FAMIGLIA RIDONI
Questa nobile famiglia è proprietaria dell`antico Castello dei Barbavara in Pallanza; ed anticamente possedeva anche la casa, che ora è della famiglia lnnocenti in Ruga. Di questo casato fu il prevosto Giovanni Battista Ridoni, teologo e canonista di merito, come ci viene attestato da non poche Memorie, che di lui esistono ancora manoscritte. Tra esse vi ha pure una lunga lettera, che dimostra la ragione del Capitolo di S. Leonardo sull`oratorio di S. Giuseppe ed un discorso da lui recitato in occasione della visita pastorale, che fece in Pallanza mons. Ignazio Rovere Sanseverino, vescovo di Novara.
Fratello di questo fu Giovanni Pietro Ridoni, il quale col suo testamento del 10 settembre 1722 nominava suoi eredi il detto teologo, e i fratelli Carlo Antonio, Carlo Domenico e Pietro Francesco, suoi pronipoti, coll`onere ai medesimi di erigere una Cappella sotto l`invocazione di S. Pietro, riservandone il patronato ai detti eredi e loro successori maschi, o in difetto di essi alla Confraternita del SS. Sacramento in S. Leonardo. Questo pio legato ebbe il suo effetto coll`istrumento del 2 ottobre 1726.
Alla pia disposizione poi di Angela Ridoni deve la sua origine il Monastero in Pallanza delle Salesiane, alle quali nel testamento, che fece il 2 maggio 1723 lasciava la sua casa. A questa essendosi poi per cura particolarmente del parroco Francesco Sasselli,1 unito uno spazioso latifondo, il detto monastero potè essere costituito regolarmente, e approvato con suo decreto del 22 giugno 1726 dal cardinale Giberto Borromeo, Vescovo di Novara. Concorsero inoltre a questa fondazione Francesco Antonio Tacchi, arciprete di Premosello, e Giovanni Antonio Cadolini, parroco di Malesco con annue prestazioni.
Le prime, ch`entrarono in questo monastero, furono Camilla, Caterina ed Angela Fontana, Angela Maria Cadorna, Anna Maria ed Elisabetta Appiani, Maddalena Cadolini e Margherita Tenconi. Si occupavano esse in modo particolare della educazione delle fanciulle. Avevano poi annesso un oratorio dedicato a S. Francesco di Sales, il quale, dopo la soppressione del monastero avvenuta alla fine dello scorso, rimase tuttavia ad uso pubblico.
1 Questo era parroco della Madonna di Campagna per la porzione di Pallanza, e fu uno degli insigni benefattori non solo delle monache salesiane, ma e della chiesa di S. Stefano. Col suo testamento del 18 febbraio 1748 istituiva una perpetua cappellania nella detta chiesa sotto l`invocazione del ss. Crocifisso coll`onere delle messe festive e feriali nell`oratorio di S. Francesco a comodo delle monache suddette, col patronato attivo e passivo alla discendenza del chirurgo Fausto Gasparoli fu Giuseppe, e Bernardino Cadolini fu Giuseppe Massimiliano, causidico e notaio. Questo benefizio erigevasi ad istanza del teologo Massimino Innocenti, esecutore testamentario e di lui successore nella parrocchia con istrumento del 6 maggio 1769.
Nota aggiuntiva
Famiglia stabilitasi a Pallanza, diede vari esponenti al clero locale; ma le origini parrebbero andar ricercate a Trani nel Napoletano.
Una annotazione ritrovata sul registro dei battesimi della parrocchia di Isola Bella per il 1782, infatti, riporta che alla cerimonia di battesimo di Costanza Della Torre, figlia di Federico Della Torre
f. Josephi e di Lucrezia Varini di Pallanza (ma residenti all`Isola Madre come custodi / giardinieri),
assistens ceremoniis fuit d. Joseph Maria Ridonus filius d. Petri natus in urbe vulgo vocata Trani in Regno Neapolis, nunc habitans in Pallantie.
Domenica Ridoni compare come madrina di battesimo nel 1712; Carlo Domenico Ridoni compare come padrino di battesimo nel 1722. Per essi non è specificata l`eventuale provenienza dal reame di Napoli.
- Note:
- Fonti Archivistiche
APIB, Registri dei Battesimi, agli anni: 1712, 1722, 1782 (battesimi Della Torre).
Fonti Bibliografiche:
V. De Vit, Il Lago Maggiore. Stresa e le Isole Borromee, vol. II, p. II, Prato 1875-1880, pp. 104-106.
- Autore:
- [Vincenzo De Vit]
- A Cura di:
- [Francesco Malingamba]
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