Al Fonte dell`Isola
Quando una famiglia è nobile, la cauta preservazione per secoli delle carte d’archivio consente di scoprire particolari di ogni tipo sui suoi componenti, dai più alti, fino ai più banali; li si può talvolta seguire dalla culla alla tomba, dal salasso del barbiere, al banchetto allestito per le nozze, dal gioiello preparato dall’orafo, alla lezione di lingue o di musica impartita dal maestro; dal cestello di fichi mandato a Milano per imbandir la tavola con qualche primizia, o alla notizia che il cane di casa ha bisogno di cure...
Tra le altre carte, spiccano, con maggiore facilità per i secoli a noi vicini, le registrazioni di battesimo. Ogni battesimo è una festa: un battesimo per una nobile casata come quella dei Borromeo lo è forse ancora di più. I Borromeo hanno quasi sempre eletto quale sacro fonte le chiese prossime alle loro residenze milanesi (Santa Maria Podone, Santa Eufemia, Santa Maria alla Porta, Sant’Alessandro), quando non la stessa cappella privata di palazzo. Altri sono nati proprio sul lago Maggiore, e sul Verbano sono stati battezzati. Nacque ad Arona un Carlo, destinato a ravvivare l’incupita e indebolita fede di un secolo di ferro; e fu battezzato nella chiesa parrocchiale della capitale lacustre dei Borromeo; nacque probabilmente ad Arona Giulio Cesare II il 13 novembre 1517, e vi fu quindi con altrettanta probabilità battezzato; un Francesco nacque e fu battezzato in Francia, avendo come padrino nientemeno che Francesco I re di Francia (1521) che gli impose il proprio nome; più vicino ai nostri giorni Elisabetta, colta donna, valente pittrice, figlia del geniale Giberto VI, nacque a Napoli nel 1839. Anche l’Isola Bella fu luogo di nascite: ma non prima dell’Ottocento. Quattro sono i Borromeo che vi videro la luce, nel rapido scorrere di dieci anni, e furono tutti fratelli tra loro. Il conte Guido Borromeo nacque il 16 luglio 1862, la contessina Maria il 26 luglio 1864; le loro sorelle Isabella e Cristina rispettivamente il 2 agosto 1868 e 5 giugno 1872. Tutti, ad eccezione di Isabella battezzata il giorno stesso della nascita, sperimentarono l’immersione al fonte il giorno seguente alla nascita: una prassi, quella del battesimo rapido, che era normale in tempi di alto rischio di vita per il neonato.
Dopo i loro battesimi la chiesa di San Vittore all’Isola Bella riecheggiò per lungo tempo dei vagiti dei figli degli isolani, e dei marmocchi dei giardinieri e degli impiegati della nobilcasa, che nello splendido, severo fonte trovavano il caldo accoglimento nel grembo della piccola comunità cristiana. Ma non per ciò i Borromeo dimenticarono la propria Isola quale gioioso punto di ingresso dei loro figli nel novero dei credenti. Occorse con il battesimo della contessina Matilde (1982), e ancora con quello del contino Carlo (2002), figlio del conte Federico X.
Il tempo e il retaggio di una casata dal 1872 hanno saputo essere pazienti: dopo cento e trentasei anni e una volta ancora nel giro di pochi anni la famiglia Borromeo si ritrova per festeggiare un nuovo venuto; all’antico registro dei battesimi che riporta nomi di figli di
hortolani e
giardinieri bottanici, pescatori, architetti famosi quali l’Antonio Polli progettista del Des Iles Borromées, conti del Sacro Romano Impero e di Arona, delle Degnagne di San Maurizio, di San Martino, di Maccagno Imperiale, signori di Omegna, Vigezzo, Vergante, Agrate e Palestro, di Cannobio, Angera, Camairago, Guardasone e Laveno, consignori della Pieve di Seveso e patrizi milanesi, è venuto il momento di aggiungere un nuovo nome. Quello di un piccolo bimbo che dietro di sé ha una grande storia.
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