STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Nominativo:
Donati, Anna Maria
Descrizione Personaggio:
Poetessa
Luogo e Data di Nascita:
Carpugnino,  1686 gen 15
Luogo e Data di Morte:
[...],  post 1724 [...]
Testo completo:
Alle scarse notizie da me ivi date di Anna Maria Donati di Carpugnino devo ora aggiungerne altre comunicatemi dall’amico Pietro Antonio De Stefanis, che serviranno di compimento alla sua biografia.
Nacque da Carlo Francesco e da Bartolomea Paracchini il 15 gennaio dell`anno 1686. Essendo assente il padre in Lucca occupato nel mestiere di calzolaio, avvenne che la madre sua fosse chiesta per dispensiera nell`eccellentissima casa Borromeo in Milano, e seco conducesse la figlia, ancora in tenera età.
Quivi la diede all’educare ad una buona donna abilissima sì nelle arti femminili e sì nelle lettere, ma più specialmente nella pietà.
Corrispose la figlia pienamente alle cure materne e manifestò sin da fanciulla una forte inclinazione alla poesia. Giunta all`età di 18 anni fu scelta nella stessa casa per servire in qualità di donzella a donna Margherita figlia del co. Carlo [IV] Borromeo, che doveva recarsi educanda nel chiostro di S. Maria della Vittoria, dove le suore domenicane tenevano scuola ed un florido convitto.
Ebbe in questa occasione l’opportunità d`incontrar relazione col sacerdote Giuseppe Zanoia segretario allora del co. Carlo suddetto, il quale avendo rilevato in lei una propensione per il poetare volle farne l’esperimento e cominciò a provocarla con un sonetto, al quale la Donati gli rispose per le rime. Ammirato lo Zanoia di quel raro ingegno si impegnò a coltivarlo.
Dopo un anno di dimora nella suddetta casa la Donati andò colla padrona nel detto chiostro della Vittoria, e colà trovò largo cameo di far risplendere le doti eccellenti di cui era fornita, distinguendosi per la esemplare sua pietà, del candore dei suoi costumi e per la perizia nel ricamare. Ivi prese anche a spiegare il suo genio con versi sciolti e rimati, indirizzandoli ora alle monache, ora al suo confessore, e frequentemente allo Zanoia, che seguitò ad istruirla sia collo scritto sia colla viva voce in occasione di visita.
Continuarono le loro gare e nell`anno 1709 quasi tutti i giorni si rimettevano dei sonetti ora di proposta, ora di risposta dell`uno o dell`altra e più si sarebbe accesa la virtuosa corrispondenza, se lo Zanoia non avesse dovuto partire per Napoli nell`anno 1710 col conte Carlo creato vicerè.
Poco appresso la Donati uscì colla padrona dal detto chiostro, ed è noto che essendosi questa impalmata il 12 febbraio del 1712 col marchese Giorgio Pio Pallavicini, anch`essa passò in casa Pallavicini, dove rimase per lo spazio di otto anni, continuando nell`usato suo tenore di vita e proseguendo a dar prove dei suo valore poetico in varie occorrenze, finché nel febbraio dell`anno 1720 ando anch`essa a marito col signor Carlo Antonio Scozzese di Milano, come si raccoglie dal libro genealogico, che conserva la famiglia Paracchini, in cui pure si legge che nel 1721 diede alla luce un figlio chiamato Giuseppe Pio Scozzese.
Dopo questo tempo niun’altra memoria si è potuta trovare della Donati: e quindi supporrei che, umilissima qual era, abbia passato nascostamente il resto della sua vita unicamente occupata delle cure della famiglia.
Delle molte poesie, che la Donati scambiò collo Zanoia, e di tante altre, ch`ella proseguì a scrivere, sgraziatamente non ci rimasero che dei saggi. Questa deficienza fu notata anche dal Cotta nell`elogio, che ci lasciò scritto di lei nel n.° 1330 della ”Giunta” al suo Museo Novarese, che rimase inedita, e che si può leggere nella copia MS. posseduta dal cav. avv. Carlo Negroni di Novara, elogio nella sostanza ripetuto dal ch. prof. Tommaso Vallauri nella sua Storia della poesia in Piemonte, Torino, 1811.



Fonti Bibliografiche:
V. De Vit, Il Lago Maggiore. Stresa e le Isole Borromee, vol. IV, Prato 1878, pp. 234-236.

Autore:
[Vincenzo De Vit]
A Cura di:
   [Anna Elena Galli]

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