle pagine di Pietro Pisano è diventata un piacere a cui è impossibile rinunciare.



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